Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose.
Quest’anno sarà un 1° maggio di festa, di lavoro, di sciopero e di beatificazione di Wojtyla
Tanto per incominciare, buon 1° maggio.
Quando entro in un supermercato non vedo l’ora di uscirci. Diverso è nei negozi del mio paese: mi trattengo e scambio volentieri due parole. Anche se i negozi del centro ora sono più vuoti. Al contrario i supermercati sono pieni di merci. Come un moderno Marcovaldo al supermarket, avanzo sfiorando scatolette, pacchetti e pacchettini, attrezzi da giardino, magliette e altri improbabili accostamenti di merci. “Alle sei di sera la città cadeva in mano ai consumatori”, ma in inverno, non in un giorno di festa.
A Lucca ci sono negozi con vetrine liberty e insegne molto belle. Mi dice una commessa precaria del centro storico: “Qualsiasi festività la passo lavorando, ora anche il 1° maggio che quest’anno è anche domenica, senza essere pagata di più né avere riposo compensativo, non ho scelta, sono separata e ormai mi sono dimenticata di poter stare con i con i miei figli”. E deve anche sorridere dietro il banco.
Per quanto mi riguarda, scrivo questo articolo il 1° maggio, volontariamente, senza obblighi, poi andrò a celebrare la festa a Campo a un pranzo popolare con centinaia di persone per i “2 sì per l’Acqua bene comune”. E mi rallegra il fatto che, se avessi un amico commesso dell’Ikea o della Coop, potrei incontrarlo. Tanto per dare conto di diverse situazioni di lavoro. Potremmo festeggiare insieme il giorno in cui siamo liberi dal lavoro e ricordare tutte quelle persone che libere non sono.
Per dar conto dei vari punti di vista, ecco questa sintesi: giusta la festività lavorata, perché è un’occasione di lavoro in più; la città è un organismo vivente che va tenuta viva con i negozi aperti; occorre fornire un servizio migliore per gli acquisti nei giorni festivi; bisogna essere flessibili e moderni.
Ecco anche le obiezioni che si possono muovere: i piccoli negozi non possono permettersi di assumere personale aggiuntivo e si prolunga la fatica di chi già lavora; ritrovare la città con la cultura e l’architettura di pregio e ricreare momenti di vita urbana fatti di relazioni più pacate che non quelle del centro commerciale; non è necessario comprare sempre, dato che la spesa che si può destinare per gli acquisti non è dilatabile, specie in tempi di crisi; è bene conservare le cose belle e buone: “Ricordati del giorno del riposo per santificarlo”.
“Uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro del consumismo”. In gran parte d’Europa vige il modello anglosassone in cui domina l’aspetto economico, lo shopping e tutte le attività ruotano intorno all’aspetto commerciale. Ma in Germania, paese con una crescita più del doppio della media europea, il 1° maggio non ci sono negozi aperti, c’è un grande rispetto per la festa del lavoro e le città non sono vuote, ma piene di gente che va al cinema, a un concerto o a un evento culturale grande o piccolo. Dice una mia amica: “Il Natale è una festa fondante della cristianità e nessuno si sogna di metterla in discussione e il 1° maggio è una festa fondante dell’umanità, peccato che lo abbiano scelto per beatificare papa Wojtyla”. È la festa dei lavoratori e non si lavora tranne che nei servizi essenziali di pubblica utilità, è una giornata con una sua sacralità che c’è fin dall’Ottocento, il fascismo lo ha abolito, io lo festeggio ogni anno.
Tanto per finire, le foto sono del pranzo popolare a Campo e il video è di una canzone popolare interpretata da Roy Paci & Aretuska, è stato ripreso in diretta a un concerto del 1° maggio a Roma, nuova versione di Malarazza, una grande canzone di Domenico Modugno del 1976; in allegato il testo in siciliano e italiano: un servo che si lamenta con Gesù perché è trattato male e Gesù gli dice che ti lamenti prendi una mazza…