In questo nuovo articolo di Franco Gabbani si cambia completamento lo scenario.
Non avvenimenti storico- sociali, nè vicende di personaggi che hanno segnato il loro tempo.Il protagonista è questa volta è il fiume Serchio, l'attore sempre presente nella storia del territorio, con grandi vantaggi e tremendi disastri.
Ma non manca il tocco di Franco nell'andare ad esaminare grandi lotte politiche e piccoli episodi di vita comune legati al compagno di viaggio nella storia del nostro ambiente.
Andare a Lucca a prendere il garbo.
In questa epoca di frasi prese dagli spicci media, dai veloci nomi sincopati dei messaggini e dal voler parlare in un modo che ti distingua, te e il tuo branco, nel mondo giovanile, non c’è più posto per i detti popolari.
Uno dei più strani e noti nelle nostre contrade era quello riportato nel titolo.
Se ad un pisano può suonare contorto e controverso, certamente per i nostri vicini oltreforo risulterà adatto alla loro superbia.
Garbo è sinonimo di buone maniere, buon stile di vita e di cosa ben fatta in genere, con “garbo” appunto.
Logico che sia un detto nato nella città arborocerchiata dove si può trovare, oltre alla innata taccagneria, anche molto più buon gusto delle altre sue vicine.
Andare a Lucca a prendere il garbo è logico che si intenda da rivolgersi ad una persona un poco rozza.
Ma ne siamo proprio sicuri?
Ma perché devono sempre gli altri ad essere migliori di noi?
I detti “Vendere vasi a Samo”, “scritto anche sui boccali di Montelupo”, significano entrambi fare o dire cose fatte e rifatte, dette o ridette, come i vasi caratteristici dell’isola greca e le ceramiche di quella toscana.
Un antico significato di “garbo” era sia la pelle conciata che il panno lavorato, tanto che in dialetto veneto il garbar è il conciapelli ed a Firenze vi era un quartiere, abitato da famiglie dette Garbi, che tessevano panni garbi, come scrive Pico Luri da Vassano:
“… panno vergato e vergolato o tessuto a verghe e a vergole, si suol bene fare in Firenze, infra quelli di Garbo, siccome drappi listati, fregiati, fioriti, o veramente a liste, a fregi, a fiori, o tessuti , o ricamati o compartiti, che si vogliono chiamare…”
Oserei pensare che il detto possa significare :andare in un posto dove c’è abbondanza di quello che cerchi, come appunto i panni a Lucca, città famosissima in antico per la sua produzione di tessuti.
Un altro tassellino potrebbe essere che in Firenze al quartiere del Garbo si contrapponeva quello di San Martino e, guarda caso, a Lucca il duomo è dedicato a tale santo e ben si sa che Lucca e Firenze facevan comunella per dare addosso a Pisa.