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MEDICI
6/6/2010-
di TRILUSSA
Siamo diventati tutti dottori!
Sono oramai passati i tempi delle Mutue quando si andava dal dottore di famiglia o dal farmacista e si dichiarava il proprio malanno chiedendo lumi e consigli sulle medicine da prendere.
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MEDICI
Siamo diventati tutti dottori!
Sono oramai passati i tempi delle Mutue quando si andava dal dottore di famiglia o dal farmacista e si dichiarava il proprio malanno chiedendo lumi e consigli sulle medicine da prendere. Quella della malattia e della cura era un’operazione coperta da un alone di mistero, come una magia e ci si affidava alla competenza del medico in maniera completa e acritica, dipendendo completamente dal suo giudizio e dalle sue cure.
Questi medici del passato erano molto diversi da quelli di oggi ed erano figure importanti e rappresentative anche nelle comunità in cui operavano. Erano stimati, rispettati, ossequiati, e spesso rappresentavano anche figure di riferimento per quei cittadini meno istruiti che vi si rivolgevano anche per consigli al di fuori della stretta consulenza medica.
Lo stesso loro modo di vestire, con bei vestiti interi, sempre con giacca cravatta e quell’immancabile gilet da dove spesso occhieggiava un bell’orologio a cipolla, contribuivano a conferire loro questo alone di rispettabilità, timore ed anche un po' di mistero per quei termini strani che spesso pronunciavano, per quelle strane medicine prescritte, con nomi sconosciuti, bizzarri, a volte impronunciabili.
Quando il medico era chiamato a domicilio del malato trovava sempre pronta una bacinella d’acqua, una saponetta nuova ed un asciugamano pulito da utilizzare dopo la visita. Il lavaggio rituale delle mani era non solo un segno di grande rispetto per “il dottore” ma in quei tempi anche una necessità sanitaria considerando la situazione igienica delle abitazioni e la maggiore incidenza delle malattie infettive, non ancora di facile cura per la mancanza di rimedi adeguati.
Ora invece i dottori abbondano in ogni famiglia!
Attraverso trasmissioni televisive, opuscoli, giornali, collegamento Internet in tutte le case non si va più dal medico “impreparati” come un tempo, ma sappiamo già di cosa si tratta, o almeno lo sospettiamo fortemente, e da lui vogliamo solo la conferma delle nostre impressioni, della nostra diagnosi già fatta, una pura formalità.
Il medico di famiglia di solito è un personaggio comprensivo, ci conosce da tempo, sa delle nostre paure e delle nostre paranoie e il più delle volte riesce a rassicurarci o direttamente con una visita o con qualche semplice esame. Talvolta invece, quando questo rapporto medico-paziente non è così buono, il medico può diventare addirittura un ostacolo ed è sempre più frequente il ricorso diretto allo specialista oppure alle cosiddette “medicine alternative”.
Queste in effetti sono molto più coinvolgenti. Non solo spesso hanno nomi interessanti che cominciano già a curare solo a nominarli: medicina ayurvedica, qi qong, Tai Chi Chuan, ma hanno tutte la particolare caratteristica di coinvolgere direttamente il paziente. Un eventuale fallimento non viene infatti attribuito alla cura, sempre valida ed efficiente, ma allo stesso paziente che non ha partecipato alla terapia come invece avrebbe dovuto.
Spesso sono cure che derivano dall’Oriente ed il principio fondamentale è quello di curare il paziente e non la malattia, hanno cioè una base filosofica che deriva dalla storia millenaria di questi paesi. Proprio per questo sono più difficilmente utilizzabili nella nostra società consumistica dove certi valori tradizionali e certi atteggiamenti più intimistici hanno lasciato il posto ad una diffusa superficialità ed una domanda di salute a volte eccessiva.
Sono cure dannose? Non credo, talvolta anzi riescono a dare una serenità che nella medicina tradizionale è difficile da raggiungere. Basta non esagerare e non pensare di curare un cancro con esercizi spirituali o con la forza del pensiero. Bisogna, anche in questo caso, usare la ragione, non essere presuntuosi, non cadere nella rete dei molti imbonitori e ciarlatani che popolano questo mondo dove per esercitare l’arte medica non servono lauree o attestati di scuole o università ma si usano molto spesso, “straordinari rimedi” o “straordinarie capacità”che non sono altro che quelle di spillare soldi e speranze a dei poveri malati.
Un consiglio quindi che mi sento di dare è quello di interpellare sempre il proprio Medico di Famiglia in merito non solo alla malattia di cui siamo affetti ma anche alla opportunità di rivolgersi a queste “medicine alternative” in caso di insuccesso della terapia tradizionale.
Questo non solo per non spendere inutilmente il proprio denaro ma anche per essere sicuri di non danneggiare ulteriormente la propria salute.
Trilussa
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