Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Incontro ravvicinato con Gipi all'Arsenale
“È un film piccolo, fatto con pochi soldi, una storia semplice. Non si può presentare. Lasciatevi andare come fanno i bambini e godetevelo”.
Gianni Alfonso Pacinotti, alias Gipi, con un sorriso largo e un po’ emozionato ha rivolto queste parole ai tantissimi spettatori dell’Arsenale prima della proiezione del suo primo film “L’ultimo terrestre”.
Gipi è geniale, coraggioso e sincero. Ha accompagnato sua madre Loretta detta Lina in sala e l’ha aiutata a sedersi. Poi è arrivato il Sindaco di Pisa Marco Filippeschi che, dopo aver ringraziato Gipi per aver “portato Pisa all’attenzione nazionale”, si è seduto accanto alla madre. Mentre Annalisa Pacinotti detta Lilla, sorella di Gipi, saluta con affetto i tantissimi amici e amiche, poi si appoggia alla parete del cinema, siamo a Pisa e ci si conosce un po' tutti, mi presenta sua figlia che ho visto piccolissima e birbantella come lo zio e, quando il buio scende nella sala strapiena, si siede per terra lasciando libero il suo posto “riservato”. Dé Lilla, sei ganza!
Gipi me lo ricordo ragazzino indocile che se ne va di casa incazzato e raggiunge gli amici; lo immagino come il famoso protagonista del “Barone rampante” di Calvino che sale sugli alberi, assume con coerenza un altro punto di vista, disegna per venti anni e raggiunge Parigi dove esprime il massimo del suo talento con La mia vita disegnata male, diventa un fumettista premiato e coccolato; fa l’illustratore per Internazionale e la Repubblica; rifiuta di tirare le cuoia in senso artistico, perché l’adulazione limita la creatività; “unico scemo a tornare in Italia”, la scorsa primavera incontro sua sorella Cristina che gentilmente gli telefona e mi ci fa parlare per raccogliere la sua firma all’appello “Artisti pisani per l’acqua”; si crea una nuova vita, inizia le riprese del suo primo film e tiene un blog durante le sei settimane di lavorazione che seguo quasi passo passo; lo vedo raggiante in Tv e nelle foto dei giornali che si gode i quindici minuti di applausi per il successo alla Mostra del Cinema di Venezia e io godo con lui; lo rivedo l’altra sera all’Arsenale con gli occhi che gli brillavano di felicità e ripenso a lui ragazzino in quella splendida famiglia Pacinotti, mi lascio andare come un bambino e mi godo il film.
“L’ultimo terrestre” non è un film di fantascienza, non so come definirlo, forse iperrealista o fantasociale, grottesco, boh! Certo è un film forte, c’è tanta Italia di oggi e di dopodomani quando sbarcano gli alieni e si intrufolano tra di noi. C’è una storia, si capisce, ti ci incazzi, ci piangi e ci ridi e poi ci ho anche visto molte intuizioni illuminanti attraverso il racconto di una umanità fatta di persone comuni, ragazzi di provincia, camerieri, puttane, trans e qualche stronzetto col macchinone ripresi in frammenti di esistenza vissuta in una società priva di valori e di esempi validi che ci parlino con onestà e freschezza del bene e del male.
Dopo la proiezione un lungo, caldo applauso e poi un’altra sorpresa: Gipi si intrattiene a lungo col pubblico in compagnia dei due attori Gabriele Spinelli e Enzo Illiano e del prof. Augusto Sainati che gli chiede subito come mai è passato al cinema.
Così il disegnatore racconta:
“Quando Domenico Procacci di Fandango mi ha chiesto di fare un film avevo litigato coi fumetti da un anno e mezzo. Ero nel panico. Ho sempre percepito il disegno come un uccellino che si posa su una spalla e vola via. Ogni volta che pubblicavo un libro dicevo ok, anche stavolta è andata. Fino all’autobiografico La mia vita disegnata male in cui avevo messo anche le budella. Probabilmente avevo esaurito tutto ciò che col fumetto potevo dire. Anche per quello come soggetto del mio primo film ho scelto un graphic non mio ma di Giacomo Monti, Nessuno mi farà del male”.
Partono le domande degli spettatori ed ecco un bello spettacolo che potrebbe intitolarsi “Stasera giochiamo a preparare un film” con i tre che raccontano aneddoti, retroscena e tecniche delle riprese.
Così il disegnatore prende carta e penna e comincia a disegnare i luoghi del film in modo che ognuno possa dire che sono luoghi intorno a lui. Il regista non racconta Pisa, non inquadra i lungarni. Ma sceglie i posti che ama esteticamente e rappresenta una periferia anonima e senza tempo: un mobilificio, la sala Bingo di Navacchio, viali isolati, quartieri desolati. Periferie irriconoscibili come in Appunti per una storia di guerra, siamo in nessun luogo fino al punto che dagli Usa arrivano lettere che dicono “è casa mia”, in realtà siamo nei dintorni di San Giuliano (come si legge nel cartello della penultima immagine). E deve farlo in fretta questo film Gipi, perché i soldi sono pochi e di conseguenza il tempo è poco. Tre minuti di montaggio al giorno per sei settimane. Questo significa correre sempre, lavorare alle musiche di notte e fare scelte difficili, spesso di notte, come quella di cambiare il finale. È stanco, non vede l’ora di finire, ma ha paura di finire, perché gli mancheranno tutti gli amici e le persone con cui ha lavorato per sei settimane. Le riprese sono finite. Miracolo!
La conversazione all’Arsenale va avanti fino a mezzanotte. Dé Gipi, sei ganzo! Soprattutto quando dici queste parole:
“Film non di partito, è il più anarchico possibile. Quando ti metti in questa condizione sei in un posto scomodo, ma io ci voglio morì’ così, senza squadra”.
Parte un applauso fragoroso, mi spello le mani anch’io che vengo da una scuola politica che non digerisce molto l’idea di considerarsi liberi solo se non legati da vincoli comuni. Come molti esco in strada, imbocco i lungarni e nella notte buia sento risvegliarsi in me quel pizzico di anarchia che da sempre mi porto dentro.
Post scriptum
Orari di programmazione
L’ultimo terrestre
Cinema Arsenale, Vicolo Scaramucci 4, Pisa Tel. 050 502640
Domenica 9 Lunedì 10 ottobre ore16:30 18:30 20:30 22:30
Martedì 11 ottobre ore 18:30