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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Pezzettini

27/9/2011 - 8:51

 
Un esperimento scientifico che viene fatto fare ai bambini è la costruzione del “disco di Newton”, un dischetto di carta diviso in sette settori colorati con i sette colori dello spettro elettromagnetico e che, girando imperniato al centro, diventa “bianco”.

Lasciamo stare la scienza e veniamo al paradosso estivo, come al solito scherzoso.

 

Se i colori in natura si “uniscono” si ottiene Il bianco, perché allora se i colori a fine estate si “levano” si ottiene lo stesso il “bianco”?

Il primo è, per i nostri occhi,  un colore derivato dalle onde luminose dei raggi di luce, l’altro è il colore della nostra pelle riparata da questi raggi, il famoso triangolino bianco che, quando siamo sotto la doccia, ci fa sorridere per il distacco che ha sul resto del corpo bello abbronzato e ci fa piangere per il distacco che c’è fra le vacanze e la vita bella dura del lungo freddo periodo!

 

Un passo indietro nel tempo e nello spazio.

Nelle isole Marshall nel luglio 1946 venne compiuto dagli Stati Uniti un esperimento nucleare denominato "Operazione Crossroad" e precisamente nell’atollo di Bikini.

La bomba atomica a Bikini, in epoca di incipiente Guerra Fredda, suscitò molta impressione, ma la gente continuò ad andare in vacanza lontano da quel luogo di distruzione inventando addirittura un nuovo modo di coprire le parti intime delle donne chiamandolo con  quel nome.

Il passaggio dal nome dell'atollo al nome del nuovo costume da bagno è comprensibile se si pensa allo scalpore che destò la creazione di un costume ritenuto tanto audace da essere definito atomico.La lingua italiana adottò all'inizio “due pezzi”, ma ben presto cambiò la voce per tramite e influsso dell'inglese, che dal '47 ebbe bikini nella doppia accezione di “esplosione atomica” e di “costume esplosivo”, e del francese che conobbe già dal '46 bikini = ''costume'' come marchio depositato.


Io, che non sono per niente anglofono e non voglio sbilanciarmi troppo, lo chiamerei “scrignettini” perché racchiudono dei tesori inestimabili!

 

Nel 1960 fece enorme successo una stupida canzone americana lanciata da Brian Hyland che fu cantata in tutte le lingue, primo tormentone estivo della storia, dall'incredibile titolo:

ITSY BITSY TEENIE WEENIE YELLOW POLKA DOT BIKINI
(tradotto in italiano Pezzettini di bikini)


Una curiosità: non è il titolo di canzone più lungo al mondo.

Esiste: "The young electric psychedelic hippie flippie folk funky philosophic turned-down groovie twelve strings band" di Barry Mann.

 

 

 

 

 

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27/9/2011 - 21:18

AUTORE:
Sonia

Tra le varie sfide che la mia generazione si è dovuta sorbire oltre minigonna SI-NO, c'è stata anche quella COSTUMEINTERO-DUE PEZZI. Inutile ricordare che ha trionfato sia la minigonna che il bikini...anche se adesso i pantaloni sono il capo d'abbigliamento più indossato. Il bikini è stato soppiantato dal perizoma, chiamato simpaticamente "filo interdentale" dalla nostra Lucianina nazionale.
C'è stato un periodo in cui la moda imponeva di liberarsi dalle mutande in segno di emancipazione o di praticità(?), ma non ha attecchito granché specialmente nell'uso quotidiano: sicuramente per motivi di igiene, altrimenti non si sarebbero chiamate mutande cioè da mutare, da cambiare... L'assurda moda è implosa così gli stilisti si sono sbizzarriti nella creazione di indumenti intimi e di costumi in una tale varietà da disorientare, soprattutto per le dimensioni.
La cosa curiosa e che mi fa sorridere è che abbiamo fatto di tutto per mettere le mutande agli aborigeni quando noi sopportiamo a malapena lo slip...e comunque moda o non moda il nudo tende ad essere sempre in voga!