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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
INTERVISTA
Quando la Russia perse l'anima

18/8/2011 - 20:32

La notte tra il 18 e il 19 agosto 1991 i carri armati entrano a Mosca, il presidente Mikhail Gorbaciov viene destituito e “trattenuto“ a Foros in Crimea fino al 21 agosto. La banda dei golpisti aveva proclamato lo stato d’assedio, reintrodotto la censura, chiuso i giornali della glasnost. Un colpo di stato contro cui la società resistette grazie alla libertà appena conquistata.
 
Ho appena finito di leggere l‘ultimo libro di Susanne Scholl e ho avuto la fortuna di incontrarla. In questo reportage Susanne Scholl accenna al tentato golpe del 1991 nel capitolo intitolato Svetlana, l’interprete. I suoi ultimi due libri sono Ragazze della guerra (Voland, 2009) e Russia senz’anima? (Zandonai, 2011). Con Susanne Scholl, nata a Vienna, giornalista e scrittrice austriaca, scambio due parole via mail sui tragici giorni del golpe che sonvolse l’Urss nell‘agosto del 1991. Vent’anni fa Gorbaciov, ex segretario del Pcus, era in vacanza nella sua dacia in Crimea dove restò con la sua famiglia isolato dal mondo. Ricordo la fotografia di Gorbaciov al suo arrivo a Mosca, mentre scende la scalinata dell’aereo alle due di notte con Raissa e la piccola Ksenja avvolta nella coperta l’ex segretario del Pcus sembra uno straniero in patria. Dice Gorbaciov a proposito del suo rientro all’aereoporto di Belbek dopo il fallimento del golpe: “Non so dirvi quello che provai, un misto di sentimenti si affollavano dentro di me. Mi sentivo un altro uomo, in un altro Paese. Mi ci vollero giorni per ricotruire il quadro degli avvenimenti…“.
 
Susanne Scholl gira molto per lavoro. Quando vuol farsi una vacanza si ferma in Sardegna, dove l’ho conosciuta. Sempre pronta però a partire, come successe due anni fa quando Barak Obama andò in visita a Mosca. Io la guardai ammirato mentre abbandonava la compagnia e la spiaggia e partiva velocemente per uno dei suoi ultimi servizi alla Tv prima di andare in pensione. 
 
Quanto hai vissuto a Mosca?
“Nell´estate del 1989 fui inviata come corrispondente della Tv e radio austriaca, Orf, a Bonn,  allora sede del governo tedesco occidentale. Poche settimane dopo il mio arrivo iniziarono quegli avvenimenti, che portarono alla fine della Germania orientale ed alla riunificazione delle due Germanie. Nel luglio 1991da Bonn fui trasferita a Mosca. I miei gemelli allora avevano 7 anni. Sono rimasta per quasi vent´anni corrispondente della Tv e radio austriaca a Mosca. Ho scritto e publicato vari libri sulla Russia.  Dal 2009 vivo di nuovo a Vienna dove lavoro come giornalista indipendente e scrivo libri“.
 
Dov’eri quel 18 agosto 1991? Come seguisti gli eventi?
"Nel pomerigio del 18 Agosto 1991 presi l'aereo per Vienna. Avevo lasciato i miei figli dalla loro nonna per mettere a posto la nostra nuova casa a Mosca. Il giorno dopo dovevamo partire per la Tunisia. La mattina del 19 Agosto fui svegliata da mia madre con una piccola radio in mano: C`è stato un colpo di stato contro Gorbaciov, mi disse. Feci valigie al volo e, con i miei figli, presi il primo aereo per Mosca. Vedemmo subito i carri armati che avanzavano lentamente in fila tra il traffico, un‘immagine surreale, e nel taxi che ci portò in città sentii le lunghe e noiose dichiarazioni dei golpisti, in Tv e alla radio davano Il lago dei cigni e musica di Ciaikovsij. I miei colleghi nell‘ufficio di Mosca si misero a ridere, quando arrivai, ero partita da Mosca il giorno prima e li avevo appena salutati. Davanti alla casa, in cui vivevamo a Mosca c‘era un carro armato. Rimasi fino a molto tardi in ufficio, le linee internazionali non erano ancora state tagliate, funzionavano ancora e seguii gli eventi via Tv, radio, agenzie di stampa e soprattutto attraverso le lunghe telefonate angosciate con i miei amici russi. Quando tornai a casa non riuscivo a prendere sonno. Mi aggiravo per la casa e mi chiedevo come questa cosa sarebbe andare a finire".
 
Perché la data del 19 agosto 2011 è destinata a rimanere nei libri di storia?
"Il 19 Agosto 1991 ha segnato la fine di un‘epoca. Con il tentativo di colpo di stato si diede inizio alla fine dell´Unione sovietica. In realtà questa data segna la fine dell´Europa post-seconda guerra mondiale. In un primo momento si pensava, che segnasse anche la fine della guerra fredda e forse per un certo periodo è anche stato così". 
 
Il fallimento del golpe di agosto aprì uno spiraglio di luce.
"In quei giorni di agosto del 1991 eravamo tutti euforici e pensavamo, che sarebbe comminciata una nuova era migliore. Pensavamo, che il pensiero umanistico, liberale, democratico avrebbe preso il sopravento in tutto il mondo. Eravamo ingenui e volevamo credere in questo nuovo mondo migliore. Purtroppo ci siamo sbagliati e ogni anno che passa questa speranza diventa sempre più tenue".
 
Ovidio Della Croce
18 agosto 2011

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27/8/2011 - 19:59

AUTORE:
odc

Questo è l’inizio della recensione del libro apparsa sul manifesto del 26 agosto col titolo "Da Mosca alla disillusione sulla via di un eterno ritorno", a firma di Valentina Parisi. Il testo intero è leggibile sul sito del giornale nella sezione cultura.

REPORTAGES - Due libri emblematici per sondare quanto accade oggi in Russia.
Esce per le edizioni e/o un libro di Valerij Panjushkin e da Zandonai il resoconto di Susanne Scholl, per vent'anni corrispondente austriaca da Mosca.

«Volevamo il meglio e invece ci è scappato il solito». È a dir poco emblematico che la celebre frase pronunciata dal primo ministro russo Viktor Cernomyrdin all'indomani della riforma monetaria del 1993 echeggi come una sorta di mantra nei due libri che, forse, più di altri restituiscono il senso di quanto sta accadendo (o non accadendo) oggi in Russia. L'autoironica variante locale della proverbiale strada per l'inferno lastricata di buone intenzioni torna, infatti, sia nell'appassionante 12 che hanno detto no. La lotta per la libertà nella Russia di Valerij Panjushkin (edito da e/o nella traduzione di Claudia Valentini rivista da Leonardo Marcello Pignataro), sia nel più disincantato Russia senz'anima? (tradotto per Zandonai da Chiara Marmugi) della giornalista viennese Susanne Scholl, che la utilizza addirittura come epigrafe.

22/8/2011 - 19:31

AUTORE:
LUIGI

CIAO,BUONRIENTRO DALLE FERIE ,COME SEMPRE LEGGO CON PIACERE I TUOI ARTICOLI DI CRONACA E LI TROVO OTTIMI.
A PRESTO
LUIGI