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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Circolo ARCI Migliarino-6 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Lamento

24/6/2011 - 7:20


" Ascolta boscaiolo, ferma il braccio:
legno solo non è quello che abbatti,
non vedi il sangue sgorgar delle Ninfe
che vivono nei tronchi dalla dura scorza.
Sacrilego assassino,  se s’impicca  un ladro
per un bottino di scarso valore
quanto più tu meriti, o malvagio,
e ferro e fuoco e morte e patimenti".


 Il poeta francese Ronsard si riferisce ad un mito greco che asseriva vi fossero due specie di ninfe che vivevano nelle querce: le driadi e le amadriadi.
Le prime, chiamate così dal nome dryàs - quercia sacra- , potevano abbandonare l’albero, ma le seconde, da hàma - insieme -, morivano se la pianta veniva abbattuta. Appena una quercia era in pericolo, le amadriadi prorompevano in lamenti minacciosi.


Ora non vi sono più quei miti e quelle ninfe, i miti sono degenerati e le ninfe non piangon di certo,  ma si leva un nuovo pianto da una nuova generazione di fronte a tanto antico scempio; io ho finito lacrime e voce.


Ma oggi è San Giovanni, quello che tutti sanno che “un vole ‘nganni! “ e noi preghiamo anche San Pavùlo, quello che “un vòl’esse’ preso pere  'r 'culo!”

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25/6/2011 - 1:44

AUTORE:
sonia

C'è un'apparente contraddizione nella coppia di questa splendida fotografia.
L'albero apparentemente forte e robusto è in realtà precario, perché ormai molto vecchio. Il bambino che sembra gracile e debole al contrario è forte, perchè ha in dono l'incontenibilità della giovinezza.
Il gigante è un monumento della natura , simbolo di stabilità e di saggezza che merita rispetto e incute soggezione sia per la mole che per la vaneranda età.
Eppure è così fragile: basta un fulmine o una sega per eliminarlo in un attimo!
Il bambino invece è simbolo di vigore e di energia e detiene un potenziale enorme, anche se necessita di tempo per svilupparlo.
Il bambino è il futuro che avanza... l'albero il passato che incombe!