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Il tubone tra Lago e Serchio (2)
8/2/2008-
Pubblichiamo la seconda parte della relazione del geologo Roberto Balatri.
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RELAZIONE DEL GEOLOGO DOTTOR ROBERTO BALATRI RELATIVA AL PROGETTO PER IL COLLEGAMENTO MEDIANTE UN CANALE DEL SERCHIO CON IL LAGO DI MASSACIUCCOLI
(2- CONTINUA)
Vecchiano 5 novembre 2007
Dott. Geol. Roberto Balatri
SALINITA'
Se parte della problematica relativa all’elevata salinità del Lago è legata ad
una poco efficiente chiusura delle Porte Vinciane, non è da sottovalutare
l’abbassamento, dovuto agli eccessivi prelievi da pozzi, del livello freatico
relativo al cordone dunale costiero e neppure il continuo abbassamento della
freatica delle aree di bonifica, che in molte aree è al di sotto dei 5 metri dal
livello del mare.
Se come sostiene l’Autorità di Bacino del Serchio il Canale Burlamacca
sversa le sue acque nella Cava di San Rocchino , così a sua volta il gradiente
idraulico instauratosi tra il Lago e la piezometrica delle bonifiche di
Pioppogatto e Portovecchio, are da considerare tra le più depresse, fa si che
elevati valori di salinità, filtrando attraverso gli argini e il fondo del Lago
invada le stesse, si vedano le carte della conducibilità allegate al Piano.
La realizzazione della barriera mobile sul Burlamacca, sicuramente
migliorerà la situazione, ma sarà in grado di arrestare definitivamente il
fenomeno, considerando anche le filtrazioni, prima delle Porte Vinciane, che
si hanno attraverso il terreno sabbioso che si estende tra esse e il Lago?
Altro problema assolutamente da non trascurare è l’elevato apporto di
acque marine, che canali minori tipo la Farabola e la Gora di Stiava, in
quanto privi di impermeabilizzazioni ne dotati di alcuna barriera che ne
impedisca il flusso verso le are interne, sono in grado di riversare nelle aree
depresse.
Nei periodi di concomitanza di alta marea e mare mosso con periodi di
massima depressione della falda freatica, tali canali sono in grado di
apportare, nell’area delle Cave del Brentino, acque ad elevatissima
conducibilità, come dimostrano i dati massimi ricavabili dal Piano, ma
purtroppo relativi a pochi giorni, oltre 13 mS/s per la Farabola e 18 mS/cm
per la Gora di Stiava.
La dimostrazione di ciò, è la conducibilità, in superficie di oltre 5.5 mS/cm
rilevata, nell’ottobre 2007 dal sottoscritto, nella parte nord delle Cave del
Brentino, peccato che nel Piano in tali cave non sia stata analizzata la
variazione della conducibilità in base alla profondità, ma è altamente
probabile che si comporti come la Cava di San Rocchino.
Considerazione importante da fare sulle Cave del Brentino e sull’area
circostante è l’anomalia piezometrica che le caratterizza nei periodi di
maggiore siccità, in tali periodi il livello del pelo libero dell’acqua è al di
sotto anche di oltre 2 metri il livello medio marino.
La ragione è da ricercarsi nell’area depressa compresa nelle aree di scolo
dell’idrovoro di Pioppogatto e Portovecchio ove il livello piezometrico risulta
inferiore ai 3 metri, generando così un flusso sotterraneo che richiama acque
da nord e nord-ovest dall’area delle Cave del Brentino, trascinando con esso
salinità e inquinanti.
La depressione piezometrica, che si estende dalla località San Rocchino
sino al torrente Camaiore, ma in certe condizioni anche oltre, con valori
variabili da oltre 2 metri alle Cave del Brentino sino ad oltre 1 metro
nell’area del Camaiore, fa si che in concomitanza di circostanze sfavorevoli,
oltre quanto detto sulla Farabola e la Gora di Stiava, lo stesso Camaiore ed
altri fossi minori, ma non da escludersi un numeroso reticolo di cunicoli
fognari dismessi apportino consistenti contributi di salinità alla già precaria
situazione esistente.
Il ristabilirsi di un livello piezometrico, a quote superiori nell’aerea del
Brentino, oltre alla realizzazione di una cateratta mobile allo sbocco della
Farabola, così come previsto nel Piano, ridurrebbe sostanzialmente l’apporto
di acque ad alta conducibilità. Questo è un altro buon motivo per riallargare
le aree facenti capo agli impianti idrovori di Pioppogatto e Portovecchio,
responsabili in questo caso di immissione di acque ad alta conducibilità,
provenienti dalle Cave del Brentino.
BILANCIO IDRICO
Nel “Bilancio idrico del bacino del lago di Massaciuccoli” nell’ipotesi di
un approccio classico di calcolo si evidenzia un deficit idrico di :
Deficit = Deflussi – Apporti
Deficit = 173.082.991 . 140.664.712 = 32.418.280 mc/anno
Tenendo invece conto delle linee guida del Ministero dell’Ambiente, si
evidenzia una risorsa potenziale (Rpot) di 65.837.635 mc/anno, ma che di
fatto tale risorsa risulta inutilizzabile in quanto è il quantitativo che se ne va
al mare, attraverso il Canale Burlamacca e le recenti Idrovore della Bufalina,
quando il livello del Lago si innalza al di sopra di quello marino. Che
sottratta dal minimo deflusso vitale (Vmdv) pari a 69.121.193 definisce la
risorsa utilizzabile del bacino (Rut):
Rut = - 3.283.828
Proseguendo nel calcolo, sottraendo i fabbisogni antropici e sommandoci le
restituzioni di essi si ha un deficit idrico pari a 32.422.364.51 mc/anno, che
evidenzia non solo l’assenza di risorse utilizzabili (Rut = -3.283.828
mc/anno) ma conferma sostanzialmente quanto risultante dall’approccio
classico. A questo punto risulta interessante capire quale ruolo ha il sistema idrovoro
globale sulla risorsa potenziale (Rpot) e per far questo utilizziamo i dati di R.
Franceschi nel capitolo “Aree bonificate nel bacino del Massaciuccoli:
ubicazione e dati di pompaggio delle idrovore” della pubblicazione “LAGO
DI MASSACIUCCOLI 13 ricerche finalizzate al risanamento (1997 Ente
Parco).
Dai dati mediati dall’osservazione di più anni risulta che
mediamente ogni giorno affluirebbero al mare circa 151.578 mc se
il livello del Lago fosse sempre superiore ad esso.
Mediamente negli ultimi 7 anni il livello del Lago è stato superiore allo
zero per 160 giorni/anno, corrispondenti al periodo in cui le precipitazioni
risultano più intense e quindi al periodo di maggior funzionamento degli
impianti idrovori.
Quindi prendendo come valore 151.578 mc/giorno, valore ultracautelativo,
l’acqua che si riversa in mare, avremo un valore sicuramente sottostimato di
24.404.058 mc/anno che il mantenimento dell’attuale stato di bonifica riversa
in mare tramite la Bufalina ed il Burlamacca.
Concludendo possiamo dire che solo il sistema di bonifica esistente è
responsabile più del 75 % del deficit idrico del bacino del Massaciuccoli.
Sicuramente il Consorzio di Bonifica potrà fornirci dei dati più precisi per
migliorare le stime fatte.
Siamo ancora convinti che possiamo gettar via oltre 24 milioni di
mc/anno, senza cercare di intercettarli in adeguate are da riallargare?
(2 - CONTINUA)
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