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Sponda: la proposta del Comitato
4/8/2007-
Pubblichiamo la proposta del Comitato di Migliarino come contributo al dibattito per una soluzione relativa alla sponda del Serchio.
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Pubblichiamo la proposta del Comitato di Migliarino come contributo al dibattito per una soluzione relativa alla sponda del Serchio.
LA PROPOSTA DEL COMITATO PER IL PARCO DI MIGLIARINO
Giustizia e salvaguardia
La riorganizzazione della sponda e di tutta la foce del Serchio è urgente e necessaria per due ragioni di fondo. In primo luogo è necessaria perchè l'area di Bocca di Serchio è una delle più preziose del parco e di tutta la regione Toscana, tanto che è sottoposta a diversi vincoli ambientali, che purtroppo sono disattesi. Nel piano di gestione vigente, la zona finale di Bocca di Serchio viene individuata come Riserva naturale orientata. La fruizione è ammessa, ma deve essere disciplinata nel tempo e nella quantità. La Bocca di Serchio è poi sottoposta ad altri tre tipi di tutele. La prima riguarda la convenzione di Ramsar sulle zone umide; la seconda riguarda la protezione dell'avifauna, i cosiddetti Sic (siti di importanza comunitaria) e Zps (zone di protezione speciale); infine la terza riguarda il suo inserimento nell'elenco delle Riserve mondiali della biosfera. Insomma è protetta anche con vincoli di carattere internazionale, recepiti tramite accordi sottoscritti dalla Regione Toscana. A tutto questo bisogna aggiungere che a ridosso della sponda si trova anche una seconda riserva naturale, quella del Bozzone, che confina con il parcheggio di Case di Marina. In secondo luogo una riorganizzazione è necessario anche per una questione di giustizia e di carattere sociale. La completa privatizzazione della sponda impedisce di fatto a molti cittadini di avere un rapporto con il fiume. La sponda è stata pressochè interamente chiusa con recinzioni che non lasciano nessuno spazio di accesso. E' dunque necessario un intervento per consentire che un'area così preziosa, venga di nuovo restituita a tutta la comunità per un effettivo uso sociale e non privatistico. E' indispensabile che tutti i cittadini abbiano la possibilità di usufruire di questo ambiente. Riteniamo che la giustizia e le regole debbano essere uguali per tutti.
Stazione marittima
Il piano di gestione vigente prevede la possibilità di realizzare accosti per le imbarcazioni nel comparto di Case di Marina. Una parte di questo tratto (quello più vicino alla foce) appartiene al demanio, e verrà preso in gestione dai Comuni di Vecchiano e S.Giuliano. La parte restante appartiene invece alle famiglie Centurione - Salviati. E' chiaro tuttavia che questi accosti non potranno che essere in numero molto limitato, considerando che questo stesso comparto si trova praticamente inserito all'interno di due riserve naturali. La funzione di porto, insomma (come appare chiaro dai vincoli che riguardano gran parte della foce) non potrà essere prevalente rispetto alla funzione principale dell'area che è quella di tutelare l'ambiente. Il porto non potrà che essere del tutto marginale rispetto all'obbiettivo prioritario, chiaramente evidenziato dal Piano di gestione, che invece è quella di preservare un ambiente straordinario. In questo tratto di sponda devono essere previsti gli ormeggi, che tuttavia non potranno accogliere tutte le barche attualmente presenti alla foce.
Ormeggi.
Gli ormeggi, a nostro avviso, dovrebbero essere realizzati in modo da evitare la distruzione della sponda, così come sta accadendo adesso. Siamo favorevoli alla soluzione individuata da alcuni professionisti, ai quali il Comune aveva dato un incarico alcuni anni fa. E cioè dovrebbero essere ancorati parallelamente alla sponda diversi pontili galleggianti, ai quali dovrebbero essere attraccate le barche. Ai pontili si dovrebbe accedere con passaggi ricavati attraverso la vegetazione della sponda, ogni trenta - quaranta metri, in modo da consentire il recupero della flora presente.
