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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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TASSE e DINTORNI
di Trilussa

19/6/2011 - 11:42


Non passa giorno che la Guardia di Finanza non scopra sempre nuovi evasori fiscali.
Alcune sono persone fisiche, magari anche persone che conosciamo, che figurano nullatenenti o con redditi da fame ma che viaggiano con il SUV e vivono in belle ville e passano le loro vacanze in località esclusive. Sono le stesse che puoi trovare con il bimbo all'asilo nido dove pagano il minimo della retta scolastica alla barba dell'operaio con la moglie che è costretta a lavorare per riuscire a tirare avanti e mandare i figli a scuola.

Famiglie di lavoratori che non hanno potuto studiare per mancanza di mezzi e che coltivano la speranza che almeno il proprio figlio abbia la possibilità di laurearsi e godere di quella scalata sociale che sta diventando sempre più difficile, se non impossibile, in una società ingessata oramai da molti anni dove le statistiche sul cambiamento di condizione sociale ci pone agli ultimi posti in Europa.


Un paese in cui la differenza fra ricchi e poveri in questi ultimi anni si è ulteriormente accentuata nonostante i tanti proclami fino a diventare drammatica in occasione di questa ultima grave crisi economica che ha sommato la generalizzata mancanza di lavoro con i tagli dello stato sociale.

 

L’evasione fiscale, massima in Italia fra tutti i paesi europei, sconfina addirittura nel nostro paese dalla normale etica pubblica fino a diventare un vero e proprio danno allo Stato che è costretto a diminuire i servizi essenziali al cittadino nell’incapacità (e forse anche nella mancata volontà) della riduzione di un debito pubblico in costante aumento. Un debito pubblico comprensivo dello strabiliante numero di auto blu,  dell’impressionante numero di amministratori pubblici, dello sproporzionato appannaggio dei manager pubblici, della esagerata miriade di organi amministrativi, della deleteria usanza del mancato pensionamento o ricambio di tutti coloro che riescono in qualche modo ad affacciarsi alla politica.

 

Basta infatti riuscire a fare il sindaco in qualche sperduto paesino di montagna di cento anime e automaticamente si assume il titolo di politico di professione che ci accompagna tranquillamente fino alla pensione ed anche oltre. Per questo verremo destinati a varie cariche, spesso anche fittizie, e posizionati in posti dirigenziali spesso senza la minima competenza ed il minimo interesse. Sicuri comunque di avere rinunciato al vecchio lavoro e magari anche al vecchio stipendio di 1200 euro mensili e con l’impegno di doversi alzare tutte le mattine per essere al lavoro alle 8.

 

Non ci sarebbe niente di male se questa pletora di politici non obbligasse spesso a creare cariche fittizie o ridondanti di dirigenti che possono arrivare a superare il numero stesso degli operai alle loro dipendenze. E non c’è differenza in questo tra i vari partiti, questa è una di quelle cose che vengono definite bipartizan e che fanno lievitare enormemente i costi della politica e quindi dello Stato che non ha poi  i soldi per la scuola, per la ricerca, per i precari, per i disabili, per le famiglie che dormono in macchina, per i terremotati, per la sanità pubblica, per il welfare.


Credo che quando si sente parlare di riforma fiscale bisognerebbe partire proprio da qui, dalla identificazione di tutti coloro che riescono a mettersi in tasca dei quattrini senza rispettare il dettato costituzionale che impone a tutti di contribuire alle spese dello Stato in proporzione del proprio reddito. Anche il prelievo fiscale andrebbe poi equilibrato, troppo pesante sui redditi da  lavoro dipendente e troppo leggero sui redditi da capitale. Una di quelle cose su cui sono tutti d’accordo ma che poi non si traduce ma in fatti concreti.


Poi ci sono le società, anche grandi aziende, che ricorrono spesso a personaggi equivoci che dietro una parvenza di efficienza e serietà riescono tramite complicati e sofisticati meccanismi ad evadere talvolta anche per somme ingenti.
I meccanismi sono sempre gli stessi, false fatturazioni, società fittizie, scatole cinesi e le indagini spesso devono anche valersi di controlli internazionali piuttosto difficili perché i paradisi fiscali vivono proprio su questi illeciti e tendono a coprire con molta efficienza l’identità ed i movimenti dei loro clienti.


