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RICORRENZA
Sant'Anna di Stazzema



12/8/2010- Per non dimenticare!
Il 12 agosto del 1944 i tedeschi in ritirata arrivano al piccolo paesino di S.Anna, ed è strage!


A Sant’Anna di Stazzema, la mattina del 12 agosto 1944, si consumò uno dei più atroci crimini commessi ai danni delle popolazioni civili nel secondo dopoguerra in Italia.

La furia omicida dei nazi-fascisti si abbattè, improvvisa e implacabile, su tutto e su tutti. Nel giro di poche ore, nei borghi del piccolo paese, alla Vaccareccia, alle Case, al Moco, al Pero, ai Coletti, centinaia e centinaia di corpi rimasero a terra, senza vita, trucidati, bruciati, straziati.

Quel mattino di agosto a Sant’Anna uccisero i nonni, le madri, uccisero i figli e i nipoti. Uccisero i paesani ed uccisero gli sfollati, i tanti saliti, quassù, in cerca di un rifugio dalla guerra. Uccisero Anna, l’ultima nata nel paese di appena 20 giorni, uccisero Evelina, che quel mattino aveva le doglie del parto, uccisero Genny, la giovane madre che, prima di morire, per difendere il suo piccolo Mario, scagliò il suo zoccolo in faccia al nazista che stava per spararle, uccisero il prete Innocenzo, che implorava i soldati nazisti perché risparmiassero la sua gente, uccisero gli otto fratellini Tucci, con la loro mamma. 560 ne uccisero, senza pietà in preda ad una cieca furia omicida. Indifesi, senza responsabilità, senza colpe. E poi il fuoco, a distruggere i corpi, le case, le stalle, gli animali, le masserizie. A Sant’Anna, quel giorno, uccisero l’umanità intera.

La strage di Sant’Anna di Stazzema desta ancora oggi un senso di sgomento e di profonda desolazione civile e morale, poiché rappresenta una delle pagine più brutali della barbarie nazifascista, il cancro che aveva colpito l’Europa e che devastò i valori della democrazia e della tolleranza. Rappresentò un odioso oltraggio compiuto ai danni della dignità umana. Quel giorno l’uomo decise di negare se stesso, di rinunciare alla difesa ed al rispetto della persona e dei diritti in essa radicati.
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Commemorazione di oggi 12 agosto 2010.

«Oltre al commosso omaggio alle vittime di quell'orrenda carneficina, dobbiamo vigilare perché le condizioni che resero possibile tante tragedie e lutti non si ripetono ed attivare gli anticorpi indispensabili per far si che la storia non ritorni sui propri passi peggiori». Sono state queste alcune delle parole dell'orazione ufficiale del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi alla commemorazione per i 66 anni della strage di Sant'Anna di Stazzema che si è tenuta oggi nel piccolo comune in provincia di Lucca, teatro, il 12 agosto del 1944, di uno degli episodi più efferati del secondo conflitto mondiale in Italia. Le truppe nazifasciste massacrarono 560 civili tra donne, vecchi e bambini, vittime incolpevoli di una ferocia disumana e spietata, uccisi e poi bruciati in orrendi roghi insieme a tutte le case del paese. Il massacro fu opera dei soldati tedeschi d ella 16° Panzergrenadier – Division delle SS che continuarono le uccisioni e stragi di civili nei giorni successivi nelle Provincie di Massa Carrara e di Lucca.

«Il Novecento ci trasmette una eredità terribile – ha aggiunto Rossi – di cui Sant'Anna di Stazzema rappresenta una testimonianza permanente. Da questo luogo dove si è scritta una pagina così tragica della nostra storia e dove il dolore ha avuto così tanta parte, dobbiamo far partire il messaggio di “vaccinare” i nostri giovani dal virus della violenza e della sopraffazione. E' necessario promuovere la visione di una moderna cultura dei diritti universali l'unica capace di offrire una prospettiva di sviluppo e di pace in questo mondo globalizzato».

Rossi ha poi ricordato il contributo della Toscana alla lotta antifascista portata avanti da tanti cittadini, soldati e partigiani e il duro prezzo pagato con un decimo di tutti i danni di guerra, centinaia di deportati, 4461 vittime civili degli eccidi nazifascisti oltre a 281 stragi.

«Per quanto riguarda la memoria – ha continuato il presidente della Regione - che è un patrimonio di ogni comunità ed elemento prezioso del vivere civile, il nostro impegno in questi anni è stato per dargli continuità e consistenza. Ecco cosa c'è dietro lo slogan sulla “Giornata della memoria” che in Toscana dura 365 giorni. Con il “Treno della memoria” abbiamo portato più di cinquemila giovani a visitare il campo di sterminio di Auschwitz, il centro della catastrofe del XX secolo. Abbiamo favorito l'attività di documentazione e di ricerca sull'antisemitismo, sul razzismo, sulle stragi di civili nel biennio 1943–45. Ci siamo costituiti parte civile – ha concluso – nei processi che in questi anni hanno individuato i responsabili di rappresaglie ed uccisioni».

Dopo la cerimonia ufficiale al Sacrario di Colle Cava è partita la “Marcia della pace” che da Sant'Anna di Stazzema attraverso gli Appennini si concluderà il prossimo 16 agosto a Marzabotto. Una iniziativa organizzata per tenere viva la memoria e legare questi due luoghi simboli della ferocia nazista oltre che per lanciare un messaggio di pace tra i popoli.
 
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