La sponda
La sponda deve tornare ad essere un ambiente naturale, con l'eliminazione di tutte le strutture abusive esistenti, come baracche, pontili, gabinetti, tavoli, ricoveri per natanti e così via. Con questa operazione bisogna favorire un processo di progressiva rinaturalizzazione dell'areabr>
Servizi. Il Comitato è nettamente contrario alla realizzazione di servizi e strutture di qualunque genere lungo la sponda del fiume, in quanto deve restare un ambiente naturale, deve restare come testimonianza di un ambiente che è ormai quasi interamente scomparso. La Bocca di Serchio è l'equivalente di un monumento, dobbiamo preservarlo così com'è per dare modo anche alle future di generazioni di conoscere com'era un tempo l'arenile toscano. Per la realizzazione di eventuali servizi igienici, come piccolo punto di ristoro per i visitatori e per l'eventuale sede di altri piccoli servizi (come il noleggio dei natanti e il servizio di attraversamento del fiume) riteniamo possa essere utilizzata la struttura in muratura già esistente nei pressi del Muraglione. Il Comitato è contrario alla trasformazione della foce del Serchio in una specie di parco urbano con tavolini, tettoie, strutture per pic nic. Per quanto riguarda il parcheggio delle auto, deve essere utilizzato unicamente lo spazio già esistente a Case di Marina. Pertanto deve essere proibita la sosta lungo l'argine del fiume.
Finalità
Lo scopo della stazione marittima non deve essere quello di realizzare un porto per le barche sul modello di Viareggio e di Marina di Pisa, e cioè non deve diventare un ricovero per le barche che vanno in mare. Gli ormeggi ricavati lungo la sponda devono servire essenzialmente per le barche destinate all'uso sociale del fiume, come la pesca dilettantistica e le escursioni, così come è sempre stato fino ad alcuni anni fa. In altre parole devono servire unicamente alle attività che si svolgono all'interno del corso d'acqua. Il Serchio è un ambiente naturale che ha lo stesso valore di un bosco, con l'unica differenza che è dominato dall'acqua anzichè dagli alberi. Le barche a remi vanno quindi considerate come l'equivalente delle biciclette per il bosco. Gli accosti devono servire unicamente alle barche utilizzate per la navigazione in fiume. Bisogna impedire che la foce venga trasformata in un porto per posteggiare i natanti utilizzati per il mare.
Traghetto.
Attualmente la stragrande maggioranza delle barche viene utilizzata solo per pochi giorni l'anno per accedere alla spiaggia di S.Rossore. Siamo convinti che se ci fosse un servizio di traghettamento pubblico nel periodo estivo molte persone che utilizzano la barca solo per recarsi sulla spiaggia potrebbero decidere di utilizzare il traghetto considerando i costi e l’impegno rappresentato dal mantenere un natante sul fiume. Bisognerebbe cercare di disincentivare l'uso del mezzo privato, che tra l'altro penalizza le fasce più deboli e provoca una discriminazione tra i cittadini. Attualmente infatti l'accesso alla spiaggia non è consentito a chi non possiede un mezzo proprio. Riteniamo che per rispondere a questo diffuso e generalizzato bisogno (che è poi quello che provoca la moltiplicazione della barche private) il sistema migliore sia quello di realizzare nel periodo estivo un sistema di attraversamento pubblico, da realizzare nei pressi del Muraglione.
Noleggio.
Per venire incontro alla richiesta di quelle persone che amano pescare o vogliono esplorare il fiume, e che tuttavia non hanno nè i mezzi nè la voglia per mantenere una barca, riteniamo che debba essere previsto anche un servizio di noleggio (con tariffe sociali).
Assegnazione dei posti
Gli attracchi previsti dal piano di gestione il Comitato ritiene debbano essere realizzati sia sulla proprietà pubblica che su quella privata, anche se naturalmente non si potrà costruire un porto continua lungo chilometri. In ogni caso, nello spazio utilizzabile non potrà essere ricavato un numero sufficiente di posti per accogliere tutte le barche attualmente presenti sul fiume. Sarà necessario prevedere un sistema di assegnazione equo, giusto, aperto a tutti i cittadini, e che abbia un carattere sociale. A nostro avviso per ridurre la pressione delle richieste, è necessario intervenire anche sulle modalità di utilizzo del fiume, scoraggiando o impedendo l'uso dei motori a scoppio. In attesa di un provvedimento di divieto, si può intanto incentivare l'uso dei mezzi ecologicamente compatibili con un apposito regolamento per l'assegnazione dei posti barca.
Criteri.
Gli attracchi disponibili, dovrebbero essere assegnati sulla base di seguenti criteri.
