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LA BATTIGIA
di Trilussa
30/11/2008-
POLITICAL BENEFIT
“Ammortizzatori politici” ecco il termine giusto.
Ho letto per la prima volta questa parola su una lettera al Tirreno e mi ha subito colpito per la sua completezza...
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POLITICAL BENEFIT
“Ammortizzatori politici” ecco il termine giusto.
Ho letto per la prima volta questa parola su una lettera al Tirreno e mi ha subito colpito per la sua completezza. E’ una definizione perfetta, facilmente comprensibile, direi esatta.
In pratica si possono definire “ammortizzatori politici” tutti quei posti che vengono creati, o forse è meglio dire messi a disposizione per non offendere nessuno, per i politici che arrivano in scadenza in qualche ruolo e che vanno riposizionati da qualche parte per poter continuare la loro “missione“ senza dover tornare al loro primigenio posto di lavoro (e al loro primigenio stipendio).
Sono posti adatti anche per i famosi “trombati”, che non è una brutta parola, o meglio lo è ma con un diverso significato: sono cioè coloro che, candidati a qualche incarico pubblico, non hanno avuto il consenso popolare e non sono stati eletti; oppure sono stati prima eletti ma non rieletti (e un motivo, di solito, c’è).
Per tutta questa marea di persone si aprono le porte degli Ato, dei Consorzi, delle Partecipazioni, delle Comunità, delle Aree Vaste, Città Future, Villaggi Incantati eccetera, dico nomi a caso, non ci badate.
C’è qualcosa di male in questo? Forse qualcosa c’è perché magari non sono bravi, o non sono nel loro settore, o si sentono demotivati perché aspiravano a fare altro che loro consideravano più importante per loro e per la loro carriera politica. Un po’ come se gli esuberi Alitalia fossero impiegati in un Ministero: prima stuart ed hostess che volavano gratificati su rotte internazionali, ora impiegati senza titolo e professione che passano le carte o lavano i pavimenti in qualche ufficio!
Ora il lettore che ha scritto quella lettera faceva una giusta osservazione e cioè che invece di tagliare i fondi alla scuola (e alle scuole, vedi ultima tragedia a Torino dove solo il 38% delle scuole sono certificate sicure- in Toscana siamo al 90%) si potevano tagliare in altri settori meno essenziali ma ugualmente costosi. E faceva l’esempio del Parlamento dove a fronte di circa 950 parlamentari quelli che decidono tutto saranno forse una quindicina (da una parte ce ne sono anche troppi, che sgomitano, ed è male, dall’altra al contrario quelli che ci sono si limitano a scodinzolare, ed è altrettanto male).
Oppure si poteva eliminare le Province (tutti lo dicono ma nessuno lo fa), che oramai sembrano avere solo incarichi di rappresentanza e di organizzazione di convegni, magari con viaggi all’estero, od anche tutti quegli altri Enti o Entini che talvolta sembrano fatti apposta proprio per loro.
Gli sprechi di soldi pubblici partono dall’alto ma arrivano fino ai Comuni ed è di questi giorni la polemica che coinvolge il sindaco Mallegni (già noto per altre vicende di competenza della Magistratura) che ha alloggiato il proprio autista all’Hotel Cristallo a Cortina (era in “missione” in quella località) sborsando (il Comune, e quindi i cittadini e non il Mallegni di tasca propria) la notevole cifra di 1600 euro per il solo pernottamento! Un esempio che a mio giudizio appartiene più al mancato rispetto dei cittadini che a quello della semplice “finanza allegra”.
Anche nel nostro Forum sono comparsi recentemente strisce di lettere che lamentavano questo uso distorto delle risorse e questo affollamento di politici in posti chiave della macchina pubblica che comporta due ordini di problemi.
Il primo è quello anticipato del rischio di collocare in posti importanti e di responsabilità persone o non qualificate o non motivate con una conduzione inconcludente e/o talvolta addirittura irresponsabile del loro ufficio.
