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BIOGRAFIE Ivan Basso
31/5/2010-
Ivan Basso, recente vincitore del 93° Giro d'Italia
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Ivan Basso nasce a Gallarate, in provincia di Varese, il 26 novembre 1977. Trascorre l'infanzia a Cassano Magnago, dove studia per diventare geometra.
Inizia a correre in bici nella categoria giovanissimi all'età di 7 anni, per il G.S. San Pietro, di Cassano Magnago. La passione per il ciclismo è trasmessa dai genitori, ma si capisce da subito che il piccolo ce l'ha nel sangue: a nove anni decide di scalare lo Stelvio e l'Aprica.
Poi scala le varie categorie dei giovanissimi con dei risultati più che discreti. Esordiente, passa al G.S. Gornatese, società nella quale Ivan Basso milita per sei anni, fino al secondo anno della categoria juniores. Con la Gornatese vince la Coppa d'Oro 1993 categoria allievi, e arriva ad essere vicecampione del mondo 1995 nella categoria juniores.
Passato dilettante, entra a far parte di quella vera e propria fucina di campioni in erba che è sempre stata la Zalf-Euromobil-Fior di Castelfranco Veneto. A Valkenburg, in Olanda, Basso diventa campione del mondo Under 23. Le porte del professionismo si aprono, ma Basso decide di rimanere dilettante fino a maggio "per gustarmi la maglia e per riconoscenza verso la Zalf".
Ivan Basso debutta come professionista al Giro d'Italia 2000 con la Riso Scotti Vinavil di Boifava. Una sempre maggiore consapevolezza e determinazione lo portano alla sua prima convocazione in nazionale: lo stesso anno disputa il mondiale su strada a Verona.
Il 2001 è un anno di cambiamenti. Si sposa, e cambia squadra passando alla Fassa Bortolo di Ferretti. Arriva quindi un altro momento decisivo della carriera sportiva: la prima partecipazione al Tour de France. Già nella seconda tappa entra nella fuga decisiva con altri quindici uomini: Basso giunge ottavo all'arrivo. Durante la settima tappa, promuove una fuga che comprende anche il francese Laurent Jalabert, ma purtroppo, a causa della strada in non perfette condizioni, Basso scivola in una curva. Si frattura una clavicola e la mano destra: il suo Tour finisce. Jalabert vincerà la tappa e avrà modo di dichiarare che il più forte tra i corridori in fuga, e che temeva di più, era proprio Ivan Basso.
Ai primi di agosto Basso torna in sella pronto ad allontanare la sfortuna. Si comincia a pensare al Mondiale di Lisbona (vinto poi da Freire).
Da analisi tecniche si riscontra che Basso pedala in una posizione sbagliata: è troppo alto e il suo consumo energetico è enorme. Consapevoli della cosa, Basso e Ferretti consultano un esperto a Düsseldorf, in Germania, con l'obiettivo di dare al corridore una posizione più aereodinamica e redditizia in termini di efficacia. Dopo vari test si arriva a sviluppare nuovi telai più corti e più bassi. Forte di queste nuove soluzioni tecniche Ivan si presenta ancora più determinato e carico all'avvio della stagione 2002.
E proprio nel 2002 Ivan Basso lascia un segno inequivocabile della sua maturazione: il Tour de France viene vinto per il quarto anno consecutivo dal "marziano" Lance Armstrong. Tra gli umani chi emerge è un ragazzo di venticinque anni non ancora compiuti, dalla straordinaria semplicità e grinta: Ivan Basso, che ha fin qui studiato con profitto all'università del ciclismo.
Nel 2003 Ivan si reca oltreoceano a Boston, al prestigioso e rinomato MIT (Massachussets Institute of Technology) per studiare nella galleria del vento, un nuovo miglioramento della sua posizione in sella per le crono. Al Tour arriva settimo.
Nel 2004 corre il Tour de France con la danese Csc. Lance Armstrong è sempre più un extraterrestre: nello stesso anno è ancora lui a vincere (sesta volta consecutiva), ma questa volta anche Ivan Basso conosce la gloria del podio: sale sul terzo gradino con in braccio l'adorata figlioletta Domitilla. Dell'italiano è la vittoria di La Mongie, dodicesima tappa del Tour (arriva anche secondo nella tappa di Plateau de Beille, e secondo nella Tappa Villard-de-Lans).
Nel 2005 al giro d'Italia vince la 17ma e la 18ma tappa. Poi arriva il Tour de France: Lance Armstrong vive e lavora solo per questa gara. L'edizione edizione 2005 sarà la sua ultima. Ivan dimostra un carattere e una condizione eccezionali. Contro un Lance Armstrong che supera solo se stesso, vincendo il suo settimo Tour consecutivo, Ivan è superlativo, e alla fine ottiene di salire con grande merito sul secondo gradino del podio.
E' al Giro d'Italia 2006, attraverso tappe lunghe e faticose, e numerosi spostamenti, che Ivan Basso domina le salite e le pianure. La maglia rosa gli rimane addosso fino al trionfale arrivo a Milano.
Alla fine di giugno, pronto per iniziare il Tour che avrebbe dovuto vederlo attesissimo protagonista, Ivan Basso è stato escluso dalla gara perchè incluso nella lista dei sospettati per l'inchiesta sul doping in corso in Spagna; "Nella mia vita ho passato di peggio. Due anni fa ero al Tour, sapendo che mia madre era ammalata di cancro. Questo al confronto è niente. Sono frastornato ma ho fiducia nelle persone che mi stanno accanto e che mi seguono. Sono certo che ne uscirò a testa alta".
Nel mese di maggio del 2007 confessa presso la Procura Antidoping del CONI, di essere stato tentato dall'uso di sostanze dopanti (anche solo il tentativo è punibile), pur confermando l'estraneità totale alla pratica del doping, ammettendo le proprie responsabilità e annunciando la volontà di collaborare nelle indagini.
Il 24 ottobre 2008 termina il periodo di squalifica; due giorni più tardi partecipa alla gara della Japan Cup: arriva terzo, dopo Damiano Cunego e Giovanni Visconti.
Nel gennaio 2009 partecipa alla corsa a tappe Vuelta di San Luis, in Argentina, classificandosi quinto. Arriva quinto anche al Giro d'Italia nell'edizione del Centenario. Alla fine di maggio del 2010 torna a vincere trionfalmente al Giro d'Italia.
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