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LA BATTIGIA
di Trilussa



9/11/2008- SPERANZE
La elezione di Barack Obama come 44° presidente degli Stati Uniti d’America ha suscitato grande approvazione ed entusiasmo in tutto il mondo a dimostrazione di....


SPERANZE


La elezione di Barack Obama come 44° presidente degli Stati Uniti d’America ha suscitato grande approvazione ed entusiasmo in tutto il mondo a dimostrazione di come inappropriata e poco amata, per non dire disastrosa, fosse stata la doppia gestione di Bush della maggiore potenza economica e militare mondiale.


Obama si presenta come il nuovo ed esprime il desiderio di cambiamento di una società che vive un persistente malessere sociale interno, acuito dalle ultime vicende economiche che negli USA stanno avendo effetti devastanti su tutte le classi sociali, e uno scadimento dell’immagine mondiale degli Stati Uniti che non hanno saputo risolvere, e come nel caso del terrorismo addirittura accentuare, i vari problemi e conflitti che sono mondo.


La stessa elezione di una persona di colore e la deferenza immediata con cui il rivale McCain si è rivolto al nuovo presidente dimostrano che grande popolo possa essere quello americano quando alla guida vi sia un personaggio capace e illuminato. Ed anche quanto cammino deve fare ancora la nostra tiepida democrazia per arrivare a quei livelli di rispetto reciproco e di fattiva collaborazione fra governo e opposizione e che sarebbero così utili per il paese.


Non vogliamo certo fare commenti politici o dare giudizi su questa elezione. Non ne siamo all’altezza e già si scrive molto e meglio di noi sul nuovo Presidente ma ci è sembrato utile elencare i dieci punti del programma del nuovo leader. Lo facciamo perché sono importanti non solo per l’America ma per il mondo intero e dall’elenco si capisce il motivo del grande entusiasmo, della grande e positiva attesa che ha suscitato la sua elezione.


Ecco la lista di 10 promesse fatte in campagna elettorale da Obama e che ci riguardano tutti:


1.Ridurre le emissioni di anidride carbonica degli Usa dell’80% entro il 2050 e svolgere un ruolo forte e positivo nel negoziare un trattato vincolante per rimpiazzare il Protocollo di Kyoto in scadenza


2.Ritirare le truppe dall’Iraq entro 16 mesi, senza mantenere basi permanenti nel paese


3.Stabilire l’obiettivo chiaro di eliminare le armi nucleari dal pianeta


4.Chiudere il centro detentivo di Guantanamo Bay


5.Raddoppiare gli aiuti Usa per dimezzare la povertà estrema entro il 2015 ed accelerare la lotta a Aids/Hiv, tubercolosi e malaria


6.Aprire relazioni diplomatiche con paesi come Iran e Siria, per perseguire la pacifica risoluzione delle tensioni


7.De-politicizzare i servizi segreti in modo che non si ripetano mai più manipolazioni come quelle che hanno spinto gli Usa in Iraq


8.Lanciare uno sforzo diplomatico all’altezza di fermare le stragi in Darfur


9.Accettare di negoziare solo nuovi accordi commerciali che contengano protezioni ambientali e del lavoro


10.Investire 150 miliardi di dollari in 10 anni per supportare le energie rinnovabili e raggiungere un milione di auto elettriche in strada entro il 2015


Leggendo i vari punti è evidente l’importanza universale di queste promesse elettorali e speriamo che egli abbia l’opportunità e soprattutto la forza di realizzarle. E’ evidente che anche la realizzazione solo di una parte di queste avrà la conseguenza di uno straordinario cambiamento nella vita di milioni di persone in tutto il mondo. Un mondo dove la maggior parte della popolazione mondiale soffre la fame, la miseria, la guerra, le malattie, i genocidi e il terrorismo e detiene solo una minima parte delle risorse del pianeta, nettamente a vantaggio dei paesi occidentali. Uno squilibrio che negli anni invece di diminuire si è ulteriormente rafforzato facendo intendere quali sono i veri scopi di quelle riunioni dei cosiddetti Grandi che guardano sempre più agli interessi propri che a quelli delle fasce più misere della popolazione mondiale.



Senza contare finalmente quell’attenzione all’ambiente che il presidente Bush ha fino ad ora sacrificato in nome degli interessi sovrani delle multinazionali (fonte di sostanziosi finanziamenti) e che anche da noi è stato ultimamente messo in discussione per lo stesso motivo della difesa degli interessi dei grandi gruppi industriali. Perché è incredibile pensare a come vengano sottovalutati gli effetti che il nostro sviluppo caotico ed incontrollato stanno avendo sull’ambiente e quanto poco tempo ci rimane per cercare di invertire questa tendenza prima della distruzione ambientale (peraltro annunciata da tempo dalle sempre più numerose catastrofi naturali).



Diciamo tutto questo perché in questo momento di festa per la democrazia:



“gli squali stanno già girando in tondo – compagnie petrolifere, costruttori di armi, lobbisti conservatori, e la potente cricca neo-con che ci ha regalato la guerra in Iraq sta già pressando furiosamente per affievolire le possibilità di cambiamento. Obama ha promesso unità nazionale, e questi interessi chiederanno un alto prezzo per quella unità!”



Una semplice sciocchezza invece io considero (ma questa la cito come opinione personale) quel termine “abbronzato” che il nostro presidente si è lasciato sfuggire nella sua totale e perenne incapacità di prendere le misure del ruolo che ricopre, una piacioneria che molto spesso è fuori luogo ma che non va al di là della sciocchezza e che le nostre mamme avrebbero bollato con il solito discorso del “non facciamoci sempre riconoscere!”.

Una importanza quindi eccessiva che coinvolge anche la vicenda dei manifesti affissi a Roma sulla frase dell’on.Gasparri e il conseguente teatrino della conferenza in cui venivano mostrati i vecchi cartelli affissi contro Prodi (appesantiti dalle stesse sciocchezze che mostrano l’alto livello della vita politica italiana!) e mi ha fatto venire in mente quelle ripicche di noi giovani ragazzini che ribattevamo con quel “o te, allora!” che potevano durare all’infinito e che erano giustificati solo dalla nostra età e dalla nostra, purtroppo perduta, giovanile spensieratezza.

Trilussa

 
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