Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Quando avevo la tua età era il 1977…
Paternalista come sono mi ha fatto piacere che qualcuno, qualche sera fa a cena alla festa di Liberazione a Marina di Pisa, mi abbia chiesto se ero il padre di Martina. Siamo rimasti male sia lui che io quando ho risposto di no. Però mi succede spesso di dire ai giovani che incontro: “potrei essere tuo padre”. Per esempio potrei essere il padre di Dario, il venticinquenne normalista dottorando di fisica trascinato in caserma e poi in carcere con violenza (rilasciato dopo due giorni e mezzo) perché accorso in difesa di alcuni ragazzi che volevano entrare (non invitati) alla festa studentesca di fine corso alla Scuola Normale. Sono passati dieci anni dal G8 di Genova, sono lunghi dieci anni, qualcuno si prepara a ricordarlo e i giornali pubblicano inserti speciali; ma certe notti sono ancora più lunghe e, in piccolo, la commemorazione è cominciata a Pisa quando il giovane normalista ha subito gravi lesioni dalle forze dell’ordine (trauma cranico, trauma contusivo ed escoriazioni ai polsi dovute alle manette). Dario ha detto davanti al giudice: “la condotta dei militari non è stata irreprensibile”. Potrei esser suo padre e anche qualcosina di più.
Vediamo un po’ di ricordare: cosa facevo io quando avevo 25 anni? Era il 1977 e sono successe un sacco di cose: Charta 77, il discorso di Berlinguer sull’austerità, le femministe manifestano, la nuova psichiatria di Basaglia, le Br feriscono alle gambe Indro Montanelli, la cacciata di Lama dall’Università, la camera vota una mozione che prevede la costruzione di 12 centrali nucleari, a Roma viene uccisa Giorgiana Masi, i sindacati lottano per l’occupazione, ribellioni giovanili a Bologna, tensioni tra studenti e polizia... Allora, studiando, vagando tra collettivi studenteschi e assemblee politiche, andavo alla difficile ricerca di una strada per il futuro.
L’anno dopo andai col mio amico Enrico in autostop a Venezia e Laura, una nostra carissima amica, ci fece ascoltare la voce roca di Patti Smith. Ne rimanemmo affascinati e colpiti quando scoprimmo la sua conoscenza letteraria smisurata (Verlaine, Baudelaire…). Ci facemmo trascinare in un crescendo vorticoso nella magnifica e insuperabile “Because the night”, canzone scritta da Bruce Springsteen, ma che solo Patti l’ha fatta diventare la colonna sonora dei miei ventisei anni:
“take me now bay here as I am, pull me close, try and understand, desire is hunger, is the fire I breathe, love is a banquet on which we feed” – “prendimi adesso baby qui dove sono, stringimi forte e prova a capire, il desiderio è famelico, è il fuoco che respiro, l’amore è un banchetto in cui ci sfamiamo”.
Balliamo e cantiamo con i ragazzi e ragazze del Teatro La Fenice in Piazza San Marco, siamo in tanti, di notte:
“because the night belongs to lovers, because the night belongs to us” – “perché la notte appartiene agli amanti, perché la notte ci appartiene”.
Scusate mi sono perso…
Mia figlia compie in questi giorni 19 anni, è reduce da una spiaggiata di fine esame di maturità, poi è partita per un viaggio. Dunque, cosa facevo quando avevo la sua età? Meglio non dirlo, potrebbe leggerlo… Meglio che non legga neanche le prime pagine dei giornali di questi giorni: che tristezza l’Italia, quasi a un passo da un uragano economico, non si preoccupa del futuro della sua parte più bella e fantasiosa: i suoi figli e le sue figlie. Meglio leggere gli inserti sul G8 del luglio 2001 a Genova e ricordare quei giorni terribili in cui perdemmo un figlio. Un altro mondo è possibile, dicevamo. Fummo sconfitti. Capita di rado in politica scoprire, dieci anni dopo, che avevamo ragione. Ora la partita è di nuovo aperta. Attenti a non perdere per altri dieci anni. Tantissimi auguri da tuo padre.
Post scriptum
Sono in viaggio (si capisce nella seconda immagine: il Pan di Zucchero accanto al Duomo) e non posso scrivere tanto, ma leggo La Voce del Serchio tutti i giorni. Ci sentiamo più in là, se ancora vi va.