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LIBRI
La sovrana lettrice
14/11/2009-
"La sovrana lettrice" di Alan Bennet
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Rubrica a cura di Elsa Luttazzi
Questa volta l’invito alla lettura viene da un personaggio d’eccezione, La sovrana lettrice di Alan Bennett ( Adelphi 2007), cioè la regina d’Inghilterra.
Iniziata ella stessa alla lettura in tarda età e in maniera strampalata, si avventura nel mondo dei libri guidata da un ragazzo magrolino coi capelli rossi, Norman Seakins, che lavora a tempo pieno come lavapiatti e nei ritagli di tempo si rifugia in una biblioteca circolante parcheggiata davanti alle cucine reali.
La regina, come ci spiega, per dovere istituzionale non ha hobby:
Gli hobby implicavano predilezioni e le predilezioni andavano evitate; prediligere significava anche escludere. Quindi lei non prediligeva. Il suo mandato le richiedeva di manifestare interesse, non di provarlo. Inoltre, leggere non era agire, e lei era una donna d’azione.
L’incontro casuale con il giovane Norman cambierà profondamente l’atteggiamento della sovrana e il destino di entrambi. Norman presto
si trovò affrancato dal lavaggio dei piatti per ricoprire il ruolo di cameriere personale della regina. Dopo che gli fu adattato (con qualche difficoltà) un’uniforme da paggio, ricevette l’incombenza, com’era prevedibile, di occuparsi della biblioteca.
Lei prima scoprì che
Un libro tira l’altro; ovunque si voltava si aprivano nuove porte e le giornate erano sempre troppo corte per leggere quanto avrebbe voluto.
Rimosso il pregiudizio sull’hobby della lettura, prese poi distanza da un altro condizionamento, quello del ragguaglio istituzionale , perché
Ragguagliare non è leggere. Anzi, è l’esatto contrario. Il ragguaglio è succinto, concreto e pertinente. La lettura è disordinata, dispersiva e sempre invitante. Il ragguaglio esaurisce la questione, la lettura la apre.
A palazzo continuano nella loro ostilità alla lettura in quanto si ritiene che
Sebbene leggere non sia propriamente un fatto elitario, trasmetta il messaggio sbagliato. Direi di esclusione.
La regina si vede quindi costretta a giustificare il persistere nel suo leggere finalizzandolo al fine utile di indagare la natura degli esseri umani; il piacere viene sempre dopo il dovere. Era lontana dalla libertà di Norman che
leggeva per puro piacere e non per trarne una rivelazione. Parte del piacere, è vero, era la rivelazione, ma non aveva niente a che fare con il dovere.
L’ostinazione della regina nella lettura arrivò a condizionare anche la vita del personale di corte che si sentiva sopraffatto dai libri che i sudditi, ormai consapevoli dei nuovi gusti della sovrana offrivano al posto dei soliti fiori. Anche i cani non gradirono il cambiamento: l’interesse per i libri li privava dei lanci della palla e del bastone; niente rimaneva delle frenetiche scorrazzate di una volta.
Mano a mano che la regina legge si sottrae al controllo dei suoi ministri che tentano di contrastare questa indipendenza strumentalizzando il suo nuovo interesse e arrivano a proporre:
Se potessimo veicolare le sue letture per uno scopo più ampio:acculturare il paese, ad esempio, per promuovere la lettura fra i giovani.
Ma ormai un percorso si è compiuto: la sovrana completamente catturata dal nuovo hobby è ormai in grado di dichiarare apertamente:
Noi leggiamo per nostro piacere. Non è un dovere pubblico.
Solo i familiari possono godere del cambiamento in quanto il nuovo interesse ha allentato l’attenzione su di loro e diminuito il rigore delle sue pretese nell’espletamento dei loro obblighi istituzionali. Lei stessa infatti ha incominciato a compiere con meno slancio, e talvolta malvolentieri i suoi doveri. A un certo punto, con sua sorpresa, iniziò a fare di testa sua, stravolgendo il cerimoniale e concedendosi ampie deroghe ai programmi. Prese così a dialogare con i suoi sudditi improvvisando letture di poesia e persino
cominciò il suo discorso di Natale con il paragrafo iniziale di Le due città (“Erano i giorni migliori. Erano i giorni peggiori”), che fu di grande effetto: E poiché aveva scelto di leggere non dal gobbo ma direttamente dal libro, agli spettatori più anziani (ovvero la maggioranza) ricordò quel genere di maestra che leggeva in classe a voce alta.
Ma qualcosa di nuovo , di più coinvolgente stava succedendo, non è più solo la curiosità verso un mondo sconosciuto che muove i suoi interessi : leggere produce in lei profondi cambiamenti tristezza, rimpianti, una sensibilità verso gli altri mai provata prima. La regina si stava trasformando in un essere umano. Dapprima ella pensa che non sia un cambiamento auspicabile, poi ci prende gusto, sino a voler ricominciare da capo la sua vita.
Ma ci sono ancora altri importanti passi da compiere in questo cammino di maturazione e di crescita con i libri e val la pena di conoscerli leggendo questo divertente racconto contagiati dall’entusiasmo della sua protagonista, la sovrana lettrice, appunto.
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