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SEGNALI DI FUMO di Madamadoré
14/1/2009-
La Storia Infinita
Le passioni umane sono una cosa molto misteriosa e per i bambini le cose non stanno diversamente che per i grandi….coloro che ne vengono colpiti non le sanno spiegare e coloro che non hanno mai provato
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La Storia Infinita
Le passioni umane sono una cosa molto misteriosa e per i bambini le cose non stanno diversamente che per i grandi….coloro che ne vengono colpiti non le sanno spiegare e coloro che non hanno mai provato niente di simile non le possono comprendere…insomma ci sono tante e diverse passioni, quante e diverse sono le persone.
Per Bastiano Baldassarre Bucci la passione erano i libri.( La storia infinita)
Chi non ha mai passato pomeriggi interi con la testa china su un libro, dimenticando tutto il resto, chi non ha mai letto sotto le coperte alla debole luce di una lampadina tascabile, chi non ha mai pianto per una meravigliosa storia, perché una storia era finita, chi non ha tremato per le avventure, per il destino di personaggi e creature di una storia? Chi non conosce tutto questo per sua personale esperienza comprenderà fino in fondo quello che si dirà da ora in avanti?
In quest’epoca post moderna, l’epoca del www, del grande bazar mondiale fare l’elogio del libro, della lettura e del raccontare può apparire in controtendenza, può sembrare malinconia per un tempo che fu. Non è cosi, il www è uno strumento di grande potenza, di grande efficacia, è un mezzo, appunto, tra tanti altri. Lo sbaglio è il risalto dato a questo mezzo, come sbaragliatore di tutto il resto, mezzo egemone e sovrano tra gli altri mezzi.
Navigo nel grande mondo del www alla ricerca di qualcosa, lo trovo, scorro lo sguardo tra le parole, ma contemporaneamente quella pagina aperta mi seduce con mille altri richiami, i links, e allora via, di nuovo approfondisci, cerchi e trovi un sacco di fogli affascinanti, interessanti, ma non li puoi leggere qui, ora, subito, e allora li salvi, crei una cartella con il proposito di leggerli in seguito, di approfondire domani. Invece rimarranno lì, perché il computer affatica moltissimo la vista, la postura, è un mezzo rapido, veloce, molto efficace per la consultazione. La sua struttura mi appare più congeniale ad una mente “matura” ad un pensiero in qualche modo già costruito, necessita di strumenti critici, raffinati, esperti.
Un libro lo tieni in mano, lo esplori fin dalla copertina, la consistenza delle pagine, l’odore delle pagine, la sua scrittura, le immagini, lo porti con te, lo puoi sottolineare e scrivere a fianco le tue note, lo leggi e lo rileggi, oggi e domani, e ogni volta scoprirai nuove parole, nuovi paesaggi. La stessa pagina non ti sembrerà uguale, perché sei cambiato anche tu, un libro magicamente accompagna i tempi della nostra esistenza. La storia è infinita, difatti la lettura non coltiva l’ideale della rapidità, ma casomai quello dell’attesa, della durata. Un libro dilata il tempo.
Bastiano guardò il libro.
Mi piacerebbe sapere, mormorò fra sé e sé, che diavolo c’è in un libro fintanto che è chiuso. Naturalmente ci sono dentro solo le lettere stampate sulla carta, però qualche cosa ci deve pur essere dentro, perché nel momento che si comincia a sfogliarlo, subito c’è lì di colpo una storia tutta intera. Ci sono personaggi che io non conosco ancora e ci sono tutte le possibili avventure e gesta e battaglie, e qualche volta ci sono delle tempeste di mare oppure si arriva in paesi e città lontani. Tutte queste cose sono già in qualche modo nel libro. Per viverle bisogna leggerlo questo è chiaro. Ma dentro ci sono già fin da prima. Vorrei sapere proprio come.
E d’improvviso si sentì avvolgere da un’atmosfera quasi solenne.
Si sistemò comodamente, afferrò il libro, aprì la prima pagina e cominciò a leggere.
( La storia infinita)
Chi non ha avuto almeno una volta questa sensazione di grande intimità con un libro, con la storia che racconta, la curiosità di saperne di più dello scrittore?
Tutto può iniziare in libreria, un luogo bellissimo, dove, se ci hai fatto caso, tutti vagano da uno scaffale all’altro, ora con un libro in mano, ora con lo sguardo ricercatore. O sei lì per una missione precisa oppure sei lì per farti sedurre da un titolo, da una copertina, da poche parole messe giù con maestria, insomma quella che si compie è una vera alchimia tra un lettore e il libro, un incontro che può aprire la mente, da cui può nascere qualcosa che ti cambierà. Un libro, una storia è capace di illuminarti un cammino, di incuriosire, di curare una ferita, di insegnare, di correggere degli errori, alleviare e medicare delle ferite, accompagnare una trasformazione, dare forza alla memoria e molto altro.
Ma un posto veramente magico è la biblioteca: gli odori, l’atmosfera, tutte le storie messe lì in fila, secondo un ordine preciso. Una biblioteca è una specie di santuario,
“ogni libro che vedi possiede un’anima, l’anima di chi lo ha scritto,di chi lo ha letto, di chi ha vissuto e sognato, grazie ad esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che uno sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza.(L’ombra del vento)”
Ogni libro appartiene a tutti e nello stesso tempo non appartiene che a se stesso, un libro è immortale.
Un libro è potente. Penso ai libri proibiti, messi all’indice, ai libri bruciati. Il libro è uno strumento di democrazia. Un libro, una storia può essere profeta, anticipatrice, può rivelarci meccanismi della società meglio di un’inchiesta giornalistica.
Tutti abbiamo subìto la magia delle storie, la magia del “C’era una volta...”, una formula che ti avvolge come un abbraccio, lo sanno i bambini, sempre esigenti rispetto al racconto di storie, esigenti sulla trama, sulla descrizione dei personaggi, sull’atmosfera, sul tono di voce. C’era una volta… è la formula magica per i bambini, che fa scattare occhi e visi attenti, insaziabili…dopo una storia ne vogliono un’altra e un’altra ancora!
Ma com’è che da quella magia, da quella passione per le storie si esce solo con una grande repulsione per i libri, che sono i depositari delle storie, sono gli scrigni che le contengono?
A che cosa avviciniamo i nostri figli? Tv, play station, cellulari…
Si è indebolito il pensiero?
Oppure anche il pensiero è diventato così liquido da non comprendere la solidità delle parole?
Il libro non è più sufficiente a capire e a spiegare il mondo, ha perso il privilegio di strumento costruttore di paesaggi, di contesti, di persone e personaggi?
Forse, come dice Daniel Pennac,
“fino a quando non si capirà che un libro può davvero migliorare la vita, che leggere concede una tregua all’esistenza, che leggere è anche una necessità e un atto di resistenza contro ogni contingenza della vita, l’esercizio del leggere sarà roba per pochi.
A leggere si impara leggendo e se non credi alle parole che leggi, se non le credi vere, è allora che un libro diventa uguale ad una palestra.
Madamadoré
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