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NEURONI A SPECCHIO
1/8/2010-
di TRILUSSA
I neuroni a specchio stanno scomparendo.
La loro scoperta è frutto della ricerca italiana, una delle pochissime dei nostri scienziati che insieme alla tecnica Longo per la cura radicale delle emorroidi ci vedono all’avanguardia in campo mondiale...
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NEURONI A SPECCHIO
I neuroni a specchio stanno scomparendo.
La loro scoperta è frutto della ricerca italiana, una delle pochissime dei nostri scienziati che insieme alla tecnica Longo per la cura radicale delle emorroidi ci vedono all’avanguardia in campo mondiale, in questo caso in ambito medico.
Sono convinto che in Italia abbiamo dei cervelli sopraffini che se dotati di risorse sufficienti ed incoraggiamenti normativi invece che privati sempre di tutto, ed ultimamente anche di una reale prospettiva di impiego, sarebbero capaci di trainare l’economia del paese a livelli di sicura eccellenza in campo internazionale.
In alternativa abbiamo un’ economia italiana che continua a basarsi purtroppo su prodotti di bassa tecnologia (vedi ultimamente la Fiat che è costretta a delocalizzare perché non ha prodotti di elevata tecnologia e sufficiente plusvalore ed è quindi è costretta a produrre con costi di mano d’opera sempre minori) su cui la concorrenza dei paesi emergenti è difficilmente contrastabile.
Tutto ciò purtroppo va imputato, come al solito, alla mancanza di intelligenza di una classe politica chiusa su se stessa, troppo occupata a discutere di beghe interne, e talvolta rivolta ad interessi troppo personali, che non fornisce sufficiente attenzione e sufficienti risorse a quella che rappresenta la chiave di volta dello sviluppo di tutti i paesi evoluti che è appunto la ricerca.
I neuroni non sono altro che le cellule che compongono il nostro cervello e che ci permettono di pensare, di ragionare, di provare emozioni e i neuroni a specchio sono una classe particolare di queste cellule che hanno la singolare capacità di attivarsi per empatia.
Sono cellule cerebrali che si attivano per assonanza, per somiglianza, per partecipazione emotiva diremo, per empatia appunto.
Lo si è visto nelle scimmie, dove sono stati studiati, che se ad un piccolo si fanno delle smorfie con il viso questo partecipa facendo le stesse smorfie. Non lo fa per imitazione ma si è visto che invece nel suo cervello si attivano gli stessi neuroni che si attivano nell’operatore, si verifica lo stesso fenomeno come se la piccola scimmia partecipasse emotivamente alla stessa esperienza.
Portando il fenomeno dei neuroni a specchio nel vivere comune vediamo che le situazioni di una loro attivazione sono abbastanza comuni e frequenti, ma spesso non si traducono in atti concreti.
A chi non è capitato di essere in fila alla cassa di un supermercato con il carrello pieno e di avere subito dietro una persona con uno o due pezzi soltanto. Ecco che i neuroni a specchio vengono subito attivati con la sensazione inequivocabile di un pensiero condiviso, il desiderio di non attendere lo svuotamento del nostro carrello e di passare avanti.
Naturalmente vi può essere una richiesta esplicita e il suo accoglimento dipenderà dalla nostra educazione, e dalla nostra fretta, ma inequivocabilmente noi sappiamo che esiste questo desiderio. Lo sentiamo dentro di noi, lo condividiamo con l’altro, è un fenomeno naturale di empatia.
Un altro caso frequente è una lunga fila di auto sulla strada principale ed un auto in attesa per entrare in strada. Anche qui è evidente il desiderio del guidatore escluso ad entrare sulla strada principale ma anche qui non sempre i neuroni a specchio hanno la meglio e la inibizione del sentimento solidale di solito prevale. Sguardi rivolti in avanti per non vedere da parte dei guidatori nascondono spesso proprio la consapevolezza del loro disdicevole comportamento.
Ecco perché questi neuroni sembrano scomparsi, o almeno fortemente ridotti in questi nostri cervelli di occidentali che si dichiarano sviluppati, ma magari è solo colpa della nostra progressiva maleducazione, del nostro esagerato individualismo, della nostra società dove è sempre più indispensabile correre e competere.
Così necessario da non poter perdere nemmeno quel minuto di tempo al punto di dover inibire questo fenomeno fisiologico così straordinario, che la natura ci ha fornito per condividere e per partecipare con gli altri, senza nemmeno la necessità di dover comunicare ma solo di ascoltare la nostra coscienza.
Forse è solo un retaggio primitivo, un impedimento allo sviluppo competitivo della nostra società, ma io lo considero ancora importante e quando posso e sento che i mie neuroni a specchio si attivano, li lascio fare, e quando mi succede mi sento soddisfatto.
E non solo per essere stato educato e gentile perché sicuramente in conseguenza dell’attivazione di questi neuroni a specchio parte qualche altro meccanismo, ancora sconosciuto agli scienziati, che rilascia probabilmente endorfine, quelle particolari proteine prodotte nel cervello che riescono a dare un senso di benessere e di pace. Forse è il premio scelto dalla natura per ricompensare una buona azione.
Provare per credere.
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