Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Intorno alla Villa.
Continuiamo la visita del Migliarino che fu con un’altra carrellata di cartoline che seguono quelle della Villa in ordine topografico.
La numerazione delle descrizioni è sempre da legare alla sequenza fotografica e allora avanti con:
1 - La Fattoria dei Duchi.
In primo piano si vedono i mucchi di ghiaia che serviranno per la costruzione della massicciata della Via Aurelia e, in primissimo piano, un terminetto di pietra usato dall’Amministrazione Salviati per delimitare le strade o le proprietà della Casa.
Viaggiata il 23 febbraio 1908 da Pisa.
Affrancata con 5 centesimi verde V.Emanuele III°.
Colore crema.
Stampata per conto Baroncini A.
L’albero (platano) di fronte alla fattoria è già in discrete forme (dieci-quindici anni almeno) e quindi si possono datare i platani che sono tuttora nel cortile, fratelli di quelli piantati davanti alla chiesa.
Un secolo abbondante.
2 - Il Fungo.
Viaggiata da Migliarino il 20 novembre 1979 con 120 lire repubblica celeste.
Cartolina lucida stampata per conto Proprietà Salviati.
Proseguendo sull’Aurelia, dopo 100 metri dalla Fattoria, superato l’ingresso della Villa, a sinistra si apre un cancello che porta in una zona libera all’interno della pineta. Ora vi è un maneggio per cavalli da calessino. Nel mezzo del prato vi sorge, come un fungo, isolata, una costruzione fatta a fungo. È stata fatta costruire dai Salviati nei primi anni del 900 da operai olandesi per servire da medicheria alla “razzetta” di cavalli voluti da Don Pietro. La casa ha ospitato per anni la famiglia Bianchi tanto che il luogo veniva chiamato il prato del Bianchi, poi vi ha vissuto gli ultimi anni la duchessa madre Donna Igiea (fino al 1974). Ospite ultima di questa caratteristica abitazione è stata Carlotta Orlando, figlia del grande statista Vittorio Emanuele, amica d’infanzia di Igiea.
Carlotta venne a Migliarino nel 1976, invitata dal Duca Forese e dalla moglie Donna Grazia.
3 - I Magazzini cereali
Simile alle due ultime della villa datate 1905, questa fotocartolina non porta l’editore sul retro, ma solo le indicazioni di Post Card e altre modalità di spedizione in lingua inglese.
Non viaggiata, color seppia e databile primi ‘900 come la n.4 per la stessa grandezza dei platani.
Sul davanti è scritto: magazzini e cantina, ma conosciuto come “Magazzino cereali”.
Prenderà poi il nome di Magazzino Lisabetta Salviati, bisnipote di Scipione e prima moglie del marchese Giulio Centurione-Scotto.
4 - Chiesa della Tenuta Salviati
Bella cartolina della chiesa spedita da Migliarino per Firenze il 31 gennaio 1916.
Affrancata con 5 cent. verde V.Emanuele III, colore bianco, senza editore.
5 - La Chiesa della Tenuta Salviati.
Non viaggiata.
Essendo questa cartolina parte di un grandissimo repertorio numerato di vedute toscane, di proprietà esclusiva Oreste Scarlatti di Pisa, ed il numero identificativo in oggetto (373) è prossimo a quello della veduta del ponte sul Serchio (376, che vedremo in seguito) timbrata 1908, si può datare anch’essa ai primi anni del 1900.
Le cartoline Scarlatti hanno tutte lo stesso colore seppia, lo stesso carattere nella descrizione dell’immagine, lo stesso spazio chiaro in basso per i saluti o le comunicazioni, ma usato a volte per l’apposizione del francobollo, e la numerazione progressiva.
Avendo trovate molte foto paesaggistiche scattate dai famosi fratelli Alinari del tutto simili a quelle Scarlatti, penso che questi abbia commissionato ai fotografi fiorentini le sue cartoline.
La chiesa di Migliarino è stata fatta ampliare, restaurare e in parte ricostruire, dal duca Scipione, per desiderio della madre Adele de la Rochefocauld, nel 1879, su un vecchissimo oratorio dedicato a San Ranieri, al quale poi è stata dedicata.
Interrompiamo le descrizioni per inserire una appropriata poesia del già citato Barsotti, molto legato alla famiglia Salviati per la quale lavorava come falegname e come vetturino.
Al tempio
Grave spandeasi su per le navate
come cosa di cielo un’armonia,
e la luce piovea da le vetrate
pallida e smorta di malinconia.
Su per le azzurre volte istoriate
dai fumanti turiboli salia
una nube d’incenso, e de le usate
preci s’udia la monotonia.
Io guardavo l’immagine sparuta
d’un Cristo che pendea da una colonna,
ma un colpetto di tosse rattenuta
mi fe’ volgere il capo, e i miei pensieri
si volsero su te; dolce madonna,
sul molle sguardo de tuoi occhi neri.