Il secondo è che si rischia di ingessare la vita politica perché a ricoprire gli incarichi sono sempre le solite persone note che non demordono e si riciclano anche ad età pensionabile ed oltre, impedendo un vero ricambio generazionale.
Irene Tinagli è l’esempio più illuminante di questa situazione per qualcuno sicuramente imbarazzante. Docente al Carnegie Mellon University di Pittsburg (Pensylvania) ed autrice del libro “Talento da svendere”, empolese di nascita, a soli 33 anni viene chiamata al Coordinamento Nazionale del PD per le sue competenze nel settore innovazione e sviluppo. A distanza di un anno, e con molta amarezza, Irene rende pubbliche le sue dimissioni pubblicando sul “Riformista” la lettera che ha scritto a Walter Veltroni dove dice che nell’intero anno della sua partecipazione al Coordinamento Nazionale mai una volta è stato chiesto un suo parere, nessuna opinione gli è stata mai richiesta in merito alle sue competenze, non ha mai partecipato in alcun modo alle decisioni del partito, nemmeno nei settori di per cui era stata chiamata. Si è resa conto di essere stata solo uno specchietto per le allodole e con amarezza riferisce che quelli che contavano e decidevano le linee erano sempre i soliti vecchi esponenti del partito. A chi le chiedeva di cosa si occupasse nel Coordinamento Nazionale rispondeva “di nulla, non mi occupo di nulla!”.
A chi interessa leggere la lettera di Irene:
http://www.paolaconcia.it/blog/?p=700
Nessuna regione in Italia è immune da questa malattia ed anche da noi in Toscana si va avanti con questo sistema clientelare dove i clienti sono tutti coloro che hanno avuto in qualche modo un incarico politico e che aspirano a continuare la loro strada fino alla pensione.
E’ un sistema perverso che bisognerebbe in qualche modo eliminare, a partire dai 65 consiglieri regionali con lauti stipendi che più volte si è detto di ridimensionare ma che sono sempre tutti nella loro preziosa e ben pagata carica pubblica.
Non vorrei scivolare nel qualunquismo politico ma la situazione sta esattamente in questi termini ed è sempre più difficile sfuggire a questo pericolo perchè a guardar bene non si scorgono, in entrambi gli schieramenti, segnali, discorsi o dichiarazioni pubbliche recenti che facciano pensare ad un cambiamento di rotta. Quel rinnovamento politico, quel cambiamento che tutti invocavano in fase pre-elettorale, stimolati anche dalla pressione popolare causata dall’uscita del libro La Casta, sembra attualmente sfumato nelle solite scaramucce sul “pizzino”, sulla Commissione di Vigilanza Rai, sulle diatribe interne dei partiti di sinistra, riapparse o forse mai scomparse ma solo sopite, e nelle solite tiritere ripetute dai portavoce stantii della maggioranza.
Il Governo, una volta insediato, ha dapprima completamente ignorato il problema perdendosi nelle vecchie questioni private del Presidente, poi la comparsa improvvisa della crisi economica ha distratto la politica e cancellato tutti i propositi di risparmio, snellimento, ridimensionamento e ricambio generazionale, argomenti progressivamente scomparsi dalle agende politiche di tutti i partiti.
Per concludere se la politica dimostra di eccellere nella realizzazione di ottimi “ammortizzatori politici” sembra invece più carente e tiepida in quegli “ammortizzatori sociali” tanto necessari in questa fase di recessione. Anche il rinnovamento è rimandato, le facce per ora non cambiano, ed il declino del nostro paese sta diventando sempre più evidente. L'Enonomist ci colloca al momento, per competitività, al 40° posto nel mondo, dopo Thailandia e Lettonia, ultimi in Europa, appena sopra Grecia e Turchia.
Forse un po’ ce lo stiamo meritando.
Trilussa
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