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In questo nuovo articolo di Franco Gabbani si cambia completamento lo scenario.

Non avvenimenti storico- sociali, nè vicende di personaggi che hanno segnato il loro tempo.Il protagonista è questa volta è il fiume Serchio, l'attore sempre presente nella storia del territorio, con grandi vantaggi e tremendi disastri.

Ma non manca il tocco di Franco nell'andare ad esaminare grandi lotte politiche e piccoli episodi di vita comune legati al compagno di viaggio nella storia del nostro ambiente. 

Il fu presidente Biden lascia la carica e fa un bel .....
E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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dal Pensiero Prismatico.(post tutto da leggere di Ermes Antonucci).
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di Ylenia Zambito, senatrice
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di Umberto Mosso
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Di Giovanni Dall'olio
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di Umberto Mosso
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di - Maestra Antonella
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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Freddo vento pioggia neve gelo ed influenza
si accendono e si spengono come le lucine a intermittenza
di piazze strade vie vicoli e viali cittadini. .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
SAN GIULIANO
Panattoni: "piano industriale di Geste, bisogna lavorare insieme"

4/8/2011 - 7:32


PIANO INDUSTRIALE GESTE

PANATTONI: NERVI SALDI E LAVORARE ASSIEME

SAN GIULIANO TERME. Sul piano industriale di Geste e la sua attuale situazione credo che la prima cosa da fare, nell’interesse di questa azienda, sarebbe quello di mantenere i nervi saldi e la mente lucida. Evitando polveroni e disinformazione. Mali che nuociono al confronto trasparente e leale sulle questioni che sono sul tavolo e che nessuno nasconde a partire da quanto successo nell’incontro svoltosi il 4 luglio e dove erano presenti Comune, Geste, Rsu di Geste, del Comune e Cobas. Lì è stato deciso un percorso dove ognuno deve fare e farà la propria parte assumendosi le responsabilità fino in fondo nella diversità dei ruoli che gli tocca. Rispettando comunque le istituzioni e i luoghi dove si esercita la democrazia rappresentativa con regole e dignità (ndr. in riferimento alla ventilatà volontà dei Cobas di occupare il consiglio comunale di domani sera che discuterà del Piano industriale dell'azienda in house de La Fontina).

Innanzitutto il primo mio pensiero va a tutti i lavoratori di Geste. Nessuno sarà licenziato. Non è mai stato detto. Semmai sino a prova contraria, e lo sanno tutti, l’azienda è nata tra l’altro per "salvare" e stabilizzare, con una diversa organizzazione del lavoro, dei posti di lavoro che in Comune sarebbe stati con molta probabilità cancellati. Adesso la situzione finanziaria è drammatica. Stiamo di fatto facendo da banca al governo centrale che ci deve 3 milioni e 200mila euro di cui non si hanno più notizie. Berlusconi sta portando a compimento il disegno più volte ipocritamente presentato come risanamento dei conti pubblici, quando di fatto mette in ginocchio i comuni e le comunità locali creando quindi tensione tra amministrazioni, economia e cittadini. Altro che federalismo. Dobbiamo fermarlo quanto prima. Se invece continuerà con questa "musica", è probabile che ci possano essere la necessità di considerare l’ipotesi degli esuberi. Ma esuberi non vuol dire licenziamenti, non sono la stessa cosa. E non ho mai parlato di approcci quantitativi a semmai di riqualificazione e rilancio di Geste che per esempio potrebbe dire assegnarle altri servizi. Sinceramente credo molto nell’ipotesi di aziende di area. L’area pisana è formata da sei comuni. Per ora ogni Comune svolge un suo servizio, ma in prospettiva bisognerà pensare ad un'unica società che possa gestire i servizi il maggior numero di servizi possibile. Da tempo, si parla di un coordinamento dei servizi fra i sei comuni con Pisa capofila. Sarebbe utile accelerarne e concretizzarne il senso e la missione. È probabile che il futuro di Geste possa essere all'interno di questa futura società d'area.

Dispiace che i Cobas sparino pesanti bordate contro di noi, tra l’altro con una scarsa conoscenza di quanto è in ballo. Come ad esempio sul lease-back che non vuol dire svendere patrimonio pubblico ma fare un leasing dove la stessa amministrazione, alla scadenza del contratto, ritorna in possesso del bene. Mettere sul mercato immobili in vendita o in leasing è comunque una strada peri molti enti locali per fronteggiare i tagli del governo in modo da non alzare troppo le tasse e mantenere i servizi.

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