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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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LA NUOVA PESTE
di Trilussa

3/10/2011 - 0:03

 

Nel Medioevo la vita degli uomini valeva molto meno di oggi. O meglio valeva moltissimo quella privilegiata dei nobili e dei rappresentanti del clero mentre quella del popolo era ben poca cosa. Si viveva di stenti, di lavori umili, di espedienti, molto spesso si dipendeva della generosità del padrone, del signore locale che aveva diritto su tutto, compresa la vita e la morte dei propri sudditi essendo egli stesso l’unico e incontrastato tenutario e dispensatore di giustizia.


L'uomo medievale non aveva nessun valore se non come membro di una collettività o di un ordine, mentre solo nel Rinascimento avrebbe preso avvio in Italia un atteggiamento, segnato dalla nascita delle signorie e dei principati, più libero e individualistico da parte dell'uomo nei confronti della politica e della vita in generale” (Burckhardt).

 

Ben poco è cambiato in questi secoli e la situazione nel mondo è rimasta praticamente la stessa con il popolo ancora in fondo a tutto e a tutti. E’ cambiato magari il colore della pelle, più o meno scura, e può essere cambiata la  localizzazione geografica, spostata di solito più in basso, in quell’ Africa che continua a chiedere aiuto sempre troppo inascoltata, in quell’America Latina di cui le grandi potenze, gli Stati Uniti in particolare, si sono occupati solo per le loro ricchezze naturali organizzando governi fantoccio capaci di enormi efferatezze che permettevano  però ai manovratori stranieri di non sporcarsi troppo le mani.

 

Oltre le numerose e continue guerre locali, il brigantaggio, la Santa Inquisizione della nostra amata, costosa, privilegiata e intoccabile Chiesa romana, oltre il potere e la follia del signore locale la vita nei secoli passati era spesso legata alle condizioni igieniche in cui versavano le famiglie, fonte di malattia e di morte a tutte le età della vita.

 

Le condizioni igieniche precarie erano in gran parte legate alla mancata consapevolezza della reale origine delle malattie, attribuite a miasmi, esalazioni (si pensi alla mal-aria), influssi astrali, a malefici di nemici o di falsi amici. E fu proprio un italiano, Lazzaro Spallanzani, un gesuita emiliano di Scandiano a scoprire l’origine batterica delle malattie dimostrando l’infondatezza della teoria della generazione spontanea dei microrganismi in vigore fino ad allora.

 

Si era nel 1700 e da allora almeno si capì che molte malattie si trasmettevano per contagio, per un contatto diretto o mediato fra uomo e uomo attraverso una trasmissione di germi e non per volere di un dio o di uno stregone o per esalazioni venefiche. Era l’inizio della cosiddetta prevenzione di malattia che è l’obbiettivo oggi dei servizi sanitari di tutti i paesi cosiddetti sviluppati.


Al tempo una delle malattie più terribili che colpivano le povere popolazioni, ma anche i signori, almeno in questo caso con poca distinzione di ceto, era la peste e quando compariva raggiungeva a volte  dimensioni tali da stravolgere l'assetto sociale ed economico di intere aree geografiche.

 

La storia è piena di grandi epidemie di peste, in tutti i secoli ed in tutti gli stati. Nel nostro paese famosa è la grave epidemia del 1630 scoppiata a Milano in corrispondenza con la discesa in Italia dei Lanzichenecchi e descritta dal Manzoni nei Promessi Sposi. Con la peste Milano passò dai 130.000 abitanti del 1628 agli appena 65.000 nel censimento fatto nel 1931, al cessare dell’epidemia.

