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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
RICORDO
Nulla è cambiato
(Severn Suzuki)

3/10/2011 - 15:51

Torna a parlare la bambina che che commosse il mondo intero alla conferenza di Rio nel '92 e di cui pubblicammo il video.

Oggi Servern Suzuki, diventata mamma, crede solo nell’azione individuale perché i governi in 20 anni «non hanno fatto nulla».

All’età di 9 anni, mentre frequentava la scuola elementare a Vancuver, fondò l’Environmental cildren’s organization (Eco), un gruppo di bambini dedito a sensibilizzare i propri coetanei alle problematiche ambientali.

 

Nel 1992, all’età di 12, Severn Cullis-Suzuki raccimolò un po’ di soldi con una colletta per partecipare al vertice della Terra a Rio de Janeiro. Andò lì e fece uno dei discorsi più belli della storia recente. Non tanto perché ammutolì le delegazioni di 100 Paesi, quanto perché le tematiche sono oggi ancora terribilmente attuali.

«Vivo in un mondo in cui ho paura di respirare l’aria perché non so quali componenti chimici ci sono- disse -, temo il sole, ormai nocivo a causa del buco dell’ozono. Le foreste si stanno riducendo per il disboscamento. Voi non sapere come rimediare a tutto questo - esclamò con voce emozionata - allora, per favore, smettete almeno di far sì che accada ancora».

 

In un altro passaggio affermò: «Sono cresciuta in un mondo di alberi, fiori e farfalle non so se sarà lo stesso che vedrà mio figlio».

Sono passate due decadi da quel discorso e Cullis-Suzuki, da un anno è madre di una bambina. Durante un dibattito in Francia, alla Global conference che si è tenuta quest’anno ad Evian, ha dichiarato di essere molto delusa dai governi che l’applaudirono ma che nulla hanno fatto in tutto questo tempo.

 

«Ormai credo nell’azione individuale - ha detto -. Diventando mamma ho deciso di scommettere in un avvenire migliore. Per questo sono ottimista. Ma dobbiamo capire che l’ambiente siamo noi, i nostri comportamenti. Purtroppo chi vive nei Paesi sviluppati non comprende il nesso causa-effetto tra i suoi consumi e le conseguenze ambientali e si può permette di buttare un rifiuto in un bidone senza sapere che fine faccia».

 

Cullis Suzuki propone di «fondare un sistema di valutazione diffuso in grado di analizzare l’impronta ecologica delle nostre azioni».

Dello stesso avviso ma con toni decisamente più forti è Paul Watson, noto per la sua ciurma di animalisti della Sea Shepherd, impegnati a dare la caccia alle baleniere. Anche lui era ospite del grande raduno ecologista francese.

 

Nel suo intervento ad una platea di oltre 900 persone, tra cui una delegazione di studenti di Cambridge, ha tagliato corto:

«I governi non servono a niente, le decisioni prese nel corso di questi anni durante i vertici delle Nazioni unite non ci hanno portato a vivere in un mondo migliore. Se volete fare qualcosa dovete darvi una mossa. Alcuni vi chiameranno pirati, ma non dovete preoccuparvi, questa è l’unica strada per il cambiamento».

 

La diatriba tra azione individuale e imposizione statale tornerà sicuramente a dominare anche alla conferenza sulla Terra (Rio+20), che si terrà a dicembre in Brasile. Un appuntamento forse «inutile» ma comunque immancabile.

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