6 - La Chiesa.
Non viaggiata.
Cartolina simile ad altre di una serie color seppia, dentellate, edite per conto di Baroncini, una delle quali è datata 1950.
Nell’oratorio primitivo, usato dalla Famiglia come chiesetta privata, due cappellani vi officiavano, senza obbligo arcivescovile, due messe il sabato e i festivi con l’obbligo anche di fare scuola ai ragazzi della Tenuta la mattina e ai giovani contadini la sera.
La scuola fu fondata nel 1858.
7 - La Chiesa.
Anche questa non viaggiata ma di qualità migliore nonostante sia antecedente (1940). La data non figura, ma si desume, come il caso precedente, da altre cartoline della stessa serie timbrate ed edite per conto dello Spaccio Tenuta Salviati, tutte in doppio colore: grigio-celeste e seppia tenue.
La chiesa, detta allora “Oratorio semipubblico di San Ranieri”, fu donata, insieme a più di nove ettari di terreno adiacente e retrostante, dalla duchessa Maria Aldobrandini alla Congregazione della Missione di S. Vincenzo de’ Paoli il 27 settembre 1952.
Divenuta parrocchia fu chiamata “Chiesa di San Vincenzo” come viene comunemente conosciuta tutt’oggi, essendosi dimenticati in molti il suo primitivo nome.
8 - La Chiesa vista da “La Catena”.
Stessa della serie dentellata edita per Baroncini, (color seppia), è viaggiata da Migliarino il 20 luglio 1949 affrancata 3 lire rosso fiaccola accesa.
Nel mio archivio ve ne sono altre tre simili: una viaggiata il 10 ottobre 1949 da Migliarino con un 5 lire verde, padre e madre con piccolo in braccio, un’altra viaggiata anch’essa da Migliarino l’8 aprile 1950 con mano e piantina d’olivo da 6 lire e la terza 18 agosto 1950 ma recante (incomprensibile la diminuzione) un DUE lire (contadino con pala) coperto dal timbro postale.
La “Catena” era un casotto (oggi esistente e perfettamente integro), dove vi stazionava una delle guardie dei duchi per controllare (ed eventualmente autorizzare) coloro che entravano nella proprietà.
I migliarinesi, e poi pian piano anche gli altri dei paesi vicini, per andare al mare avevano la sola strada che tagliava la pineta di fronte alla villa, la via Francesca, e da lì erano fatti passare con un permesso giornaliero (poi settimanale) da mostrare a eventuali controlli di altre guardie.
9 - Chiesa e Via Aurelia.
Viaggiata da Pisa nel 1942 con francobollo strappato.
Cartolina colore crema edita per Baroncini Oreste.
Verso il 1850 la strada Aurelia che proveniva da Viareggio e traversava il borgo di Migliarino, ora chiamata Via dei pini (lecci e cipressi nel primo tratto, platani nel secondo!), nel percorso attraverso la pineta era stata deviata e nel frattempo rimodernata e ampliata, per favorire la costruzione della Villa Salviati.
Prima cartolina animata di Migliarino con un bel paio di ciclisti, oggi largamente dimenticati.
10 - Chiesa e Via Aurelia.
Viaggiata da Pisa l’8 marzo 1950 con francobollo 10 lire repubblica arancio.
Edizione riservata Spaccio Tenuta Salviati.
Sono aumentate le tariffe postali ed anche le biciclette.
Ora sono tre i ciclisti.
Uno nel centro della strada e due accoppiati.
Che soddisfazione!
Era in questi anni che, il pomeriggio dopo la scuola dalle suore, sul sagrato della chiesa facevamo accanite gare di tappini con la partenza dal primo scalino e poi giù giù fin nel ghiaino dove la corsa finiva a “coccia coccetto”. Alla fine, vincitori e vinti, correvamo dietro al cinema, nel fosso, dove la Maschina aveva gettato, alla fine del film della domenica precedente, i rifiuti della rivendita di bibite e dolciumi. Urla di gioia per chi trovava un tappino di una bibita strana che sembrava potesse andare più forte e preciso nella prossima gara e poi tutti a far merenda con pane e olio e sale o vino e zucchero.
11 - La Chiesa.
Comincia un importante cambiamento nelle cartoline illustrate.
La consistenza del cartoncino impiegato si fa più robusta, i colori sono solo il bianco e il nero, ma la qualità risulta migliore in resa.
Intermedie fra il colore seppia e il multicolore, queste cartoline “lucide” sono state le più diffuse in Italia.
Cartolina viaggiata da Migliarino il 30 giugno 1957.
Francobollo 10 lire arancio repubblica.
Nessun committente.
12 - Asilo.
Cartolina non viaggiata, edita Spaccio Tenuta Salviati, anno 1950 circa, colore grigio verde, molto animata dalla gallina all’ombra a sinistra.
