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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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IL BEL PAESE
di Trilussa

16/10/2011 - 10:34


Oggi ho risposto ad un appello televisivo ed ho mandato un SMS di due euro al FAI,  Fondo Ambiente Italiano. Ho anche fatto un regalo a mia moglie iscrivendola all’Associazione.


Il FAI è una Fondazione nazionale senza scopo di lucro nata nel 1975 che ha salvato, restaurato e aperto al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano. Una fondazione che si propone di  “promuovere in concreto una cultura di rispetto della natura, dell'arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità

 

Il FAI è la fondazione che si è occupata, fra l’altro, del recupero della Stazione Radiotelegrafica di Coltano lasciato per molti anni in stato di degrado da parte delle amministrazioni competenti, più interessate ad altre e più remunerative forme di ristrutturazioni edilizie, e fortunatamente recuperato proprio per l’intervento della Fondazione.
 
 “Il centro radio di Coltano è stato utilizzato per la prima volta da Guglielmo Marconi nel 1903 per i primi collegamenti a lunga distanza con una stazione radio a scintilla. Nel 1911 la stazione radio, che permetteva collegamenti giornalieri con l'Africa e il Canada, fu ufficialmente inaugurata da Vittorio Emanuele. Dopo un periodo di gestione privata, da parte della società Italia Radio, il centro di Coltano dal 1930 viene gestito direttamente dal Ministero delle Poste e Telegrafi e diventa uno dei più importati centri radio marittimi e radiotelefonici europei. La seconda guerra mondiale distrugge purtroppo sia le antenne che il fabbricato trasmettitori P.T. lasciando quasi intatta la palazzina Marconi. Oggi la stazione è purtroppo ridotta a un grande rudere, in stile neoclassico tipico degli inizi del’900, difficilmente apprezzabile perché ricoperto da una fitta vegetazione e in stato di abbandono. Per la Giornata FAI (2009 ndr) la costruzione verrà ripulita e presentata ai visitatori nella speranza di suscitare l’interesse per un “pezzo di storia italiana” che dovrebbe essere al più presto tutelato e fatto conoscere”.
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Il FAI conta oggi circa 100.000 iscritti. Servono per salvare l’Italia. Non è un eufemismo, è la realtà.

 

Noi spesso ci scordiamo di vivere in un paese meraviglioso. Viviamo, spesso senza renderci conto perché ci siamo nati, circondati dal bello. Dal bello dei nostri paesi, delle nostre campagne, delle nostre spiagge, dei nostri monumenti, dei nostri piccoli e meravigliosi borghi, delle nostre città dense di opere meravigliose e di storie. Vivere circondati da tutto questo ha contribuito ad ispirare i nostri artisti, i nostri pittori, i nostri poeti che hanno riempito delle loro opere e dei loro manoscritti i musei di tutto il mondo.

 

Solo alcuni poveri di spirito e di cultura non si rendono conto di questo, non riescono a percepire e apprezzare il bello che li circonda, e magari si divertono a deturpare, per rendere più simili al loro cervello, facciate e monumenti che dovrebbero ispirare loro ammirazione e rispetto.


Milioni di turisti da tutto il mondo vengono ogni anno nel nostro paese proprio per questo, per godere anche loro del nostro bello, per immergersi nella nostra antica cultura, per le opere d’arte che trovano in ogni luogo, dalle grandi città d’arte ai più piccoli e sperduti paesi, per il nostro bel clima e non da ultimo per la nostra straordinaria cucina.


Il turismo è la nostra prima e principale industria, il nostro “oro nero” vista la carenza delle nostre materie prime, la nostra principale ed inesauribile ricchezza.
Ed è anche il nostro futuro, o almeno quello dei nostri figli e dei nostri nipoti che dipenderà esclusivamente da noi, se avremo cioè la forza e l’intelligenza di preservare tutto questo dal suo naturale decadimento.


