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LA BATTIGIA
di Trilussa



20/12/2009- GRATTA E…..LAVORA
Quasi duecentomila sardi fra i 18 e i 32 anni hanno partecipato al gioco di una catena di distribuzione intitolato «Vinci il tuo posto di lavoro». Una bambina opportunamente bendata...


GRATTA E…..LAVORA

Quasi duecentomila sardi fra i 18 e i 32 anni hanno partecipato al gioco di una catena di distribuzione intitolato «Vinci il tuo posto di lavoro».

Una bambina opportunamente bendata ha estratto i quattro nomi delle persone che avranno diritto, per la durata di un anno, a un posto di lavoro, quello di commesso ad un supermercato. E’ vero che per concorrere bastava fare la spesa e quindi in parte il grande numero è dovuto a questa facilità, tuttavia il numero è veramente sorprendente e questa vicenda può essere la dimostrazione di quanto grave sia la crisi che attraversa il nostro paese in questo momento. In tutti i settori.

C’e una crisi di moralità pubblica messa in evidenza da tutti gli scandali che giornalmente emergono e vengono riportati dai giornali, una crisi di credibilità della politica per le tante promesse non mantenute e per il crescente distacco di questa dalla gente e dai problemi comuni, una grave crisi dei valori fondamentali e fondanti di una società civile con un inquietante aumento degli episodi di violenza fisica e verbale, non solo nei luoghi della politica ma anche nella vita di tutti i giorni.

In questo pessimo clima da Paese decadente (in quasi tutti gli indici internazionali facciamo prima a trovare l’Italia partendo dal fondo!) il problema del lavoro legato alla crisi economica mondiale si sta facendo veramente preoccupante.

Questo episodio ne è un segnale evidente, duecentomila persone che si affidano alla sorte per un posto di lavoro! E nemmeno per la speranza di un “posto fisso”, come quello di vigile urbano o di netturbino al Comune, ma solo per un’occupazione precaria e poco remunerativa. Un “gratta e vinci” insomma, con una posta all’apparenza modesta ma tuttavia così importante e ambita. E’ la dimostrazione del disagio e della difficoltà che incontrano i nostri giovani a trovare uno sbocco lavorativo, sia pure modesto e precario come quello non esaltante di commesso in una grande catena di distribuzione, ed è triste vedere come anche il lavoro sia diventato un premio sorteggiabile come una pentola, un automobile, un biglietto della Lotteria Italia.

Il sindacato ha allargato le braccia “«Di questi tempi è meglio di niente» ha detto un dirigente locale della Cgil.

Le risposte a questa notizia inviate da numerosi lettori sono state varie.

Qualcuno ha messo in evidenza la perdita della dignità del lavoro, lo scadimento da merito e impegno a semplice lotteria. Altri invece hanno posto l’accento sul valore comunque democratico del sorteggio, un metodo che mette tutti alla pari, uomini e donne, bianchi e neri, settentrionali e meridionali, una forma un po’ esasperata di come si usa nel resto d’Europa dove nel curriculum vitae non sono più richiesti sesso e origine.



“Gli ultimi 20 anni di politica hanno trasformato l'Italia in una Repubblica fondata sulle tette e sul pallone. All'italiano si propinano in TV tette al vento e partite di pallone e lui è contento così...... poi va da se che va bene anche l'estrazione del posto di lavoro... tutto è Show....”



E se alle prossime elezioni (sempre + vicine e sempre + inutili) fosse una bimba bendata ad estrarre dal corpo elettorale chi ci governerà? non pensate anche voi che il rischio statistico di scegliere gente peggiore di quella attuale sarebbe vicino allo zero? E se l'idea non piace ho già pronta l'alternativa: i ragazzi del grande fratello come consiglio dei ministri. Sono giovani, sono belli, litigano meno dei parlamentari e non sarebbero in grado di fare più danni...



Sono lettere molto pessimistiche ma fotografano bene lo stato d’animo di questi e di molti altri giovani che affermano forse di preferire questo sistema, poco dignitoso e veramente poco rispettoso del merito, rispetto ai vecchi sistemi più collaudati in cui quei quattro posti di lavoro sarebbero andati “all'amante del capoufficio, alla figlia del ragioniere, alla moglie dell'assessore, alla cugina del sindacalista...”-fino ad arrivare, in una spirale di disarmante sfiducia -“semmai c'è da chiedersi : ma l'estrazione à stata regolare?


Infine G.P. 17/12/2009 7:53 scrive « Avrei preferito invidiare un estratto a sorte piuttosto che aver dovuto lasciare spazio ad un pusillanime incapace - ovviamente romano - nipote di un ex ministro ed ex presidente del consiglio in tarda età dedito agli stupefacenti, ormai dirigente da vent'anni, più volte rimosso per palese incapacità nel condurre a termine le mansioni affidategli ma mai privato della qualifica nè del ricco stipendio. Et de hoc satis! (trad : basta così, ho detta a sufficienza).



Sono lettere allarmanti, per quello che dicono ma anche per quello che non dicono, che lasciano intendere. Per quel senso di sfiducia, di pessimismo, di rassegnazione che oramai coinvolge non solo i nostri studenti sempre meno preparati e sempre più abbandonati, i nostri lavoratori sempre più precari, le nostre donne tenute ancora ai margini ma coinvolge oramai anche la gente comune.

Un popolo che ha perso fiducia nella classe politica la quale dimostra ogni giorno di più di essere molto lontana dai loro problemi, i problemi comuni di ogni giorno. Una politica che si arrovella sempre di più in beghe private, in attacchi e difese da scandali, in lotte intestine fra partiti e Istituzioni, che si sperde in mille rivoli di interessi personali che sono, o almeno appaiono, molto lontani da quelli di ogni giorno, del lavoro, della difficoltà di fare la spesa, dell’aumento costante e illogico dei carburanti, della pasta ma non della farina, della frutta al banco mentre il contadino non riesce a far quadrare i conti.

C’è qualcosa di marcio in Danimarca! (Amleto, di William Shakespeare (atto I)

Se crolla la speranza crolla anche l’entusiasmo del fare, la spinta dell’impegno, la ricerca della qualifica, della preparazione. Se tutto deve andare a lotteria o a raccomandazioni la nostra società
non può che involvere, non solo dal punto di vista economico (la Grecia è vicina) ma soprattutto da quello psicologico e morale.

Se perdiamo i nostri giovani perdiamo anche la speranza del nostro futuro.

Trilussa
 
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