La suora dal largo grembiule azzurro scuro e dall’enorme cappello inamidato all’inverosimile è senz’altro Suor Maria o Suor Luisa.
Non c’è migliarinese, di fede rossa verde nera o a colori, che non abbia conosciuto o sia stato “dalle suore”, quindi la figura di ognuna di loro è ben presente nella mente dei più anziani(otti):
Suor Pia era alta e robusta,
Suor Giuseppina piccola e piegata,
la Madre Superiora anch’essa di grande e bella corporatura,
allora la suora che entra in casa non poteva essere altro che una delle due rimaste.
Ancora una poesia di Marco Giunio:
Rosa Mystica
O suor Modesta da la faccia bianca
sotto al candido velo monacale
non senti tu nel freddo claustrale
che qualcosa nell’anima ti manca?
Di’ ne la pace della chiesa stanca
non ti ritorna a mente un ideale,
spento dal soffio tragico e fatale
con che il destino i cuori umani abbranca?
Oh, come triste ne le tue preghiere
è la voce che piange i dì perduti
nel vano oblio de le silenti sere!
e, forse, innanzi ai simulacri muti
teco rimpiangi ne le veglie austere
i tuoi capelli biondi al suol caduti.
13- Asilo.
Viaggiata da Migliarino l’8 agosto 1957.
Francobollo 15 lire grigio repubblica, edizioni Baroncini della serie ocra dentellate.
La duchessa Adele, madre di Scipione, era francese e dalla Francia, nel 1858, cercò di far venire a Migliarino alcune suore vincenziane per aiutare spiritualmente e fattivamente gli abitanti della tenuta.
Le suore vennero mandate dalla Casa Madre di Siena nel 1859 e da allora continuano ad esercitare il loro caritatevole compito anche se, nel 1999, è cambiato l’ordine monastico: alle Figlie della carità o Vincenziane, si sono sostituite le Francescane.
Quanti ginocchi sbucciati correndo, nell’ora di ricreazione, sul cortile delle suore! Ghirigaglia, palla avvelenata, settimana, fazzoletto, rimpiattarello e correre, correre specialmente se c’era da prendere “un cucchiaione di olio di fegato di merluzzo”!
14- Via Isabella.
Non viaggiata, colore ocra, edita dallo Spaccio Tenuta Salviati probabilmente negli anni ’40. Come per la chiesa e l’asilo sono state stampate in due colori: ocra e grigio celeste.
Il viale Isabella è quello che si incrocia per primo sulla Via del mare, a sinistra verso il Serchio.
Noto adesso perché porta all’allevamento di tacchini e allo spaccio di carni della Fattoria di Migliarino, era, ed è, un lungo e dritto stradone che congiunge la zona della fattoria e delle prime abitazioni dei Salviati e dei loro diretti amministratori, ai poderi di Fugata e dell’Isola: Coton moro, Baldinacca, Pecoreccia, Isoletta, Bosco a fiume.
Era un magnifico viale racchiuso da due filari di maestosi cipressi; dico era perché un violento uragano, circa una ventina di anni fa, li ha completamente divelti.
Sulla sinistra vi erano gli “orti”, dove venivano venduti frutta e ortaggi a prezzi convenientissimi, ma non pubblicizzati e quindi limitatissima era la cerchia dei clienti.
15 - Via Francesca.
Quando uscì la prima edizione di questa raccolta, non credevo possibile che fosse stata “fatta” una cartolina della Via Francesca, troppo “privata”, ma .. non bisogna mai disperare!.
Ecco la “vera” prova!
Cartolina spedita da Migliarino a Firenze il 7 agosto 1951 con francobollo da L. 20 mestieri italiani, Campania, la Sciabica.
Edita dallo Spaccio Tenuta Salviati, porta scritto: Viale di Marina. Il Fiumaccio.
Interessante è un timbro apposto vicino allo spazio corrispondenza che riporta:
COLONIA DON BOSCO. BOCCA DI SERCHIO (Pisa) MIGLIARINO
I saluti di due bambini ad un amico parente(?) che non è potuto andare al mare alle Colonie che avevano trovato sistemazione nelle case della Marina a Case di marina.
Le prime “case della Marina” scritte sopra sono quelle della M.M. e le seconde “Case di marina” sono quelle di un podere della tenuta Salviati, (sembra un gioco di parole).
Noi chiamavamo quei ragazzi: “ i salesiani” e non “i don bosco”.
16 - Il Cinema aziendale. (pubblicità)
Dietro la chiesa, proprio vicino al primo paracarro della bella e ordinata staccionata della cartolina n.°11, in quegli anni fine ’40, con la licenza SIAE n.1 per la Valdiserchio, fu aperta una sala cinematografica che proiettava due film a settimana, domenica e lunedì stesso film e giovedì altro spettacolo.
Tutto per non accavallare la stessa proiezione sui locali vicini dato che tutti usavano le stesse bobine.
(segue)