Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Vivere cinquant'anni a Vecchiano crescere in un paese dove tutti ci si conosceva, vedere il cambiamento del mondo, essere consapevoli che tutto gira intorno al denaro, guardare indietro, per poi andare avanti con i nuovi abitanti, le nuove generazioni che conoscono poco della nostra storia , ma soprattutto del nostro ambiente.
Ricordarsi delle sirene che a mezzogiorno suonavano a Vecchiano anche se la guerra era finita perché era l’ora delle mine in cava, dei camion passavano in paese per caricare la pietra, di un personaggio famoso che girava con il miccio a caricare i rifiuti, di un altro che passava a vende l’ acquetta ( varichina), un altro ancora che vendeva il pesce, soprattutto quello di padule, le botteghe di Vecchiano dove esisteva il pagherò, i barocci in bonifica, gli scarpellini al Legnaio, il fontanaccio, la fontina, i fossi ed i sui abitanti : ranocchi, serpi, lucci, tinche, bertibelli e pescatori.
IL lago la sua vita, ma soprattutto le sue storie vecchie come lui, uomini padulai, cacciatori con poche cartucce, magari "grattate" ai signori che portavano a caccia, pescatori che dovevano dare il pesce alla casa del fascio, il lago del signore che affittava i capanni ai ricchi, i nostri chiari un tempo tenuti come giardini, i calatini, le strade nel padule.
Ricordarsi le grandi battaglie per difendere il nostro ambiente dal progresso del mondo e dall’ assalto del grande dio: il denaro.
Il Parco nato per evitare la grande speculazione edilizia, la chiusura delle cave, la discarica sul confine di Massarosa ( rifiuti speciali), il Serchio dove non c’era più un pesce, ora più pescoso che mai.
Marina di Vecchiano dei vecchianesi . Vivere a Vecchiano è anche stato per me essere educato al rispetto dell’ ambiente e continuare quelle battaglie, nel ricordo anche di quei personaggi che adesso non ci sono più ma che tanto hanno dato ad un paese come Vecchiano.
Portare mia figlia in castello e fargli vedere la valle del Serchio, il lago oramai agonizzante, fargli vedere il Serchio dove va, la sua bocca, il mare là in fondo e tutto quel verde, la pineta.
Tua figlia che vuole sapere le storie legate al nostro territorio e raccontargliele. Si, è difficile trovare il tempo, il mondo va veloce ma avvolte fermarsi , riflettere e parlare fa molto bene, vivere a Vecchiano mi ha insegnato anche questo. In molti si sono innamorati del nostro ambiente e cercano di preservarlo per le nuove generazioni, il nostro territorio; migliorandolo un giorno avrà un valore immenso ed i nostri ragazzi ci diranno grazie della vostra eredità. Il meghe