Il turista continuerà a scegliere il nostro paese solo se continuerà a trovarvi tutto questa bellezza. Se quello che lo accoglie fosse invece un paese devastato dal cemento e dal nuovo flagello delle villette a schiera, se percorresse valli deturpate da autostrade e centri commerciali, beni culturali abbandonati e fatiscenti sceglierebbe sicuramente altri lidi, altri paesi forse meno culturalmente importanti ma meglio organizzati e difesi.


Già ora abbiamo fatto passi indietro nella classifica dei paesi con il maggior flusso turistico internazionale mentre paradossalmente, ironia della sorte, sono aumentati i turisti a Pompei a causa della involontaria pubblicità legata al crollo di un edificio.


Il segno del decadimento anche culturale della nostra classe dirigente.


Se noi non sapremo conservare tutto questo, se sapremo difendere le nostre tradizioni che non sono solo l’esposizione della statua della Madonna portata a spalle per il paese in festa ma sono il nostro territorio, i nostri borghi, la  nostra cultura, le nostre radici non ci sarà futuro certo per i nostri giovani.


Il momento della crisi è proprio quello più adatto per rilanciare la cultura e la ricerca, come ha fatto la Francia, come ha fatto la Germania e non quello di tagliare di un miliardo di euro negli ultimi tre anni il finanziamento al ministero dei Beni Culturali.
La naturale conseguenza della sciagurata dichiarazione del ministtro dell’Economia che ebbe a dire “con la cultura non si mangia”.

 

Un errore gravissimo per un uomo che è considerato persona intelligente. Ma forse bravo e intelligente lo è nel suo ambito, quello finanziario, mentre dimostra una scarsa propensione per le vedute di insieme e scarsità di idee per quello che riguarda il futuro non immediato ma a lungo termine del paese che è chiamato ad amministrare.


Molte personalità della cultura e della politica, molti e qualificati studi prospettici indicano che puntare sulle risorse del nostro territorio, in termini di prodotti alimentari e culturali specie in una terra così fortunata e ricca come la Toscana, sia la vera chiave di volta del rilancio della nostra economia.


Proprio per questo a livello locale rimango amareggiato e stupito quando sento che si vuole violare un territorio protetto per creare una nuova viabilità per il litorale, quando si vuole dare spazio ad un esercizio commerciale incrementando traffico e confusione, modificando il paesaggio, consumando suolo, per creare parziali se non false aspettative di crescita e di occupazione.


Si rinnega in tal modo quella tradizione toscana che ha fatto del turismo, del paesaggio, della cucina e dell’arte le sue principale risorse.


La nostra città eccelle anche in un altro settore, quello della ricerca di tipo universitario, un altro settore in cui potremmo eccellere ed investire in modo da dare ai tanti nostri straordinari giovani la possibilità di sfruttare le loro intuizioni e la loro intelligenza nel nostro paese senza dover andare  fare ricerca e scoperte in altri paesi contribuendo così alla loro supremazia tecnologica.


Comunque è veramente sconsolante dover ricorrere alla generosità dei cittadini, specialmente in questi momenti di grandi difficoltà economiche, per sopperire alle carenza di finanziamenti dedicati alla conservazione del nostro immenso patrimonio artistico e naturale e, permettetemi di dirlo, anche alla carenza di intelligenza della nostra attuale classe dirigente.


Il FAI chiede quindi ai cittadini un piccolo contributo con uno slogan molto significativo:
“se aspettiamo ancora restando a guardare, fra poco non ci sarà più niente da guardare”.

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Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
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Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

16/10/2011 - 17:00

AUTORE:
Osservatore 2

E' giusto, è il momento di partecipare attivamente.
Si può mandare un sms di contributo, il numero appare sul sito e
ci si può anche associare risparmiando.
Facciamoci un pensierino!

http://www.fondoambiente.it/

16/10/2011 - 13:59

AUTORE:
Bruno

...interessante quello che Trilussa ha inviato alla Voce del Serchio.

Lunga vita al FAI ed al nostro "Bel Paese"