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SEGNALI DI FURMO di Madamodorè
1/11/2009-
Da un po’ di tempo mi viene da fare attenzione alle parole, al loro valore e al loro uso. Ho notato che ci sono parole in disuso e me ne dispiace perché ogni parola ha un’anima, racconta il vissuto di chi l’ha usata, e perderla è come cancellare un pezzo di storia..
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NON SOLO PAROLE
Da un po’ di tempo mi viene da fare attenzione alle parole, al loro valore e al loro uso.
Ho notato che ci sono parole in disuso e me ne dispiace perché ogni parola ha un’anima, racconta il vissuto di chi l’ha usata, e perderla è come cancellare un pezzo di storia, cancellare sfumature e diversità.
Il nostro sistema mediatico ha il potere di rendere bulimiche o anoressiche alcune parole, come un grande apparato digestivo ingoia tutto e lo trasforma.
Ha il potere di uccidere o far nascere parole, parole che portano con sé significati importanti per il nostro vivere, pensare e agire.
Penso alle parole nuove come extracomunitario, badante, sviluppo sostenibile…penso a parole uccise, come ideologia.
Ho fatto un po’ di ricerche su questo tema e, giuro, che è un vero disastro riuscire a orientarsi nella moltitudine di informazioni.
Ho scoperto, con una certa sorpresa, che c’è un dibattito acceso e attuale su questa parola.
Proverò a raccontare qualcosa di quello che ho scoperto, perché lo trovo un argomento interessante da condividere.
Negli ultimi anni tutti gli uomini politici si affannano a definirsi post-ideologici, come se questa fosse una condizione imprescindibile per presentarsi come credibili e votabili.
Ma è davvero così?
Non è di nuovo successo che abbiamo cambiato tutto per non cambiare quasi niente?
La caduta del muro di Berlino fu anche la caduta delle ideologie. E’ da quel momento che la politica inizia a definirsi post-, anti- e non- ideologica.
Inizia l’era del pragmatismo.
Natalino Irti, nella “Tenaglia”, dice che il mondo ideologico era il mondo della memoria, dei legami, della continuità e del richiamo ad un fiducia e fedeltà alle idee.
Il pragmatismo è il mondo del qui ed ora, della dimenticanza, tra ieri oggi e domani non c’è legame. La politica post-ideologica, dice l’autore, è rappresentata anche dal suo linguaggio giornaliero, fatto di dichiarazioni e di smentite, dalle sue azioni fatte di trasformismo, di accordi e disaccordi costruiti e smontati con estrema facilità e velocità, da perderne il senso.
Il pragmatismo non può né elogiare, né disprezzare fedeltà e tradimento, non sono contemplati, sono fattori contingenti.
Il tramonto delle ideologie non ha colpito anche l’ideologia della Costituzione?
Il tramonto delle ideologie non ha favorito il potere senza confini degli esperti, dei competenti, ossia della tecnocrazia?
E con il tramonto delle ideologie l’economia non è diventata politica?
E con il tramonto delle ideologie è forse tramontata la forza della fede religiosa?
Economia e fede religiosa sono caratterizzate da un tratto comune che le rende potenti: la sconfinatezza, l’assenza dei limiti territoriali, di stato, la loro impronta è globale e planetaria.
Fatto è che tutti i proclami politici nelle parole scritte o dette si affannano a dipingere un quadro ideale, una visione di mondo, un’immagine di grande umanità salvo poi non trovarla tradotta in pratica.
Nessuna azione politica sembra segnare delle traiettorie certe rispetto ad un futuro. Casomai destra e sinistra hanno un tratto comune che sembra essere quello di gestire le emergenze, di risolvere problemi immediati che delimitano uno spazio di azione ristretto, soluzioni per situazioni critiche sempre uguali e di basso profilo.
Perchè occorre ricordare che il pragmatismo non esclude gli ideali, li commisura semplicemente alla disponibilità delle risorse. Un atteggiamento pragmatico è quello che valuta le condizioni politicamente, socialmente e culturalmente possibili. Aderisce cioè al principio di realtà.
Trovo importante il principio di realtà per costruire la propria vita, ma può bastare?
Da solo il principio di realtà dove mi conduce? Poco lontano da dove sono nata. Non solo non mi porta lontano, ma non mi fa pensare neppure di essere in grado di immaginarmi/sognarmi diverso, più avanti, oltre i miei confini reali e concreti.
Ma ecco che il nostro mondo attuale ci offre la possibilità di andare oltre, di cambiare. Non con le idee, non con gli ideali, non col lavoro o con la fatica, col rigore…(altre parole rese anoressiche) ma con la fortuna!
L’unico e vero motore del cambiamento: una vincita al superenalotto, la partecipazione ad un reality, la conoscenza di qualcuno che conta davvero e il tuo principio di realtà si ingrandisce in un batter d’occhio.
Forse ho fatto confusione, ho argomentato in modo nebuloso, ma una cosa mi pare chiara e cioè che il crollo delle ideologie ha portato con sé la volontà di affermare dei valori democratici che ancora oggi hanno bisogno della nostra forza. E’ come se avessimo rinunciato alle nostre responsabilità, oltre che agli ideali, lasciando che le cose accadessero da sole.
Il crollo delle ideologie ha lasciato un grande vuoto che è stato colmato da una infinita serie di illusioni, ma se stringiamo i pugni non ci restano che mosche.
Madamadoré
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