Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
La lapide di Laiano, di commemorazione all’eccidio nazifascista è stata danneggiata, oltraggiata……..un altro tentativo per uccidere la memoria di un paese, la storia delle sue genti, un tentativo subdolo di negare ciò che purtroppo è stato e lo sprezzo per il ricordo, la memoria e la dignità delle persone che questa lapide vuole ricordare.
Immagino un giorno qualunque, gente comune che vive una vita ormai scandita e condizionata dai dettami della guerra, una guerra voluta da chi ha “presunto”di poter gestire un paese ed ha fatto del potere un abuso abnorme, fino a mettere il proprio popolo nelle mani naziste.
Gente magari impegnata a trovare un tozzo di pane, gente che lavora, che cerca una normalità quotidiana che non esiste più e che magari cerca con una solidarietà tra compaesani che è andata scemando nel tempo, di proteggere, difendere, nascondere, il vicino e se stessa da un nemico comune magari anche con una preghiera……………bambini che giocano ignari di ciò che accade…….Ecco tutto questo ad un tratto si ferma, la vita di queste persone comuni è travolta, presa, tolta dal libero arbitrio d’altra gente, uomini che in nome di chi o che cosa, fanno quello che sicuramente né la natura, né Dio per chi ha fede, hanno delegato loro di fare!
Oggi che tutto ciò sembra a noi così lontano, ma basta pensare a tutti quei paesi nel mondo dove ancora milioni di persone vivono nel terrore della guerra, oggi all’approssimarsi della commemorazione, la lapide viene danneggiata, potrà essere un atto vandalico fine a se stesso magari qualche giovane che ha creduto di fare una bravata, o potrà essere un chiaro segno che certe ideologie esistono ancora, latenti, striscianti ma ci sono.
La forza di chi però nutre ancora rispetto per la memoria della propria gente, propria non perché necessariamente parente, ma perché paesana, cittadina, italiana, insomma perché essere umano al di là di tutto, sta nel ricordare a se stesso e alle generazioni future, ciò che è stato e che non dovrà più essere, perché nel ricordo, nell’apprendimento dagli errori passati sta la libertà di ognuno di scegliersi un futuro.
Non è certo negando il passato che si costruisce una società “sana”, perché un popolo senza passato, senza ricordi, è incapace di vivere appieno il presente e di costruire un futuro per sé e le generazioni a venire.
Lara Biondi
Segretario PRC sezione di Vecchiano