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LA LETTERA
Mondiali
12/6/2010-
Una lettera semiseria politico-sportiva di una nostra amica lettrice sui Mondiali di Calcio in Sudafrica
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MONDIALI
Dopo quasi cinque anni di permanenza in via Serafini angolo lungarno Pacinotti sono sempre più convinta che essere scienziati politici in erba faccia male alla salute.
Prendiamo i mondiali di calcio: quando sono stati fatti i gironi con le squadre mi sono messa a pensare non tanto alle sfide sul piano calcistico quanto a quelle sul piano dei rapporti fra gli stati. E allora mi sono esaltata vedendo che Inghilterra e Stati Uniti sono finite nello stesso girone: all’orizzonte un altro Boston Tea Party? Oppure una partita fra due vecchi amici che si commuovono pensando a quante ne hanno combinate insieme?
Per restare in tema di colonizzatori e colonizzati, come non pensare alla sfida fra Brasile e Portogallo? Ma forse in questo caso il sentimento di rivalsa dei primi sui secondi sarà grande: basteranno undici calciatori e un po’ di calcio spettacolare per riscattare tutti i torti subiti?
E Germania - Serbia? Il colosso d’Europa contro la piccoletta nata ieri ,ma occhio ai serbi perché nel 1914 non esitarono a far scattare la scintilla che provocò la grande guerra (e l’Austria era alleata della Germania; anche noi, teoricamente, lo eravamo, ma questa è un’altra storia…..).
Ma a me piace immaginare anche combinazioni di partite stravaganti: per esempio Stati Uniti –Corea del Nord. Come finirebbe? Con una seduta straordinaria del Consiglio di Sicurezza dell’ Onu! Due sanzioni ad una risoluzione.
Francia-Inghilterra assomiglierebbe ad una partita fra vecchie glorie, una di quelle partite che ci si ritrova a disputare fra ex compagni di liceo vent’ anni dopo il diploma e in cui ci si prende in giro per la pancetta e la calvizie incipienti ma si corre pensando a quanto siamo stati grandi, e a quanto ci siamo odiati reciprocamente perché magari l’altro ci aveva soffiato la fidanzata.
E Svizzera –Olanda? Due paesi tradizionalmente neutrali (anche se il secondo per ben due volte si è visto invadere lo stesso nonostante la neutralità), si rifiuterebbero persino di giocare.
Sudafrica-Inghilterra, oppure Sudafrica-Olanda: in questo caso credo che prima di entrambe le partite i due paesi ospiti dovrebbero snocciolare una serie di sentiti mea culpa.
E che ne direste di una bella partita Algeria-Francia? Certo, Sarkozy non ha lo stesso carisma e lo smalto di De Gaulle (tutt’ al più lo smalto glielo più dare Carlà), ma una sfida così potrebbe avere risvolti interessanti. E magari concludersi con una sconfitta. Per la Francia. E non sarebbe la prima volta…
Ma credo che il mondo intero spererebbe di non dover mai assistere a Corea del Nord- Corea del Sud e non solo per i motivi che tutti noi conosciamo, ma perché nessun telecronista riuscirebbe a distinguere i giocatori coreani del nord da quelli coreani del sud.
Ma queste sono fantasticherie. So benissimo che l’architettura dei gironi dei mondiali è precisa e non si possono combinare partite a piacimento; ma a volte sognare mi piace, e soprattutto mi piace pensare che è attraverso queste manifestazioni che per un poco si annullano le differenze, i rancori, le diffidenze, le paure reciproche… Sarà in questo mese che vedremo affrontarsi senza bombe Stati Uniti e Corea del Nord; sbarcare Inglesi e Olandesi in Sudafrica senza intenti distruttori. Un torneo di calcio che annulla la storia, che riscrive i rapporti fra gli stati.
Vedremo forse il Camerun affrontare la Francia, il Ghana affrontare l’Inghilterra; in Italia vedremo algerini, camerunensi, ghanesi, ivoriani, nigeriani festeggiare per le nostre strade la vittoria delle loro nazionali e li vedremo finalmente felici, abituati noi a non concepire che non sono solo extracomunitari, ma hanno anche loro una patria. E forse quella loro patria la rivendicheranno con orgoglio nelle nostre piazze e non se ne vergogneranno più per una notte. Un torneo di calcio che forse ci farà assistere alla rivincita degli ultimi, rivincita effimera visto tutto quello che hanno subito, ma pur sempre rivincita perché se sul campo di battaglia hanno perso loro non è detto che sul campo di calcio non saremo noi a dover soccombere
Sarà in questi trenta giorni che le persone con la loro passione scavalcheranno le diplomazie, i vertici mondiali e le sanzioni internazionali; in nome di un pallone di cuoio tutto il resto sembrerà piccolo e insignificante. I greci, che la sapevano lunga, durante le olimpiadi facevano fermare le guerre. A Pechino non ce l’hanno fatta e i tibetani hanno continuato ad essere allegramente repressi mentre si disputavano i giochi. Ma era quello lo spirito giusto, per un attimo riappropriarsi della grandezza delle passioni umane per poi ritornare miseramente alla triste realtà: in questo momento ce ne sarebbe davvero bisogno e chissà mai che una partita non possa cementare una nascente relazione fra due stati. E allora in questo caso io proporrei di giocare Grecia-Germania. Perché? Perché i greci hanno avuto dei grandissimi filosofi , ma se la Banca Centrale Europea ha sede a Francoforte un motivo ci sarà…..
Tutta la vita davanti
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