L’ultima scoperta è proprio di questi giorni ed ha coinvolto nientemeno che il presidente della Confcommercio di Roma con il suo socio, titolari di un avviatissimo studio commerciale.
Per capire la gravità dell’illecito otre ai due sono state tradotte in carcere altre 15 persone e ben 27 sono ai domiciliari. Le società coinvolte nella truffa sono addirittura 703 con tasse non pagate per una somma che sembra superare i 550 milioni di euro!


Sembra che l’illecito, l’evasione fiscale, stia diventando quasi la regola almeno per le società. Cifre enormi, e queste sono solo quelle emerse da questa indagine. Ma chissà quante altre imprese riescono ad evadere con altri artifizi contabili o con atti illeciti.
La somma totale, accanto a quella del lavoro nero (una pratica anch’essa oramai troppo comune) sottrae allo stato cifre significative la cui mancanza si traduce inevitabilmente in una diminuzione dei servizi al cittadino. Una mancanza di cui soffre particolarmente il lavoratore dipendente che, ironia della sorte, è proprio quello che contribuisce in misura maggiore con il suo lavoro alle casse statali.


C’è poi la questione etica.
Pagare le tasse per il cittadino dovrebbe essere un obbligo morale, sentire dentro di se il valore di questa operazione eticamente corretta. Con le tasse infatti si possono curare le persone, si istruiscono perché possano diventare cittadini consapevoli, si preparano per il lavoro che darà loro da vivere e produrrà ricchezza per tutti, si garantiscono gli studi ai più intelligenti e meritevoli per garantire un futuro migliore a tutto il Paese.

Con i contributi allo stato sociale assistiamo i più deboli, aiutiamo gli infermi e le loro famiglie, contribuiamo a supportare gli handicap, garantiamo un sussidio ai licenziati, agli sfrattati,  a chi vive in regime di povertà. E poi con le forze di Pubblica Sicurezza garantiamo la sicurezza di tutti i cittadini, con i Tribunali i loro diritti, con le strade e i mezzi pubblici facilitiamo i loro spostamenti. A tutto questo, e molto altro, servono le tasse e pagare il giusto dovrebbe essere sentito come un dovere, un imperativo morale.


Ma sappiamo tutti che non è così. I cattivi esempi sono frequenti e con essi l’idea che pagare le tasse sia da sciocchi, da sprovveduti, da poco intelligenti. Evadere è diventato quasi un diritto ed è un segno di distinzione, di furbizia. Una furbizia che ha sostituito da tempo valori ormai obsoleti, ottocenteschi, come la dignità, la correttezza e l’onestà.


Bisognerebbe invertire questa tendenza ma servirebbero esempi nobili.
Il primo dovrebbe essere quello della politica, un esempio significativo anche se non sostanziale come quello di rinunciare a qualcuno della enorme lista dei privilegi a loro appannaggio, privilegi e aumenti di indennità che pare vengano sempre adottati con votazioni all’unanimità. Il secondo dovrebbe essere quello di operare legiferando in modo che venga premiato chi si comporta onestamente e colpito chi non lo fa accompagnato da un inasprimento di pena significativo che possa giungere fino al carcere. Chi evade infatti  non fa altro che rubare agli altri, sottrae qualcosa che appartiene a tutti i cittadini e come tale, come un ladro, dovrebbe essere giudicato.


Se il processo per una maggiore responsabilità del cittadino è auspicabile ma purtroppo anche lento e faticoso, un inasprimento di pena consistente potrebbe essere un provvedimento immediato e grandemente efficace per chi non adempie al dovere sancito dalla costituzione.


Ricordiamo che negli Stati Uniti il più grande criminale di quei tempi, Al Capone, fu bloccato nelle sue attività criminali tramite un provvedimento restrittivo per evasione fiscale, non riuscendo gli inquirenti a raccogliere prove sufficienti per incriminarlo per i suoi tanti omicidi.


Forse l’attuale cittadino italiano abituato alla maleducazione e alla scorrettezza (e in attesa della sua auspicabile maturazione ad un maggiore senso di responsabilità), potrebbe essere sensibile ad una pena più severa, specie se questa fosse certa, rapida e non escludesse nemmeno il carcere.

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