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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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E' tempo di raccolta,

24/5/2011 - 22:15

Oggi, 24 maggio...
 
Il 24 maggio a Migliarino, tanti anni fa, non quel lunedì famoso quando il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti, non era senz’altro il 1915 ma una quarantina di anni dopo, altri primi paesani attraversavano un altro famoso fiume, anch’esso calmo e placido, e si recavano sull’opposta riva per  abbattere, non il nemico, ma una moltitudine di cannelle  che a quel tempo avevano messo già la loro veste di verdissime foglie fresche.
Di lì a poco, appena una settimana dopo, sarebbe cominciata per tanti la stagione estiva e la spiaggia di Bocca di Serchio era il loro intatto magnifico lido.
Il grosso dei bagnanti sarebbe arrivato alla fine del mese, dopo la fine delle scuole e dopo il giorno che un antico detto diceva di rispettare  recitando: “chi fa il bagno prima di San Giovanni… ci lascia i panni” e c’era molta gente  che ci credeva.


La spiaggia era grandissima, lambita dal fiume da un lato e dal mare dall’altro, pulita, lunga e bianca, silenziosa e libera, ma… c’era un sole che sbullettava e allora l’ingegno contadinesco inventò la “baracca di cannella”, perché c’erano donne e bambini da riparare.


Per andare sulla spiaggia bisognava avere una barca e solo chi possedeva il natante poteva costruirsi il riparo perché le cannelle crescevano lungo la riva del fiume  inarrivabili dalla spiaggia.
Per due domeniche, l’ultima di maggio e la prima di giugno, i migliarinesi costruivano freneticamente le loro baracche ed era un via vai di fasci di canne che scendevano da sole dalle barche e da sole, così sembrava, se ne andavano verso la “presella” di rena prima di intravedere sotto di esse l’omino che le trasportava, rosso dalla fatica e dallo sfreghìo delle foglie sulla pelle.
Mi fermo qui perché se mi faccio prendere dai ricordi scrivo dugento pagine, ma mi fermo dopo avere detto che: posto ce ne era per tutti, le baracche venivano fatte a corsa per motivi di lavoro che impegnavano i paesani tutta la settimana e le domeniche son poche ora come allora, ma il “riparo“ era corale, il fresco era per tutti e quando finiva la stagione non ci voleva né il "Benvenuti", né il "Giudice", nè il "Comune", né il "Parco" per dir di pulire!


E sapete come andò a finire?
Come la storiella del piccione ingordo!
 
E come dicono sul forum: meditate gente, meditate!

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25/5/2011 - 20:09

AUTORE:
migliarinese

O Bruno,ma come fai ad essere cosi' simpatico,è davvero un piacere leggerti!

25/5/2011 - 8:22

AUTORE:
Bruno Baglini

...con i se non si fa la storia, ma però se c'èrano come ora le Oasi 1 e 2 con cento baracchine già "belleppronte" e con tanti grossi ombrelloni già piantati con lettini e sdraio e mpopò di soldi in tasca e tantissimo tempo libero come ora e la strada d'accesso per il Lido di Migliarino che al tempo non esisteva.
Neppure la pensione ai contadini esisteva; venne nel /58 dopo grandi lotte sindacali (a mio padre 63.000 lire al mese e alla Placida 42.000 perchè era donna anche se lavorava più di mi pà.

Comunque è stato bello e quando c'è fame è tutto buono, un giorno di festa al mare di quei tempi ne valeva una dozzina di ora.

Io al mare la prima vota ci andai nel /53 il giorno di Ferragosto che a quei tempi era l'unico giorno utile e concesso per i contadini ma non tutti perchè uno doveva rimanere a casa per governare il bestiame ed il povero zio Primetto senza moglie e figli era destinato "al governo" eppoi portava le mutande lunghe e franella di lana anche per ferragosto e mai l'ho visto a torso nudo.
Poi fino al/58 nisba! nel /57 mentre si cavava la fossa di testata nei campi lungo il Viale Isabella passò la mamma di Schiebo e della Giovanna del Baglini: Schiebo sul legnino e la Giovanna sul portapacchi e andavano al mare, così i contadini del Cotommoro quell'anno andarono un giorno al mare e noi della Baldinacca ci andammo per due giorni l'anno dopo.

Non voglio scrivere un poema, ma altri due ricordi di quei tempi li scrivo.

Giovanni del Perondi detto Nanni era mio cognato e lavorava a "conto diretto" in fattoria nel /59 ed ebbe una settimana di ferie dopo aver sistemato mpopò a casa dal mercoledi alla domenica passava a prendermi con il mosquito e con la Patrizia e Marilena sulla canna, io dietro sul portapacchi e mia sorella Iliana in bicicletta ma con una mano sulla spalla di Nanni si andava in Bocca di Serchio passando da Via Francesca e travesando il Serchio con Pattana.

Il primo giorno si arrivò al mare al tocco (io era dall'otto la mattina che aspettavo Nanni) Alle due e mezzo Nanni finì di fare la baracca e poi si mangio finalmente la pastasciutta riscaldata ma..io era già un po che mangiavo arselle crude e more: sdilanguivo dalla fame avrei mangiato anche un ranocchio crudo ma non riuscii a prenderlo a mani nude e..

..e poi vennero gli anni del prebum
..e poi gli anni dei moccoli perchè metà gente non trova posto ne di vi ne di là e la buona di sumà.
bona