Primo. Siccome il porto si trova all'interno di un parco, la cui funzione preminente è quella di salvaguardare l'ambiente, allora la priorità deve essere assegnata alle barche con minore impatto ambientale. Ad esempio si assegna un punteggio superiore a chi chiede un posto per una barca a remi, poi un punteggio più basso a chi lo vuole per una barca con motore elettrco, poi a scalare un punteggio ancora inferiore a chi adopera un motore a scoppio con due cavalli, poi con tre, e così via.
Secondo I posti barca dovrebbero essere assegnati con priorità ai residenti dei comuni di Vecchiano e S.Giuliano, proprio perchè il fiume ha avuto storicamente una funzione sociale.
Terzo. Siccome lo spazio disponibile è limitato, per poter accontentare tutta la popolazione, è necessario incentivare l'uso sociale dei posti esistenti. A questo proposito proponiamo che venga data la priorità nelle assegnazioni a coloro che presentano una richiesta collettiva (va stabilito un numero massimo, ad esempio cinque persone per evitare speculazioni). Con questo meccanismo si favorisce un uso collettivo e non privatisco di un bene prezioso, si incentiva la socialità, e soprattutto si consente anche alle persone con basso reddito di avere un posto barca, in quanto la spesa del noleggio viene ripartita su più persone. Tra l'altro già adesso sta accadendo proprio questo, molte persone usano la barca insieme. Quindi non si fa altro che sostenere una tendenza già in atto. Questo non tanto per i costi, quanto perchè, come sanno tutti coloro che l'hanno provato, tenere una barca in fiume è molto impegnativo, e quindi questo onere è più facilmente sostenibile se è distribuito su più persone. Tra l'altro la barca è un mezzo che, a differenza, dell'auto, viene adoperata pochissimi giorni l'anno (anche se occupa in modo permanente uno spazio), e quindi la condivisione non crea nessun tipo di problema.
Quarto. Per favorire in qualche modo coloro che già sono presenti sul fiume, per evidenziare che non si tratta di un'operazione contro di loro, riteniamo che si debba prevedere che, a parità di condizioni, l'assegnazione dei posti venga data a coloro che già attualmente hanno una barca in fiume.
Quinto. L’ assegnazione del posto deve avvenire in modo periodico, per dare a tutti i cittadini la possibilità di avere un attracco sul fiume, e per dare modo di subentare a coloro che presentano i migliori requisiti.
I controlli diventerebbero più agevoli e stringenti. Basterebbe dotare ogni barca di uno specifico contrassegno colorato a seconda della categoria (rosso per le barche a remi, verde per quelle a motore elettrico, e così via). Bisognerebbe naturalmente stabilire che chi non ripsetta la categoria in base alla quale ha preso il posto, verrà immediatamente allontanato, retrocedendo all'ultimo posto della graduatoria di chi è in attesa di assegnazione. In questo modo i controlli potranno essere effettuati più che dalle guardie del parco, dagli stessi addetti ai pontili, e soprattutto da tutti quei cittadini che sono rimasti esclusi dall'assegnazione.
Gestione
Per quanto riguarda la gestione degli attracchi, visto che la proprietà è divisa, esistono solo due possibilità. O viene prevista una gestione separata (i Comuni fanno da sè, e i privati fanno da sè), oppure viene prevista una gestione unica, mediante magari un consorzio pubblico-privato che preoccupi di realizzare tutti gli attracchi e poi di garantire la loro gestione. Qualunque modello venga scelto, è importante solo che venga adottato un regolamento di gestione unico, anche per non creare discriminazioni tra le due zone. Il Comitato è favorevole a un consorzio pubblico - privato, in quanto garantirebbe una gestione unitaria di tutta la sponda e consentirebbe di eliminare tutti quei problemi connessi alla gestione pubblica. Basti pensare alle difficoltà a cui si troverebbe di fronte il Comune se un domani si dovesse andare all'assegnazione dei posti. Ci sarebbe pressioni di ogni tipo, problemi di problemi di difficile soluzione. Il consorzio di gestione, invece, sarebbe molto più snello e efficiente (il regolamento di gestione, naturalmente, dovrebbe essere approvato dal consiglio comunale). Il consorzio di gestione pubblico privato potrebbe più facilmente reperire le risorse necessarie per realizzare gli attracchi e potrebbe poi anche assumere personale per la gestione del servizio, senza avere quei problemi a cui si troverebbe di fronte il Comune.
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