In questo nuovo articolo di Franco Gabbani si cambia completamento lo scenario.
Non avvenimenti storico- sociali, nè vicende di personaggi che hanno segnato il loro tempo.Il protagonista è questa volta è il fiume Serchio, l'attore sempre presente nella storia del territorio, con grandi vantaggi e tremendi disastri.
Ma non manca il tocco di Franco nell'andare ad esaminare grandi lotte politiche e piccoli episodi di vita comune legati al compagno di viaggio nella storia del nostro ambiente.
PER DIFENDERE LO STATO SOCIALE, PER DIFENDERE I PIU DEBOLI
Dal dopo guerra in poi il nostro paese, pur tra contraddizioni e difficoltà, è potuto crescere ed evolversi fino a divenire un importante nazione a livello mondiale.
La vita democratica che trovava espressione nelle forze sociali, in primis i sindacati, nelle forze politiche, hanno permesso di avere una legislazione sociale di tutela tra le più avanzate a livello mondiale, il sistema sanitario, in particolare in Toscana, a permesso anche ai meno abbienti di poter essere dignitosamente assistiti e curati, cosi come la scuola pubblica ha aperto le porte del sapere a tantissimi giovani anche provenienti dalle fasce sociali più deboli.
L’origine di questa crescita economico sociale del nostro paese, la si deve ai nostri padri costituenti,i quali ci hanno dato dei valori, delle regole che non hanno età e valorizzano complessivamente la persona nella collettività a scapito dell’egoismo e individualismo.
Da tempo questo processo si è fermato. A fronte dei profondi cambiamenti che stanno interessando tutti i paesi del mondo, le classi dirigenti non solo non sono state in grado di attuare quei cambiamenti necessari, ma con la scusa del modernismo e dei processi in atto, sono stati messi in discussione anche principi e valori fondanti della nostra società.
La prova più drammatica, per il nostro paese, ne è l’ultima manovra in ordine di tempo attuata da questo governo.
Con le scelte compiute, si rischia di veder finire anche gli ultimi residui dello stato sociale, cioè di quelle norme e regole che tutelano le persone a partire dai più deboli.
Vengono aumentate le spese sanitarie a carico del cittadino (anche se in Toscana si è tentato di fare una scelta diversa), vengono ridotte le possibilità di accesso scolastico, tramite la riduzione di spesa per l’istruzione.
Vogliono attuare ulteriori liberalizzazioni, ma le uniche cose vere che rimane da liberalizzare, sono l’acqua, il trasporto pubblico e servizi scolastici (mense trasporti degli alunni), con un grave danno per le fasce sociali medie e medio basse.
Anche l’aumento dell’Iva di fatto comporterà una forte disuguaglianza, perché oltre il 60% sarà a carico delle famiglie medio basse, mentre i più abbienti saranno ancora una volta risparmiati.
Senza considerare che siccome la manovra del governo non porterà risultati economici perché non li prevede, quando l’hanno prossimo andranno a scadenza i titoli di stato, oggi finanziati dalla Banca Europea, l’unico modo, per fare cassa sarà quello di aumentare l’IRPEF, e diminuire la Spesa Previdenziale, cioè pagheranno l’80% delle famiglie.
Uscire da questa situazione, senza penalizzare ulteriormente le persone è possibile, attuando quelle scelte che portino a contribuire i più abbienti, le banche tornino al loro ruolo originale, cioè al servizio della collettività, si detassino gli investimenti in innovazione e sviluppo e si tassino le rendite, ma soprattutto si torni alla effettiva rappresentanza dei cittadini nelle istituzioni, e nella società. Non si esce con da questa crisi, con più autoritarismo e liberismo, ma con maggiore giustizia sociale e libertà delle persone. È questa la sfida a cui sono chiamate e debbono saper rispondere quelle forze che si candidano al governo del paese. Non abbiamo più tempo davanti a noi. Se non vogliamo trovarci a versare lacrime. Che sarebbero lacrime di coccodrillo. La SPI e la CGIL, stanno facendo la loro parte ma non possono essere soli.
Franco marchetti
Segr gen lega SPI/CGIL
SAN GIULIANO