Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
PISA. Sul parco eolico off-shore, al largo di San Rossore, il braccio di ferro è iniziato. Per fare osservazioni sul progetto presentato dalla Seva srl c’è tempo fino a lunedì. Ma dal territorio pisano i primi pareri, scritti,
sono già partiti. I Comuni di San Giuliano e Vecchiano, a firma dei loro sindaci, hanno motivato la loro contrarietà a questa
foresta di torri che spunterebbero dal mare. Pisa ancora non lo ha fatto, ma entro la scadenza lo farà. D’altra
parte, quel «noi abbiamo già la Olt» pronunciato dal sindaco Filippeschi sembra lo slogan della campagna
contro l’off-shore eolico. Le osservazioni sono state inviate alla Capitaneria di Porto di Livorno, soggetto che agisce per conto del
ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
La sede delle decisioni sarà quella della conferenza dei servizi, però con una particolarità: il parere degli enti locali non sarà vincolante. Di sicuro non si potrà far finta di niente, ma tutto è nelle mani del ministero.In previsione dell’avvio dell’iter, i Comuni pisani si sono incontrati. I documenti con le osservazioni inviati
da San Giuliano e Vecchiano riassumono la posizione di tutti i sindaci. Contrarietà e dubbi discendono da
motivi vari: no all’industrializzazione del mare, interferenze con il turismo e con l’ambiente (soprattutto con il
parco della Meloria e il Santuario dei cetacei), e poi il metodo della “semplice” busta per informare. «Noi non
abbiamo scavalcato nessuno - si difende Ratti - esiste una procedura e l’abbiamo seguita». Si parla di un investimento da oltre 300 milioni di euro per questo parco di 90 ettari al largo di San
Rossore (4 chilometri), con 38 aerogeneratori alti un centinaio di metri. Ratti aggiunge: «Un impianto del
genere, tra diretti e indiretti, porterebbe sul territorio circa 200 posti di lavoro». Le “torri” verrebbero piantate nella sabbia: tra l’altro l’area per l’attuazione del progetto è stata scelta anche
per i fondali che vanno dai 10 ai 20 metri, quindi abbastanza bassi. I pali verrebbero portati con una nave e
conficcati nella sabbia per 20-30 metri.