Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
“Cosa leggi?”, dissi con leggera invidia alla mia amica austriaca che stava ridendo.
“Un giallo di Marco Malvaldi”, rispose e mi mostrò Il re dei giochi.
L’invidia salì quando l’amica austriaca mi disse che aveva anche letto i primi due: La briscola in cinque e Il gioco delle tre carte. Sfogliando Il re dei giochi trovai una frase, che da pisano dovetti leggere ad alta voce e mandare a memoria: “’Un va più di moda ‘r congiuntivo. Fa sembra’ vecchi. Ora se parli a cazzo di ‘ane pari più giovane”.
Che figura di merda conoscere i gialli del pisano Malvaldi da un’amica che vive a Vienna. Allibii poi al fatto che lei, tedesco prima lingua, capiva benissimo questo linguaggio colorito e sghignazzava sotto l’ombrellone come facevano tutte le sue amiche pisane a cui aveva passato il libro.
Mentre raggiungo un evento con Marco Malvaldi al Festivaletteratura di Mantova (7-11 settembre 2011) mi ritorna in mente questo episodio dell’estate scorsa quando presi per la prima volta tra le mani un libro che parla dei quattro investigatori del BarLume di Pineta.
Arrivo, con leggero ritardo, al luogo fissato per l’evento “Investigatori privati”. Faccio il biglietto di ingresso dai giovani volontari in maglietta blu pensando che dentro il cortile non ci sia ressa e mi irrito per la leggerezza che mi fa pensare al ritardo con cui iniziano di solito gli incontri letterari gratis mentre al Festivaletteratura si paga, si spacca il secondo e il giardino del Conservatorio è già pieno zeppo. Vedo un posto libero e mi ci fiondo accompagnato dalle note di violino che escono da una finestra e fanno da leggera colonna sonora a questa mia sonora botta di culo.
Si parla di Odore di chiuso, l’ultimo giallo di Marco Malvaldi, di cui prendo al volo queste parole:
“La mia ispirazione, direi invidia per Amici miei e le commedie di Monicelli che parlano di cose tristi in tono leggero”. Cita Federico Maria Sardelli, geniale umorista del Vernacoliere, apprezzato Direttore d’orchestra e autore de Il libro Cuore (forse), una storia di “esilarante risorgimento”, parole di Malvaldi. Poi svela che la sua vera fonte di ispirazione sono tre quaderni fitti di battute di suo nonno, personaggio romanzesco, ateo, socialista e bestemmiatore.
“Viveva con uno zio parroco, quando venne in casa a trovarlo l’Arcivescovo Plotti, un omone, mio nonno gli si avvicinò e disse: Oh, a mi’ tempi c’era il voto di povertà”. Capito l’antifona?
Poi dice del suo ultimo libro:
"Doveva essere 'Tre uomini a caccia', ambientato in Inghilterra. Devo ringraziare Sellerio che mi ha consigliato di spostarlo in Italia"
Malvaldi è un chimico, così racconta come è diventato scrittore:
“Stavo preparando la tesi di laurea e nel tempo libero scrissi un gialletto. Quando facevo il dottorato scrivevo relazioni e molti si iscrissero alla mia mailing list. Allora ho tirato fuori dal cassetto quel romanzo, l’ho inviato a tre case editrici e l’unica a rispondermi fu Sellerio che riceve quattromila manoscritti l’anno e ha solo due persone per leggerli”.
Uno pensa al talento, al merito... No, come nella vita, il 99% è fortuna il resto è culo.
L’incontro vola via in un baleno, c’era da pisciassi addosso dalle risate per le battute e gli aneddoti raccontati dal trentasettenne Marco Malvaldi: di quando era uno studentello del Liceo scientifico “Ulisse Dini” di Pisa, poi “chimico trombato all’Università” e poi giovane scrittore scapestrato che, nonostante il premio Castiglioncello, è convinto di possedere “la più grande figura di merda mai fatta”. Alla fine qualche domanda, compreso il mio invito a presentare i suoi libri con l’Associazione La Voce del Serchio. Invito accolto. Fila per gli autografi. La fame di letteratura spinge il giorno dopo Marco Malvaldi alla Casa Slow per “L’appetito vien leggendo. Artusi, l’investigatore di sapori”.
Odore di chiuso si legge come bere un sorso di acqua fresca, data la persistente “micidiale calura”. Anzi, si può divorare seguendo l’indice dei capitoli dal “Venerdì, alle sette di sera” al “Lunedì verso il tramonto”, come pressappoco ho fatto io ritardando la pubblicazione di questa rubrica per la voracità di arrivare alla fine. Non vi racconto la trama. Dico solo tre cose. È ambientato in un castello della Maremma. Protagonista è Pellegrino Artusi, autore del “Manuale pratico per le famiglie. La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”. “Siamo nel 1895, e questo non è un caso. È un anno in cui si verificano un certo numero di eventi significativi. L’8 dicembre, Guglielmo Marconi riesce ad inviare il suo primo segnale radio oltrepassando una collina, e il colpo di fucile con cui il suo maggiordomo annuncia l’avvenuta trasmissione sarà uno dei pochi casi in cui un’arma da fuoco determina il corso della storia senza ammazzare nessuno”.
Il giorno dopo l’incontro con Malvaldi vado alla diretta di Rai Radio 3, mi siedo a tre metri da Marino Sinibaldi e ho l’impressione di essere al bar sotto casa mia, incontrare Gesù e farci due chiacchiere. Inizia la diretta di Fahrenheit che al Festivaletteratura è come preso da un attacco di bulimia (vedi foto della lavagna). Si alternano ai microfoni Stella e Rizzo, Serena Dandini, Lella Costa e anche Angelica Garnett, la nipote di Virginia Woolf. Tra gli intervistati spunta la barbetta ottocentesca di Marco Malvaldi. Lo saluto con la mano, lui si gira e ricambia il saluto con un sorriso vecchianese. Chissà cosa avrebbe detto ir su’ nonno a vedello alla radio accanto a Gesù a presentà’ Il correttore di Ricardo Menéndez Salmón, un libro “che si interroga su molti tipi di male”, come dice Malvaldi.