Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
In questo intervento volevo soffermarmi su un aspetto importante relativamente ad una dichiarazione del candidato a Sindaco del comune di Vecchiano Lunardi “noi abbiamo Realacci”. Bene, il rispetto dell'ambiente è un valore indiscutibile ed essenzialee Tradizione e Futuro ne ha fatto un cavallo di battaglia nel proprio programma, ma sostenere un personaggio notoriamente anticaccia, deve far rilevare una contraddizione lampante. Ma come si può stare con i piedi su due staffe? Cosa ha da promettere Lunardi ai cacciatori quando afferma "noi abbiamo Realacci"? Il cacciatore è un ambientalista convinto e non a parole, e con i cacciatori Tradizione e Futuro vuole collaborare concretamente dimostrandolo con i fatti (vedere i candidati in lista Marianetti e Del pellegrino), ma Realacci, e anche Lunardi e compagnia sono contro i cacciatori e il mondo venatorio. Sia ben chiaro il vero cacciatore non vuole convincere, vuole soltanto essere accettato, non combattuto; sa perfettamente che la caccia è presente nel corredo genetico, un po’ come altre arti, pittura, scultura, musica ecc. la passione venatoria non si acquisisce, ci si nasce e basta. E a Vecchiano, proprio per la sua posizione, per la presenza del lago di pucciniana memoria, per la tenuta Salviati, per la vicinanza della bocca di Serchio, l’arte venatoria ha accompagnato e scritto la storia del paese. Il mondo venatorio vecchianese, nonostante la delusione con l’avvento del parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli, che ha allontanato definitivamente i cacciatori dai loro luoghi più amati e storici, consegnando questi ultimi ad una miserabile agonia, ha dato un’alta volta prova di serietà e competenza, scrivendo una bella pagina di oculata gestione del territorio e di concreta collaborazione con il mondo agricolo. Alcuni decenni fa, con l’area a regolamento specifico, il mondo venatorio e il mondo agricolo hanno dimostrato, allora come ora, che quando ci si occupa e si lavora su problemi che stanno veramente a cuore si può lavorare a fianco e senza litigare, anche persone di estrazioni culturali e ideologiche diverse come sta succedendo proprio in Tradizione e Futuro; e anche la fine dell’ARS non è certo da imputare ai cacciatori, ma a meschini interessi partitici intercomunali, e danno ancor di più ragione alle tesi di Tradizione e Futuro: solo ridimensionando il potere dei partiti e staccandoci da essi, solo avendo da render conto alla comunità di cui siamo espressione, solo avendo davanti il bene comune, e soprattutto, solo lavorando ai problemi del nostro paese e dei nostri compaesani, solo in questo modo potremo agire e lavorare in pace con noi stessi e andare a testa alta. Questo e’ l’obiettivo di Tradizione e Futuro.
Devono meditare i cacciatori. Solo votando i loro veri sostenitori possono ottenere qualcosa.
Dott. Giorgio Marianetti
Candidato alla carica di consigliere per
Tradizione e Futuro