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Sponda: l'intervento di Piero Lomi
4/8/2007-
L’intervento di Piero Lomi (Ds) al consiglio comunale del 2/8/07 relativamente al dibattito sulla sponda del Serchio.
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L’intervento di Piero Lomi (Ds) al consiglio comunale del 2/8/07 relativamente al dibattito sulla sponda del Serchio.
Quello che stiamo affrontando con la firma della convenzione per il passaggio della parte demaniale della sponda destra del Serchio in prossimità della foce ai comuni di Vecchiano, San Giuliano e al Parco, e delle linee di indirizzo per la sua sistemazione, è sicuramente un momento molto importante (direi di portata storica) nella prospettiva di dare un assetto definitivo alla sponda del Serchio con una corretta e disciplinata fruizione rispetto ad una situazione di caos che era ormai non più sostenibile.
Questo passaggio verso la sistemazione di tutta la sponda, che è certamente molto impegnativo e dovrà vedere il massimo coinvolgimento dei cittadini, delle associazioni, di quanti sono interessati ai problemi del territorio, anche per le diverse sensibilità presenti tra i cittadini e tra gli stessi fruitori di quell’area, è stato reso possibile dal passaggio di competenze dal Genio Civile alla Provincia e dal forte impegno dei due Comuni Vecchiano e S.Giuliano Terme per avere la concessione della zona demaniale, ma anche dalla consapevolezza che si sta sempre più diffondendo tra larghi strati di cittadini, che il territorio, in particolare come nel caso di Bocca di Serchio, inserito in un ambito di grande rilevanza ambientale, è un bene prezioso, che appartiene non solo a quelli che ci vivono, ma più in generale a tutti i cittadini e che per questo va fruito ma anche tutelato.
Fruirlo un modo sconsiderato e distorto fino ad arrivare ad un suo degrado irreversibile, sarebbe un grave errore e un grande danno, non solo per la perdita di valore culturale e ambientale, ma in particolare per le future generazioni che non avrebbero la possibilità (che è stata concessa a noi) di conoscere e godere di un ambiente di incomparabile bellezza, uno dei pochi ancora integri nel panorama delle coste e dei fiumi italiani.
Dobbiamo accrescere la consapevolezza, che pure è molto cresciuta in questi anni, che il fiume, Bocca di Serchio, il territorio, così come si è conformato nel tempo anche dal lavoro e dall’impegno degli uomini, sono le nostre realtà culturali, che se non riusciremo a preservare sarà come perdere le nostre stesse radici.
Sono altresì convinto che serva un grande impegno e grande coerenza perché non possiamo essere attenti ai problemi dell’ambiente e del territorio a giorni alterni, a seconda delle convenienze o delle zone in cui ci troviamo ad operare o a difendere dal degrado, ma impegnarci a tutti i livelli e su tutti i fronti, perché oggi, le problematiche legate alla salvaguardia dell’ambiente, anche in relazione ai profondi mutamenti climatici che si stanno manifestando in tutto il mondo, sono molto di più, che in passato, al centro dell’attenzione di sempre più ampi strati di cittadini,
che sono ben consapevoli che territori di straordinario valore ambientale come il nostro, non possono venire usati (o abusati) con banale superficialità, perché ci si rende conto (finalmente) che, un ambiente o un territorio una volta manomesso o degradato diventa molto difficile recuperarlo se non con grandissime difficoltà, e le colline di Vecchiano sono li a testimoniarlo. Per questo dobbiamo avere molta attenzione quando interveniamo in siti particolari come Bocca di Serchio.
Ben vengano quindi, regole certe e condivise che ci consentano di fruire il Parco e il fiume in sicurezza e tranquillità, senza scordare che ci sono molti occhi puntati sul nostro territorio, preso ad esempio per le scelte coraggiose che abbiamo fatto con Marina di Vecchiano con una fruizione pubblica dell’arenile nel massimo rispetto dell’ambiente circostante.
Fare errori o forzature potrebbe determinare contraccolpi negativi anche sulla stessa possibilità di continuare a fruire di zone del territorio così come abbiamo fatto fino ad oggi, ricordandoci che a fronte di richieste di una più ampia e libera utilizzazione del territorio (e soprattutto del fiume) vi sono sempre più richieste di segno opposto, che chiedono un maggiore controllo e restringimento dell’utilizzo di quell’ area.
Vogliamo continuare a fruire questo territorio con una attenta e disciplinata organizzazione della sponda, cercando di mettere sempre al centro del nostro impegno il corretto utilizzo di questo ambiente straordinario che è il Parco di Migliarino San Rossore, perché altrimenti corriamo il rischio di renderlo simile ad altri mille territori, facendogli perdere la sua unicità e particolarità. Penso che oggi ci siano tutte le condizioni per affrontare e risolvere problemi sicuramente complessi che si trascinano da anni, ricercando nella discussione più ampia e partecipata, il giusto equilibrio tra le esigenze di quei cittadini che intendono vivere il proprio tempo libero il più possibile a contatto con la natura e la necessaria tutela e salvaguardia ambientale, al fine di mantenere anche alle generazioni future la possibilità di ammirare e godere di un ambiente unico e bellissimo.
Piero Lomi
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