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LA BATTIGIA
di Trilussa
15/3/2009-
MODELLI DI SVILUPPO
“L’Italia è un paese meraviglioso. Ricco di storia, arte, cultura, gusto, paesaggio. Ma ha una malattia molto grave: il consumo di territorio. Un cancro che avanza ogni giorno, al ritmo di quasi 250 mila ettari all’anno...
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MODELLI DI SVILUPPO
“L’Italia è un paese meraviglioso. Ricco di storia, arte, cultura, gusto, paesaggio. Ma ha una malattia molto grave: il consumo di territorio.
Un cancro che avanza ogni giorno, al ritmo di quasi 250 mila ettari all’anno. Dal 1950 ad oggi, un’area grande quanto tutto il nord Italia è stata seppellita sotto il cemento.
Il limite di non ritorno, superato il quale l’ecosistema Italia non è più in grado di autoriprodursi è sempre più vicino. Ma nessuno se ne cura.
Fertili pianure agricole, romantiche coste marine, affascinanti pendenze montane e armoniose curve collinari, sono quotidianamente sottoposte alla minaccia, all’attacco e all’invasione di betoniere, trivelle, ruspe e mostri di asfalto.
Non vi è angolo d’Italia in cui non vi sia almeno un progetto a base di gettate di cemento: piani urbanistici e speculazioni edilizie, residenziali e industriali; insediamenti commerciali e logistici; grandi opere autostradali e ferroviarie; porti e aeroporti, turistici, civili e militari.
Non si può andare avanti così! La natura, la terra, l’acqua non sono risorse infinite. Il paese è al dissesto idrogeologico, il patrimonio paesaggistico e artistico rischia di essere irreversibilmente compromesso, l’agricoltura scivola verso un impoverimento senza ritorno, le identità culturali e le peculiarità di ciascun territorio e di ogni città, sembrano destinate a confluire in un unico, uniforme e grigio contenitore indistinto.”
L’articolo è tratto dalla copertina del sito www.stopalconsumoditerritorio.it promossa da una serie di movimenti illuminati che hanno capito, ma faticano a far capire, l’importanza del territorio in cui viviamo.
Lottano, abbastanza inutilmente per ora, per far capire alla massa e, purtroppo anche ai vari amministratori e politici, che il territorio è un bene da difendere e non un prodotto di consumo o un merce da barattare.
Ci sono molti firmatari famosi nel documento programmatico fra cui il sindaco Cacciari ed anche il nostro concittadino Francesco Gesualdi fondatore del Nuovo Modello di Sviluppo e autore di molti libri di successo sull’argomento.
Il modello di viluppo della nostra società, con la sua continua necessità di essere alimentato dal denaro, sfocia spesso in comportamenti che usurano fortemente il territorio, ne sfruttano ed esauriscono le risorse in una maniera sempre più progressiva; una maniera invasiva che pare al momento inarrestabile.
I paesi più ricchi e più sviluppati, nella loro corsa folle alla ricchezza (e la conseguente necessità di energia per la produzione di beni di consumo, spesso anche inutili), stanno consumando risorse in maniera tale che entro pochi decenni la Terra non sarà in grado fornire, non solo ai poveri che già patiscono la fame, ma anche ai paesi ricchi il minimo sostentamento alimentare e di acqua.
Ci sono città americane che hanno esaurito da tempo le loro risorse idriche, i mari del mondo sono sempre più poveri, i combustibili fossili garantiscono rifornimenti solo per pochi decenni, lo stesso materiale nucleare sta scarseggiando e gli esperti dicono che potrà arrivare al massimo fino al 2050.
Per questo appare veramente assurdo, come sta succedendo da noi in Italia, volersi affidare al nucleare per quell’ energia che ci è indispensabile e che potremmo benissimo ricavare dal sole e dal vento di cui siamo abbondantemente forniti. Ciò fa pensare che dietro certe scelte, al posto della logica, ci sia sempre quello che domina il mercato mondiale e cioè il denaro e l’interesse.
Ma senza guardare troppo lontano, nel tempo e nello spazio, basta guardare quello che sta succedendo vicino a noi, nei comuni che conosciamo, nelle realtà in cui viviamo. Da ogni parte si continuano a costruire nuove case, nuovi complessi abitativi, nuovi villaggi. Ogni casa ha bisogno di acqua ed elettricità, produce quantità sempre maggiore di rifiuti organici e non, consuma e privatizza parte del territorio, trasforma visivamente e materialmente l’ambiente, modifica l’esistente talvolta in maniere discreta, molto spesso anche in maniera violenta.
Su questo argomento vorrei fornire due esempi di segno completamente opposto.
Il primo è “La settima meraviglia” a Settimo Torinese, in Piemonte, 91.000 metri quadrati di nuovo cemento che prenderanno il posto di campi coltivati. Sarà il centro commerciale più grande d'Italia, per ora naturalmente. Sono previsti, oltre a 5 blocchi di edifici indipendenti che ospiteranno centinaia di negozi, 5000 posti auto per accogliere tutti i clienti. Ingente l'investimento: 140 milioni di euro e apertura prevista per il 2010. Il sindaco di Settimo Torinese chiama questa trasformazione da territorio fertile a cementificato “riqualificazione”.
“E’un po’ come lo sviluppo sostenibile. Da quando i nostri politici utilizzano la locuzione “sviluppo sostenibile”, la depredazione del territorio ha subito una decisa accelerazione.
E’ la magia delle parole: si utilizzano parole soavi, tranquillizzanti, per nascondere le brutture più orrende. Una volta, almeno, si aveva il coraggio di chiamare le cose con i loro nomi: speculazioni edilizie, inceneritori… Così come una volta uno spazzino era uno spazzino, non un operatore ecologico, un handicappato era un handicappato, non un diversamente abile.
La realtà che ci circonda è sempre uguale, talvolta peggiore, solo le parole cambiano.”
Il secondo è invece il comune di Cassinetta di Lugagnano (Mi), dove su proposta del Sindaco Domenico Finiguerra la popolazione ha preferito mantenere integro il territorio, rinunciando a facili introiti da cementificazione ed insediamenti inquinanti, compensando con capacità progettuali e di ricerca di sponsor e finanziamenti pubblici ed aumentando leggermente le tasse locali.
E’ attualmente l’unico comune in Italia con un Piano Regolatore a crescita zero.
Un progetto impensabile e apparentemente impossibile eppure non solo riuscito ma anche condiviso dalla popolazione che lo ha dimostrato anche nelle urne.
Alle ultime elezioni amministrative del 2007, la lista civica (rosso-verde) è stata infatti riconfermata con oltre il 63% dei voti, in netta controtendenza rispetto a tutta la provincia di Milano, dove il centrosinistra ha perso in comuni importanti come San Donato Milanese, Rho, Pieve Emanuele, Buccinasco, Monza.
Quest’ultima è sicuramente una scelta difficile che si può compiere solo a certe condizioni come il possedere una maggioranza solida e impermeabile a condizionamenti esterni, con una forte condivisione e partecipazione da parte dei cittadini e una seria politica di bilancio con forti incentivi al recupero degli edifici esistenti.
Non è certo una scelta facile ma il comune di Cassinetta ha dimostrato tuttavia che è una via praticabile, sia pure a certe condizioni.
Dimostra soprattutto che una certa visione più progressista del territorio (ritengo che certe scelte urbanistiche appartengano oramai al passato) può essere realizzata con vantaggi sia immediati e soprattutto futuri per tutta la popolazione residente.
Trilussa
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