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LA BATTIGIA di Trilussa
13/9/2009-
L’incertezza riguarda solo il nome: piromani, poveri malati, disgraziati, incoscienti, delinquenti, irresponsabili.
A me piace chiamarli “delinquenti e imbecilli” perché queste sono fondamentalmente le due categorie...
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PIROMANI
L’incertezza riguarda solo il nome: piromani, poveri malati, disgraziati, incoscienti, delinquenti, irresponsabili.
A me piace chiamarli “delinquenti e imbecilli” perché queste sono fondamentalmente le due categorie di persone responsabili della maggior parte degli incendi nel nostro paese.
I delinquenti agiscono per conto terzi. Appiccano il fuoco e mettono gli inneschi su ordini di altri, speculatori edilizi senza scrupoli, per distruggere il bosco in zone di alto pregio ambientale sempre di ostacolo a chi vuole arricchirsi costruendo nuove abitazioni. Succede soprattutto nelle nostre isole o in luoghi di pregio turistico dove lo spazio per costruire nuovi insediamenti è poco in confronto alla richiesta e al guadagno derivati da questa lucrosa attività.
Esiste è vero una legge nazionale che prevede il blocco della edificabilità sui terreni bruciati per 15 anni ma i terreni per essere protetti dovrebbero essere censiti e accatastati, cosa che nessun comune fa, per cui dopo pochi anni il territorio bruciato ha perso completamente ogni suo valore ambientale ed è facile preda della speculazione edilizia. Succede anche in molti altri paesi, come la Spagna, e di solito in luoghi di particolare pregio dove le unità abitative o commerciali rendono molto . E’un sistema molto diffuso e reso possibile tramite quella criminale infiltrazione degli affari nella politica che sta caratterizzando purtroppo in maniera preoccupante anche il nostro paese.
Un punto importante nella lotta agli incendi e agli incendiari potrebbe essere rappresentato dalle pene previste per questi reati che ora appaiono oggettivamente poco severe. C’ è chi parla di equiparare il reato di incendio doloso a quello di terrorismo, visto che si mettono a rischio vite umane, e potrebbe essere una buona idea, un robusto deterrente.
Poi ci sono anche gli imbecilli.
Quelli, ad esempio, che lo fanno perché in passato erano stati assunti a progetto in aiuto ai vigili e pensano di essere chiamati di nuovo. In questo caso si tratta di un misto di necessità, stupidità (quella c’è sempre), egoismo, ignoranza e maleducazione che porta a considerare poco o niente il danno che viene recato all’ambiente in confronto al modesto beneficio del loro compenso.
Poi ci sono i malati, i veri piromani, individui che hanno gioia a vedere svilupparsi l’incendio. Questi sono quelli più facilmente controllabili. Sono individui di solito noti alle forze dell’ordine perché tendono a ripetere nel tempo i loro atti e possono essere curati, isolati e controllati specialmente durante la stagione estiva. Una pena più severa contribuisce meno in questo caso a ridurre il fenomeno perchè queste persone spesso sono spinti da impulsi irrefrenabili. Possono però essere ben controllati con farmaci o con controlli di polizia.
Poi ci sono gli stupidi veri e propri. Mi immagino bulletti che lo fanno per i soliti motivi che leggiamo sui giornali quando vengono intervistati quelli che hanno dato fuoco al barbone sulla panchina o gettato sassi dal cavalcavia.
Noia, non sapere cosa fare, rompere la monotonia delle giornate vuote. Magari un bel fuoco con tanto di vigili, la polizia, l’elicottero che viene a prelevare l’acqua dal fiume. Un divertimento, una novità che viene a rompere le solite monotone giornate, la solita monotona vita in cui ci si barcamena da un bar all’altro, da una piazza all’altra a fare le solite cose.
Allora avanti. Si va col telefonino e poi ci si da il via con un SMS: Vai!! Ora!!
E il fuoco divampa su quattro fronti, di sera, è impossibile ormai controllarlo, domarlo, limitarlo.
Va e brucia ettari di bosco, alberi secolari, ulivi colmi di frutti quasi pronte per il raccolto, uccide col fumo e con le fiamme animali e piante, modifica un ecosistema, minaccia le abitazioni, cambia la fisionomia della montagna.
E’ uno scenario desolante. Desolante perché in tute queste persone manca il senso del rispetto, il rispetto per la cosa pubblica, l’amore per un bene di un valore inestimabile come la natura.
Cosa penseranno questi stupidi incendiari quando guarderanno il frutto del loro crimine, quelle colline spoglie, annerite, ferite, quegli scheletri di alberi carbonizzati, quella vita assente, quel silenzio privo di suoni animali, di movimenti, di sussurri, quel territorio privato della vita?
Perché in loro non nasce il sentimento molto umano dell’amarezza, del dolore, dello sconforto di fronte a tanta distruzione?
Forse se non la famiglia almeno la scuola avrebbe potuto insegnare loro il rispetto che gli manca. Il rispetto per gli altri e per la natura, la consapevolezza di quanto grave possa essere il loro stupido gesto, la vigliaccheria di quello che hanno fatto.
Molte persone hanno pianto di fronte alla tragedia, c’è rabbia e ci si domanda perché. Qualcuno parla di killer, altri propongono una taglia sul cosiddetto piromane.
Ci sono stati straordinari fenomeni di solidarietà: un contadino ha rinunciato al raccolto per ospitare nel suo podere i depositi d’acqua per gli elicotteri, pane fresco è stato offerto gratuitamente per rifocillare chi da ore lottava contro il fuoco, giovani e anziani hanno operato fianco a fianco contro l’avanzare delle fiamme, volontari della protezione civile provenienti da tutta la provincia per integrare il lavoro straordinario dei vigili del fuoco.
Una lode a tutti costoro, esempio di civiltà e partecipazione, una infamia ai piromani, chiunque essi siano e per qualunque motivo lo abbiano fatto, sono dei delinquenti e degli imbecilli, non ci sono parole più adatte di queste per definirli.
Trilussa
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