Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Il problema si riaffaccia periodicamente all’attenzione generale e del Governo. Se ne parla per un po’, ognuno esprime la sua posizione, ci sono le minacce del decreto legge, le contestazioni, poi lunghe pause in cui ci si occupa di altro.
E di altro ce n’è in abbondanza: la situazione economica del paese, stabile per la manovra di tagli indiscriminati ma senza crescita, il lavoro che non si trova e che sempre più spesso si perde, la creazione di folle sempre più grandi di precari dal futuro incerto, le famiglie sempre più in difficoltà.
Stanno aumentando anche i segnali indicativi di questa difficoltà del paese a superare la grave crisi economica (solo l’ultima di una lunga serie, anche se di particolare gravità). Uno di questi è rappresentato dall’aumento dei furti di generi alimentari nei supermercati ad opera molto spesso di ex integerrimi pensionati, che mai in vita loro si erano sognati di farlo.
I furti nei supermercati sono abbastanza diffusi e costanti ma di solito si indirizzano verso prodotti tecnologici e cosmetici, negli ultimi tempi invece si sono impennati proprio quelli dei generi alimentari, segno indubbio di difficoltà delle famiglie meno abbienti e dei pensionati che sono costretti a rubare per necessità.
Un altro segnale della crisi è l’aumento delle giocate alle lotterie nazionali nella vana speranza di risolvere, con un colpo di fortuna, una situazione familiare difficile ed infine la straordinaria, continua e ossessiva offerta di mutui e prestiti agevolati presentati sui giornali, volantini e specie in TV dove i contraenti si mostrano entrambi particolarmente soddisfatti e sorridenti per il contratto. I sorrisi sinceri sono però solo quelli degli operatori finanziari perchè credo ci sia poco da sorridere in chi è costretto ad indebitarsi, spesso in modo molto serio, per poter far fronte alle proprie necessità.
Da non dimenticare anche il fenomeno crescente dell'usura, un fenomeno spesso tenuto nascosto per ovvi motivi, ma che sta diventando una vera piaga in alcune zone del nostro paese.
Di fronte a questa grave crisi tutti siamo portati e pensare che i nostri rappresentati al Parlamento e al Governo siano massimamente impegnati a risolvere questi problemi, a studiare rimedi per sostenere le famiglie, per rilanciare l’economia, per difendere i posti di lavoro, per cercare di dare un giusto futuro anche ai precari e scopriamo invece, dagli ultimi telegiornali che parlano dell'”affaire” P4, che il massimo impegno di molti era quello di trattare i propri affari con lunghe e svariate telefonate ai vari ministri e sottosegretari, a qualche carabiniere, alla Guardia di Finanza, ai parlamentari con lo scopo, poco nobile, di fare i propri degli affari e non quelli del paese.
Tutto questo malaffare emerge dalle intercettazioni telefoniche, ora nuovamente sotto tiro.
C’è di mezzo la vita privata di ognuno, il mettere in piazza gli affari privati delle persone, affari che magari non hanno nessuna rilevanza penale e quindi dovrebbero rimanere nelle carte private degli inquirenti e non apparire sui giornali diventando pubbliche. Su questa posizione si è schierata, con molti distinguo, anche la sinistra che si è offerta di partecipare alla discussione per una regolamentazione di questa pratica investigativa, veramente indispensabile ma che può mostrare anche qualche lato negativo.
Posso anche essere d’accordo su una regolamentazione (le regole a me piacciono e credo che facciano vivere tutti meglio) che eviti gli eccessi e non sconfini nel gossip più banale ma personalmente interessa anche sapere, e non ci vedo niente di male, il comportamento privato del politico a cui affido il mio voto, la mia fiducia e tutte le mie speranze per quella società migliore che tutti ci auspichiamo.
Ritengo che chi decide di fare il politico, che rimane una scelta puramente volontaria, dovrebbe implicitamente accettare con il nuovo ruolo anche la caratteristica di diventare in tutto e per tutto un personaggio pubblico con una vita privata trasparente che dovrebbe essere conosciuta e giudicata da chi gli affida la sua fiducia.
Per fare degli esempi conosciuti il primo che mi viene in mente è Marrazzo.
Una persona che stimavo molto e la cui vicenda mi ha molto sorpreso e amareggiato. Non so e non credo che il suo comportamento abbia avuto rilevanza penale (era lui che era ricattato) ma il sapere che spendeva molto tempo e molto denaro con viados brasiliani e andava agli appuntamenti erotici con l’auto blu è sufficiente, per me, a cambiare opinione nei suoi confronti. Anche le sue bugie sull’infondatezza delle accuse con cui all’inizio ha cercato di difendersi rafforzano questo mio drastico cambiamento di giudizio nei suoi confronti.
Perché chi l’ha votato, chi gli ha dato fiducia, chi come me l’apprezzava non doveva saperlo?
Ultimamente si è rifatto vivo facendo anche la voce grossa nei confronti dei suoi ricattatori dicendo di essere stato solo una vittima. Io spero per lui che la sua famiglia sia riuscita a perdonarlo. Io non l’ho fatto per il tradimento della fiducia che avevo in lui e spero che faccia la sua vita senza che ne sentiamo più parlare. Speriamo soprattutto non entri nel mirino di quelle trasmissioni televisive di finta inchiesta che cercano l’audience proprio ripresentando queste squallide vicende e offrendo opportunità di scuse a chi di scuse non può averne.
La sera del disastroso terremoto dell’Aquila due imprenditori parlano al telefono e se la ridono. Non sanno di essere intercettati e tutti abbiamo ascoltato, inorriditi, quelle parole. Sono stati poi inquisiti per altri reati, veri stavolta, e non certo per quelle parole scambiate al telefono. Non hanno commesso nessun reato ridendo e rallegrandosi per gli affari che avrebbe fatto sulle spalle di quei tanti morti ma hanno avuto lo stesso una condanna per il loro comportamento, quella del pubblico ludibrio per quella scarsa sensibilità, per quel cercare l’interesse sopra tutto e tutti, per quelle parole orribili che si sono scambiati di notte al telefono.
Un altro caso in cui si possono conoscere realmente le persone, si può intuire la loro umanità, il loro senso del dovere, la loro sensibilità, il loro rapporto col denaro e col potere. La possibilità quindi di dare un giudizio morale se sono persone comuni, un giudizio politico se sono personaggi pubblici. Forse non reati ma indizi sicuri del loro modo di pensare e di agire che possono e debbono influenzare il giudizio degli elettori nei loro confronti.
In una manifestazione di piazza una signora esponeva un cartello. C’era scritto INTERCETTATEMI.
Ecco anche io idealmente, come la gran parte dei cittadini italiani, potrei chiedere lo stesso. Di essere intercettato nelle mie telefonate, di poter lasciare ai carabinieri le mie impronte digitali, di essere controllato dalla Guardia di Finanza per le mie tasse, dalla Polizia Stradale per la mia auto, dalla Polizia Municipale per il gazebo nel mio giardino.
Il giudice Borsellino soleva dire che non solo bisogna essere onesti ma anche apparire. Con l’essere si fa il bene comune, con l’apparire si da il buon esempio.
Merce rara nel nostro paese.