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LA VIA DEL CEMENTO
6/7/2010-
di TRILUSSA
“La via del cemento è lastricata di bugie.
Mente chi dice di costruire per dare casa a chi non l’ha.
In Italia solo il 4% delle costruzioni sono destinate all’edilizia popolare (il 21% in Inghilterra). È falso che si costruisca perché la popolazione cresce...
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LA VIA DEL CEMENTO
“La via del cemento è lastricata di bugie.
Mente chi dice di costruire per dare casa a chi non l’ha.
In Italia solo il 4% delle costruzioni sono destinate all’edilizia popolare (il 21% in Inghilterra). È falso che si costruisca perché la popolazione cresce: in Veneto con 280mila nuovi abitanti si sono realizzate case per 780mila persone. Infine i costi economici e umani del cemento selvaggio: in cinquant’anni si sono verificate 430mila frane con 3.500 vittime. Per mettere in sicurezza le zone a rischio basterebbero 5 miliardi (meno di un Ponte sullo Stretto di dubbia utilità) che darebbero slancio all’industria delle costruzioni quanto le speculazioni.
La passione per il cemento e il denaro facile nasce da uno scarso amore per il nostro Paese. Per noi stessi, per la nostra identità. Le speculazioni edilizie, scriveva Guido Piovene, nascono da "mancanza di affetto”. Ma anche da mancanza di conoscenza. Per questo ciascuno può contribuire a denunciare gli abusi, gli ecomostri, la cementificazione selvaggia, le speculazioni in atto, fotografando scheletri di cemento, cantieri, paesaggi sventrati nei luoghi dove trascorrerà le vacanze e inviandoli a lastampa.it, che li pubblicherà creando una mappa virtuale.
Un viaggio collettivo nell'Italia da salvare” (da La Stampa 26/7/2010)
Questa è una parte della presentazione di un libro-inchiesta "La colata. Il partito del cemento che sta cancellando l'Italia e il suo futuro" (Chiarelettere), scritto dai giornalisti Andrea Garibaldi (Corriere della Sera), Antonio Massari (Il Fatto), Marco Preve (La Repubblica), Giuseppe Salvaggiulo (La Stampa), Ferruccio Sansa (Il Fatto).
Il libro percorre virtualmente il nostro paese da nord a sud evidenziando l’enorme potere del “partito del cemento”, un partito purtroppo trasversale che “arricchisce pochi e impoverisce tutti”.
Un partito diffuso in ogni ambito, politico e amministrativo, e che sta piano piano distruggendo il nostro paese e il nostro futuro.
La riviera ligure è devastata, la Sardegna dopo un periodo di speranza rappresentato dal governatore Soru è di nuovo in mano agli speculatori che hanno fatto campagna elettorale pesante proprio per poter riprendere a costruire e accumulare denaro, le distese di ulivi secolari in Puglia sono minacciate dai megavillaggi e dall’espianto di alberi secolari per le solite ville dei ricchi, le Langhe sono oramai trasformate in shopville ed anche le Alpi non appaiono indenni con progetti di villette e seconde case fin sulla Marmolada.
Neanche la Toscana è risparmiata e Firenze e Siena stanno subendo gravi attacchi da questo partito che speriamo il nuovo Governatore, e il nuovo assessore, riescano almeno a calmierare dando seguito alle dichiarazioni che hanno ripetuto pubblicamente in più occasioni.
Perché il “partito del cemento” è molto potente.
Ha i soldi, tanti, perché si dice che la speculazione edilizia renda quanto e forse più della droga, ha costruito nel tempo i giusti agganci politici modellandosi sempre secondo convenienza al partito di maggioranza, ha dalla sua parte le organizzazioni dei lavoratori, spesso riunite in cooperative, ha la promessa di futuri favori, riconoscenze, appoggi, ha la bravura e l’esperienza di manager senza scrupoli, ha la benevolenza di quella parte della popolazione che da queste realizzazioni può trarre un vantaggio anche minimo, e che non si fa scrupolo di pretenderlo anche a scapito della distruzione del proprio territorio.
Una serie di fattori quindi che portano alla nascita sempre di nuovi insediamenti, di doppie e inutili case nei posti più belli della nostra penisola, nei vecchi borghi pieni di storia, lungo le coste del nostro mare e poi nuovi stadi, Centri Commerciali, Outlet , nuove strade e nuovi parcheggi con un consumo continuo di territorio, con una trasformazione dei luoghi che in poco tempo cambiano aspetto e valore. E tutto questo non per una vera effettiva necessità dei cittadini ma solo per gli interessi dei proprietari terrieri e dei costruttori.
Il vantaggio economico immediato delle Amministrazioni si trasforma ben presto nelle spese per la manutenzione, la riasfaltatura, l' illuminazione pubblica, per i guasti ed alla lunga il conto va in perdita e lo si vede dalle condizioni di abbandono in cui versano oramai tutte le nostre frazioni.
I Comuni dovrebbero smettere di costruire ancora nuove strade e nuove piazze e dedicare maggiore attenzione, e le poche risorse che hanno, alla semplice manutenzione dell'esistente.
Ma il massimo guadagno il partito del cemento lo ha proprio nei luoghi di pregio, nelle marine o in zone protette come i parchi, dove il valore della costruzione è massima, il plusvalore delle costruzioni alle stelle.
Ed ecco il fiorire distrut
tivo di questi insediamenti specie lungo le nostre coste, dove oramai è tutto privatizzato, chiuso da cancelli, recinzioni, cartelli che indicano proprietà privata, una vita che si svolge ben al riparo del turista di passaggio o del cittadino comune
Ma cosa gliene viene agli italiani di tutto questo? Cosa ci guadagnano i semplici cittadini?
Non sono per loro quelle costruzioni ma per un ceto a cui non essi non appartengono, insediamenti abitativi e centri commerciali che distruggono e banalizzano il territorio, lo trasformano, lo impoverisco ed impoveriscono anche la qualità della vita degli abitanti mettendo a rischio la ricchezza rappresentata dall'appartenenza alla comunità dei piccoli paesi, a volte anche cancellando la bellezza intrinseca del luogo.
Forse è vero che è “mancanza d'affetto”, oltre che mancanza di cultura e intelligenza.
Meno male però che non tutti abbassano la testa, meno male che ci sono ancora persone che capiscono e si ribellano a questo degrado Ed il libro è anche il racconto appassionato della resistenza di migliaia di italiani che si riuniscono in comitati civici, associazioni ambientaliste, gruppi di intervento per bloccare gli scempi e salvare il paesaggio italiano da un danno che alla fine sarebbe irreparabile.
Trilussa
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