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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
SAN GIULIANO TERME
Applausi a Marchionne, povertà ai lavoratori

8/6/2011 - 11:50

ANCHE NOI VORREMMO APPLAUDIRE MARCHIONNE
 
L’amministratore delegato della FIAT, preso dalla sua sindrome del vittimismo e della frenetica voglia di apparire’(un altro unto dal signore?) sta uscendo con frequenza sulla stampa per dire che lui fa tutto bene, che noi siamo un popolo non riconoscente e che dovremmo almeno ringraziarlo, si tratta di capire di cosa dovrebbe essere ringraziato.
 
Veniamo ai fatti, lui si è presentato in CONFINDUSTRIA , insieme al presidente della FIAT con un distintivo con scritto PAIND, cioè pagato, perché aveva contratto un debito, col governo degli USA, e lo ha onorato, ma onorare un debito non dovrebbe essere una cosa normale? Se io non pagavo l’auto il concessionario mi denunciava. Il governo americano, prima di dargli i soldi gli ha chiesto un piano dettagliato con investimenti e tempi, il governo americano ha controllato i suoi interessi.
 
Ha detto che la lo applaudono e qui lo insultano, bene vediamo cosa chiede.
Ha detto che spende 20. miliardi, in Italia ma ad oggi, a distanza di mesi dal referendum, dei lavoratori che con sofferenza ha dato via all’accordo, ancora nessuno sa quale sia il piano industriale, ed i lavoratori di Torino come a Pomigliano ed in altri stabilimenti fanno cassa integrazione portando a casa poco meno di 1000 euro al mese.
Ha deciso di chiudere lo stabilimento di Termini Imerese, e ancora non si sa che fine faranno quei lavoratori.
Dice il nostro di voler produrre 1,5 milioni di auto,all’anno  ma come? Oggi la FIAT ne produce 650.000 e molte componenti vengono prodotte all’estero e assemblate in Italia.
Il caso più evidente è quanto dice che dovrebbe succedere all’ex Bertone di Torino li si dice che si vogliono produrre 50.000 auto di lusso all’anno del valore di 130 milioni l’una, cioè più del doppio di quelle che si vendono oggi.
 
Poi chiede a CONFINDUSTRIA e quindi al governo di dargli una mano e assecondarlo, su cosa?
Chiede il superamento del contratto nazionale di lavoro, e che siano in vigore solo contratti aziendali.
 
Ora dire una cosa come questa è un insulto alla storia del nostro paese, perché il contratto nazionale di lavoro non è stato solo norme e regole ma anche uno strumento di emancipazione e coesione sociale che ha permesso anche alle stesse aziende di crescere. Da quando si sono messi in discussione i diritti delle persone e sono peggiorate le condizioni di lavoro, anche le aziende hanno perso competitività, costrette anche a chiudere. Lui chiede che a dei lavoratori si applichino certe condizioni, ai lavoratori della realtà vicina altre condizioni, una giungla nei diritti e nelle tutele. Mentre le persone lottavano per  l’emancipazione e i diritti, con grandi sacrifici e pagando prezzi  altissimi, lui era a studiare nei collegi svizzeri o chissà dove, ma questo non deve dargli il diritto di non conoscere la storia di un paese e non rispettarla.
Ecco anche noi invece vorremmo applaudirlo, dica dettagliatamente, come fece con Obama, come investe i soldi, quali tempi, come sia possibile produrre una utilitaria in numeri notevoli, dica cosa intende fare negli stabilimenti, smetta di fare cassa integrazione o mobilità e si utilizzino altri strumenti di solidarietà, perché il maggior numero possibile, di persone possa avere uno stipendio, assuma giovani ricercatori, ingegneri meccanici, istauri un rapporto vero con le nostre Università,, abbiamo gente brava davvero, basta dargli l’opportunità. Non pensi che siano le tutele delle persone il freno della crescita di una azienda, di un Paese, nonostante questo governo, l’Italia è un paese che ha grandi potenzialità.
Faccia queste cose si confronti a questi livelli, e forse avrà qualcosa di meglio di un applauso, avrà maggior rispetto e considerazione.
Franco Marchetti
Spi cgil san giuliano

