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IO, MEDICO
Stipsi (prima parte)



9/10/2009- Incredulità di S.Tommaso
Dipinto ad olio su tela di 107 × 146 cm realizzato tra il 1600 ed il 1601. È conservato alla Bildergalerie nel parco di Sanssouci a Potsdam.




STIPSI (Stitichezza)

Se il transito degli alimenti dalla bocca alla parte finale dell’intestino avviene in un tempo considerato “normale” le feci hanno una regolare consistenza pastosa.

Bisogna sapere, infatti, che gli alimenti quando transitano nella prima parte dell’intestino sono in forma piuttosto liquida poiché associati a tutti i succhi necessari per la loro digestione. L’organismo però non si può permettere di perdere una quantità di acqua così grande che rischierebbe di mettere in crisi il proprio equilibrio idro-elettrolitico perciò, quando questi arrivano nel colon (la parte finale dell’intestino), quest’acqua viene lentamente riassorbita. Il colon ha cioè il compito di recuperare l’acqua divenuta, a questo punto, inutile.

Il cosiddetto “bolo alimentare” quindi nel suo transito attraverso l’intestino continua a perdere acqua e diventa sempre meno liquido fino ad arrivare alla consistenza pastosa delle feci normali. Si capisce quindi come la consistenza delle feci sia legata in massima parte al tempo in cui esse sostano nel colon.

Quando l’intestino è irritato (infezione, colite, lassativo) il suo movimento aumenta e le feci sono spinte con una velocità tale che possono addirittura uscire ancora liquide (diarrea!!). Questo semplicemente perché il colon non ha avuto il tempo sufficiente, data la velocità con cui sono transitate, di recuperare una grande quantità d’acqua.

Dobbiamo riflettere a questo punto sul ruolo dei lassativi: salvo prodotti particolari, la maggior parte, e in special modo i cosiddetti “lassativi vegetali”, funzionano con il meccanismo di una semplice irritazione dell’intestino. L’irritazione determina un maggior movimento e di conseguenza le feci sono spinte più velocemente in basso.

Si capisce facilmente che questo non può essere un fenomeno naturale (come invece spesso ci vuol far credere la pubblicità!).

L’irritazione continua dell’intestino determina almeno due gravi conseguenze:

1) col tempo bisogna aumentare la dose del lassativo

2) l’intestino alla fine si altera e perde la capacità di funzionare autonomamente.

Al contrario, se il movimento dell’intestino è rallentato le feci viaggiano più lentamente lungo il colon che però continua la sua funzione di riassorbimento dell’acqua. La conseguenza è che le feci diventano molto dure e compatte e la loro eliminazione diventa difficoltosa.

A questo si aggiunge che lo stimolo al movimento dell’intestino è dato proprio dal volume del bolo alimentare che, stirando la parete che le contiene, provoca di riflesso la contrazione ed il conseguente movimento in avanti. E’ evidente che feci dure e compatte stimolano meno la parete ed il riflesso di contrazione e di spinta diminuisce. Avremo quindi feci secche, dure, di piccolo volume. Esattamente il contrario di quel che servirebbe cioè feci voluminose e morbide per stimolare maggiormente il movimento.

Ma come si fa ad avere feci così conformate, cioè morbide e voluminose in modo da stimolare in maniera adeguata la parete intestinale e quindi il movimento?

I componenti fondamentali da cui dipende il volume la consistenza delle feci sono due: l’acqua e le fibre.

Le fibre sono la parte degli alimenti che non vengono digerite, non si assorbono e rimangono nell’intestino. Sono per loro natura igroscopiche, cioè assorbono molta acqua, per cui le feci divengono più voluminose.

I nostri nonni non avevano certamente problemi di stitichezza poiché la loro alimentazione si basava prevalentemente su verdure e cereali, ricchi di fibre, spesso accompagnata da alimenti poco raffinati in cui le fibre indigeribili erano in abbondanza. Oggi invece la nostra assunzione in fibre indigeribili è molto diminuita, gli alimenti sono quasi tutti raffinati per una ragione di gusto e di immagine, raggiungiamo facilmente la quantità giornaliera di calorie necessarie con poca quantità di cibo.

Per fare un esempio pratico una normale merendina del commercio può rappresentare fino ad un terzo delle calorie necessarie per un intero giorno!

Questa drastica riduzione di quantità di alimenti determina una riduzione di residui alimentari nell’intestino e quindi poche feci. Per aumentarle in maniera significativa è necessario incrementare il consumo di frutta e verdura, dei cereali, di pane e pasta integrali, insomma incrementare la quantità delle fibre indigeribili che arriva nel nostro intestino.

Le fibre possono anche essere acquistate in farmacia sotto forma di polveri, bustine o compresse e tutte sono ugualmente utili. Una volta ingerite, mescolate ai cibi o assunte separatamente, raggiungono l’intestino, si legano ad una gran quantità d’acqua e aumentano la loro massa fino a superare di molte volte il loro volume iniziale. Mescolandosi alle feci le rendono più voluminose e più morbide e stimolano in tal modo la “peristalsi” (così si chiama il movimento dell’intestino). Quindi molte fibre e, di conseguenza, molta acqua!
(Fine prima parte)
 
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