 

Con i recenti progressi della medicina epidemie di tipo batterico come la peste sono completamente scomparse nelle aree più progredite del pianeta. I rari focolai che compaiono sporadicamente nel mondo sono di solito di origine virale e sono subito individuati e tenuti sotto controllo con soli pochi casi ad esito infausto. Epidemie batteriche rimangono invece presenti nei paesi più poveri, causate da germi anche banali e che potrebbero essere debellate, completamente, con solo pochi spiccioli dalle economie dei grandi stati o con una percentuale ridicola di quello che viene speso attualmente dagli stessi per armamenti ed eserciti. Una cosa solo apparentemente incomprensibile ma molto significativa del mondo ingiusto che siamo riusciti a creare.

 

Ma ora una nuova peste ha cominciato a fare numerose vittime in tutto il mondo.
Colpisce prevalentemente le classi più povere ed i paesi meno sviluppati, le popolazioni a minor reddito, quelle a minor democrazia ma sta facendo molte vittime anche in quegli stati che si pensavano oramai al riparo da epidemie di questo genere e di tale gravità.

 

E’ una malattia molto subdola perché non ha i caratteri classici delle malattie, di solito immediatamente riconoscibili per i danni che provocano rapidamente alla salute e agli uomini, ma
si presenta in veste benevola, con la faccia pulita di chi preannuncia per tutti gli uomini un futuro di benessere e prosperità. Non è in nessun luogo ma è in ogni luogo.

Ha molte facce ma molte di queste sono nascoste, come i sintomi spesso latenti dei tumori, che si manifestano inizialmente in maniera ambigua prima di aggredire in maniera devastante e letale le proprie vittime.

 

La nuova peste si chiama economia (ma anche denaro, finanza, mercato) ed oramai ha travalicato i suoi naturali confini per ergersi a padrone del mondo.

 

L’Economia condiziona oramai pesantemente tutti gli stati, condiziona gli uomini, condiziona la politica, ha il potere di vita e di morte su milioni di abitanti del nostro pianeta. Non sono più gli uomini a governare l’economia ma da tempo è l’economia e i mercati a governare gli uomini e la loro politica.

 

Come si può chiamare altrimenti, se non come una nuova peste, una cosa tanto astratta, un’entità che non si vede e non si tocca ma che, come un germe invisibile, ha questo enorme potere sulla vita e la morte di milioni di cittadini.

 

E’ la peste del XXI° secolo, capace di uccidere milioni di persone per fame solo pigiando un tasto del computer ed inviando in Borsa semplici ordini di vendita o di acquisto, capace di tenerne altri milioni in condizioni estreme, di soggiogare con il proprio potere gli stati, condizionare la vita di milioni di individui ignari che magari hanno creduto il lei, nel suo potere di dare benessere e felicità.


In pochi secondi o minuti tramite il perverso meccanismo che regola gli scambi internazionali miliardi di dollari possono cambiare di mano, di stato, di azienda, di persona e con essi la vita di milioni di persone legate ai generi di prima necessità, al costo del riso o del pane per sfamare i propri figli, al costo delle sementi delle multinazionali che tengono prigionieri i contadini del terzo mondo.


Un potere economico enorme che si traduce in un enorme potere politico che sembra sfuggito al controllo, con poche regole vecchie e con pochi freni, in mano spesso a grandi speculatori senza nessuno scrupolo, alle grandi multinazionali che controllano tramite l’economia anche la politica dei grandi stati.


Qualche voce, anche autorevole, si è levata dopo questa ennesima crisi mondiale invitando ad una riforma del sistema, una riforma che abbia anche una sia pur minima componente etica, una qualche forma di controllo che sia in grado di bloccare quegli atteggiamenti estremamente e esageratamente speculativi che mettano a rischio la tenuta stessa della economia mondiale.


Noi, il popolo, alla fine di tutto sempre, rimaniamo in disparte e possiamo solo sperare che il contagio finalmente si fermi e non finisca per distruggerci.

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18/10/2021 - 12:00

AUTORE:
Luigi

In articolo di Trillussa di molti anni fa ma ancora più attuale al giorno d’oggi è aggravato da questo flagello mondiale