Fonte: Franco Marchetti
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8/6/2011 - 15:23

AUTORE:
simone7002

La questione è quasi tutta qui, Obama ha prestato i soldi alla chrisler, non a Fiat, chedendo un piano di rientro e un piano industriale a giustificazione del prestito perchè agli americano poi dovrà comunque rendere conto, mentre da noi il governo no ha offerto nulla ma nemmeno si è degnato di siedere al tavolo delle trattative a difendere i suoi cittadini/lavoratori e le sue imprese.
A dire il vero anche Opel ha avuto prestiti dal governo tedesco con modalità simili a quelle amenricane, infatti entrambe le case sono state in grado di guadare il momento difficile e di restituire anticipatamente quanto ricevuto.
Il paradosso Fiat al di là dei numeri è nel fatto che ad oggi non vi sono nuove auto in grado di rispettare i volumi promessi perche non basta farle bisogna pure venderle e per fare ciò il prodotto deve essere ben fatto, allettante e rispondere alle richieste del mercato.
Analizzando la gamma Fiat si vede che è composta dal trio 500, Panda e Punto-evo, di cui 500 e panda sono notoriamente costruite in polonia, resta la Punto che però è inflazionata da una sovraproduzione (basta guardare le offerte sulle riviste di settore), pertanto non si producono al giusto ritmo di conseguenza la cassa integrazione è l'unica via oltre il licenziamento.
Resta la Bravo devoluta in una sola variante di carrozzeria (5 porte) anch'essa perennemente in promozione, e la fantomatica Croma.
L'ulisse, il doblò, il qubo sono meteore del mercato e l'ulisse è addirittura a fine ciclo ma viene prodotto in Francia insieme al Qubo mentre il doblò credo che arrivi dalla Turchia ma non sono sicuro.
Resta la 16 che però è prodotta dalla Suzuki nell'est Europa
L'ultima novità la Freemont arriva direttamente dagli USA, figlio di una operazione di rimarchiamento di un modello dodge che sparirà dal mercato europeo in favore appunto di Fiat e Lancia.
La freemont poteva essere un modello che se dotato di trazione integrale avrebbe riempito un vuoto di modello ma ciò avverrà forse l'anno prossimo insieme alla rimachiata 300 da noi forse Lancia Thema e la prossima Fulvia (ex 200) in derivazione 4 porte e cabrio.
Come avrai notato il grosso della produzione avviene all'estero, la speranza è che la nuova Panda a breve sui mercati e prodotta in Italia sia in grado di bissare i successi di quella attualmente nei saloni ma non credo sarà sufficiente a soddisfare i piani della Fiat espressi da Marchionne.
Credo piuttosto che ben presto l'intera produzione si sposterà altrove con buona pace del Paese Italia, questo perchè non vedo molte prospettive.
Paragonando ciò che ha fatto Opel, ad esempio, che fino a due anni orsono era data per spacciata e che oggi ha rinnovato l'intera gamma, coprendo tutti i settori del mercato e altri ne ha in previsione, tra cui modelli definiti "premium", rispetto alla Fiat dove ad esempio la Bravo è solo a 5 poste e lo stesso vale per la Giulietta Alfa e la Lancia Delta. Nessuna di queste inoltre offre la trazione integrale come molte concorrenti, pertanto all'orizzonte non vedo molte prospettive ma potrei essere orbo, in questo caso lo spero.
Dare la colpa ai lavoratori di una tal situazione è come guardare il dito per non vedere la trave, certo non tutto è cristallino ma il successo di un prodotto dipende da altri fattori, primo tra tutti il riconoscimento del mercato di un valore commerciale adeguato ma se fai sempre promozioni e ribassi nessuno ti pagherà a prezzo pieno il prodotto riducendo di fatto margini di guadagno che altri costruttori hanno saputo conquistare.