Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose.
Fotoracconto della luminara e delle regate
Ecco siamo fuori. Girovaghiamo per Pisa. La città si prepara alla festa. È bello uscire dalla pizzeria affollata col nostro quarto di cecina fumante nella carta gialla in mano. Ecco siamo in strada, la pasta è calda e molle, ma ben cotta: Com’è bona la cecina. Ecco comincia la festa di San Ranieri e abbiamo già gustato il meglio.
Pisa, “vecchia bambina”, indossa l’abito da sera con una scollatura ampia, segnata dal luccichio dei lumini. Gruppi di donne accendono le candele e gli operai sui camion con le gru dispongono in poche ore le centoventimila luci della Luminara sui palazzi dei lungarni con i lampioni addobbati con lumini bianchi rossi e verdi e Palazzo blu con candele tricolori che formano un grande 150. Gli operai dei Cantieri navali di Pisa insieme alle loro famiglie sfilano sui Lungarni dal Ponte della Fortezza fin sotto il Palazzo del Comune dietro lo striscione ”Il lavoro e chi lavora sono patrimonio dell’umanità”. Ce la faranno? C’è la possibilità che ce la possano ancora fare e se la giocano anche per San Ranieri. Tanti auguri e cari saluti dai passanti.
È bello camminare nella “gran carca”, come direbbe Neri Tanfucio, a parte la sofferenza del piede “stroppiato”: vedere famiglie intere, giovani e anziani farsi largo tra i banchetti della fiera per andare a sedersi sulle spallette dell’Arno a godersi lo spettacolo più atteso del giugno pisano e, tra centomila persone, salutare gli amici che sorridono.
È bello quando i modi di dire succedono davvero. Per esempio, davanti a Ponte di Mezzo illuminato ci siamo detti: Bella la mi’ Pisa. La nostra Pisa ha impressionato anche i membri dell’Unesco che sosterranno la proposta di inserire le manifestazioni storiche come il Gioco del Ponte, la Luminara e le Regate nella lista del patrimonio delle feste dell'umanità.
Pisa è un bel soggetto fotografico che, insieme al mio amico Massimo Ceccanti, proviamo a ritrarre con una reflex buona, ma pesante, munita di grandangolo e teleobiettivo, in grado di catturare attimi che fuggono implacabili lasciando, senza l’aiuto di questi ingombranti apparecchi, solo tracce immateriali. Le fotografie scelte sono di quattro tipi. Il giuramento del Gioco del Ponte rappresentato da una donna ad occhi chiusi in costume. Prima della festa si accendono, si mettono a posto i lumini e Pisa è pronta. La festa e i fuochi d’artificio sparati dalle piattaforme posizionate in Arno. Le regate in notturna con lo scontro tra la l’imbarcazione azzurra (Santa Maria) e quella verde (Sant’Antonio) mentre la gialla del quartiere di San Francesco ne approfitta, le supera e riesce ad abbordare un barcone con un montatore che ci salta e si arampica su una corda obliqua tesa alta dieci metri per strappare il palio simbolo della vittoria.
E poi “grande, placida… ci stava di faccia la Luna”. E noi, come uno nessuno e centomila Ciàula, non ci sentiamo più stanchi “nella notte ora piena del suo stupore”.
Post scriptum
Una poesia di Neri Tanfucio in vernacolo pisano che le maestre un tempo ci facevano studiare a memoria alle elementari.
La luminara
Viaggi 'n dell' 'Uropa 'un n' ho ma' fatti:
Prima pelchè a quaini sèmo bassi,
E po' pelch' e' Pisani 'un c' enn' adatti
Per anda' per er mondo a strapazzassi.
Ma un mi' amio di Lucca che fa' gatti
(Li fa cor gesso, creda, da sbagliassi),
Lui, vorsi di', ch' è stato fra' Mulatti,
Che ha visitato anch' e' Paesi Bassi,
M' ha detto che neppure 'n der Peino
Luminare di Pisa 'un se ne vede:
Nun n' hann' idea laggiù der lampanino.
Chi nun l' ha vista, 'reda, 'un lo por crede';
Eppoi, 'ni basti di' che ar mi' 'ugino,
Dalla gran carca 'ni stroppionn' un piede.
Firenze, 1870.