Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Il 25 aprile quest’anno cade nell’anniversario dei 150 anni dell’unità di’Italia. E’ l’ occasione per ricollegare la Resistenza al Risorgimento, a Mazzini, Cavour, Garibaldi, cioè ai principi di “autodeterminazione dei popoli” e della democrazia, che furono sacri come simbolo e come sostanza nella lotta partigiana in Italia. La giornata è volta a rievocare la liberazione d’Italia: i democratici devono tributare il loro omaggio a tutti coloro che parteciparono alle istanze e ai tormenti di quel tempo di lotte, di sofferenze, di autentico patriottismo. Anche Vecchiano ha avuto il suo tributo di sangue con i fucilati in Bonifica, con i morti a causa dei bombardamenti, con i deportati civili e militari che non hanno mai fatto ritorno e con coloro che sono morti nelle fila dell’esercito italiano.
Vecchiano fu liberata l’8 settembre 1944 dai soldati americani che entrarono in paese dopo aver costruito un ponte di barche sul fiume Serchio. Furono accolti dalla popolazione esultante, festosa, commossa provata da lutti e privazioni. Fa onore ai Vecchianesi l’aver accolto nelle proprie case e alle proprie tavole centinaia di “sfollati” provenienti da ogni parte della Toscana, dimostrando un grande senso di umana solidarietà seppure in momenti così difficili.
Il 25 aprile ci riporta alla volontà di rifondare la convivenza civile su nuove e più solide basi onorando le esperienze positive passate. Quella volontà che anima anche gli appartenenti a Tradizione e Futuro: il testimone tra le generazioni è consegnato infatti dai valori della TRADIZIONE trasmessi per un FUTURO migliore. Nel profondo rispetto per il sacrificio di donne e uomini che hanno scelto la libertà alla dittatura, la tolleranza alla sopraffazione sorge il nostro progetto che rappresenta le culture politiche dell’intero arco costituzionale. Quelle culture che risollevarono l’Italia nel dopoguerra trasformandola da un Paese distrutto in uno dei Paesi più avanzati dell’Occidente. L’unione delle diversità è infatti sempre stata caratteristica dei grandi cambiamenti.
Quale è il messaggio che il 25 aprile trasmette ai giovani, alle future generazioni al di fuori di ogni retorica ? E’ che la solidarietà e la libertà sono e saranno sempre il fondamento della democrazia, anche in piccole realtà come Vecchiano.