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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
IL PROVERBIO
Amici, oro e vin vecchio....

25/6/2011 - 11:27



Il proverbio di oggi:

Amici, oro e vin vecchio
son buoni dappertutto!
 
Il modo di dire:
E regali fii!!
Stranissimo modo di dire, di origine sconosciuta, per indicare in maniera pleonastica, un affermazione positiva. Un rafforzamento di atti, pensieri e comportamenti di per sé già scontatamente corretti.
 
(Il pleonasmo (dal greco πλεονασμóς: pleonasmós, "esagerazione") è la figura retorica per cui si ha un'aggiunta di parole o elementi grammaticali esplicativi a un'espressione già compiuta dal punto di vista sintattico. A tale accorgimento, il cui effetto è un'evidente ridondanza, si ricorre per ragioni stilistiche, al fine di dare alla frase una maggiore intensità, forza, chiarezza o efficacia-Wikipedia)
 
Dal libro “Le parole di ieri” di G.Pardini
 
SAGGINALE
Lett: SAGGINALE. [Gambo secco della saggina].
La saggina o sorgo (sorgum vulgare) è una graminacea usata come [pastura di bestiame o cibo di pollame]. La varietà sorgum saccharatum ha delle grandi efflorescenze con cui vengono fatte le scope o granate di saggina.
Di questa pianta viene usata solo la testa, il resto è adatto solo a farne lettiere per le bestie, come  succede anche della pianta del granturco una volta privato delle pannocchie. Tutte queste parti erbacee di consistenza legnosa venivano chiamate sagginali, caratterizzati da una certa durezza, se considerate erba, ma fragili se considerate piante.
Umberto riporta un curioso aneddoto su un famoso personaggio vecchianese soprannominato Cardanata.
 
Aneddoto.
Cardanata, vecchianese, era un tipo robusto che amava mettere in mostra la sua forza e prestanza fisica.
Saputo che a Tombolo, nell’immediato dopoguerra, si esibivano degli americani di colore molto muscolosi ed esperti in lotta libera fece di tutto per partecipare e mettere alla prova la sua forza.
Si recò quindi in Tombolo per gareggiare ma se ne tornò sconfitto e malconcio a Vecchiano dove raccontò agli amici come si era svolta la lotta e come il nero lo avesse facilmente messo con le spalle a terra.
Ma ‘un potevi far ponte?” disse uno che se ne intendeva riferendosi alla mossa di sollevare il busto da terra facendo appunto un ponte inarcando la schiena.
Oh un lo feci -rispose Cardanata- lo feci, ma sembrava di sagginali!”
 
TOMBOLO
Tombolo fu, dopo Viareggio, la Miami della Linea Gotica, la città delle “vacanze di guerra” dove i soldati di colore della “Divisione Buffalo” della Quinta Armata americana, trascorrevano i periodi di riposo prima di essere inviati su altri fronti o di ritornare in patria.

Viareggio si prestava bene perché già allora, nel 1945, era fornito di pensioni, alberghi, ristoranti, locali, campi di basket coperti che furono completamente occupati da questi colored scatenati, estroversi, invadenti, talvolta prepotenti e dalle numerose “segnorine” che erano confluite nella zona per allietare le loro movimentate e chiassose serate.

Ben presto le risse, le ruberie, i danni e i conflitti con i gestori dei vari locali, con la popolazione residente e la Military Police si estesero per tutta la Versilia da Torre del Lago fino a Forte dei Marmi. A niente valse il tentativo del Comando di chiamare a Viareggio uno degli idoli dell’epoca, il pugile Joe Louis che si esibì per alcune settimane nel giardino dell’Hotel Royal con sparring-partner americani e italiani. Le esibizioni ebbero un successo clamoroso ma invece di placare gli animi provocarono l’effetto contrario di una generale esaltazione.

Le proteste dei viareggini divennero così pressanti da rendere necessario, da parte del Comando della Quinta Armata,  il provvedimento drastico del trasferimento in toto dei reparti di colore in una zona più tranquilla e lontana dai centri abitati. La scelta cadde sulla località di Tombolo, un’ampia e quieta zona di pineta fra Pisa e Livorno.
Nasce così la leggenda di “Tombolo, paradiso nero” sinonimo in Europa e in America di “bughi-bughi”, “segnorine”, “sciu-scià” ma anche di violenza, di furti, di depositi assaliti, di dancing chiassosi e sporchi ricavati nelle baracche, di feste con balli sfrenati, grandi bevute e spogliarelli globali e ammucchiate finali: una zona franca dove tutto era permesso.  Proprio questo luogo viene scelto per la realizzazione di un bellissimo film di Alberto Lattuada “Senza Pietà” con la Del Poggio e la Masina, su soggetto dello stesso Fellini.
 
Lo stesso Lattuada racconta che durante la registrazione di una scena del film in una balera di Tombolo la moglie Carla del Poggio, bionda e bianchissima, fu invitata a ballare da un nero gigantesco. Al rifiuto della donna il nero la prese per un braccio e a strattoni la trascinò in sala dicendo “Chi credere tu essere, Rita Arivortete?”
 L’intervento della troup innescò un’ enorme scazzottata che si concluse con la liberazione della donna, molto spaventata ma fortunatamente incolume.

 

I militari di colore della Divisione Buffalo, nonostante il loro comportamento dissoluto e talvolta criminoso, durante la guerra si erano comportati da veri eroi. Già decimati nella battaglia di Montecassino avevano visto la loro divisione assottigliarsi tanto da essere ridotta ad un solo reggimento. Tuttavia trattandosi di un reparto interamente di colore il riconoscimento del loro valore dovette attendere per oltre cinquanta anni fino al 1997 quando Colin Powel, il primo nero riuscito a salire nella gerarchia militare americana, istituì una pratica che riconobbe finalmente il loro valore. Una speciale Commissione riesaminò moltissimi documenti e cartelle personali e decise per il conferimento della Medaglia d’Oro all’unico superstite vivo, il tenente Vernon Baker, 77enne, rintracciato sulle Montagne Rocciose nell’Idaho, per aver partecipato alla presa del castello di Aghinolfi, fortezza da cui i tedeschi controllavano la Linea Gotica nel tratto del fronte versiliese.

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