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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
FINALMENTE DOMENICA!
di Ovidio Della Croce
Sotto vuoto spinto cercasi boccate d’ossigeno

23/10/2011 - 11:26

La cena dei senza fissa dimora e quella della legalità

 

Sempre di corsa. Per fortuna trovo un posto libero alla cena organizzata per “La notte dei senza fissa dimora”. Sono circa duecentocinquanta a Pisa (52% stranieri e 48% italiani, tra cui 41 toscani e 18 pisani) per una trentina di posti disponibili. Siamo più di quattrocento al “Circolo Alberone”. Mi siedo soddisfatto di tutto quel “profumo di umanità”. A cucinare e a servire ai tavoli c’erano gli studenti e i cuochi dell'Istituto Alberghiero "Matteotti". Saluto Luciano Turini, infaticabile animatore dei volontari di strada. All’improvviso arriva Alessandro Carta.
 
Vent’anni fa per me don Alessandro era l’ossigeno. Stavamo entrando tutti in una stagione in cui l’aria si faceva soffocante. Come se lo smog di Milano si fosse esteso a tutta l’Italia. La soffocazione dura da vent’anni e tutti ci siamo assopiti. Ma allora, grazie a Suor Patrizia, cominciai a frequentare una comunità di Suore dell’Assunzione che ospitava obiettori di coscienza. Insegnavo a Pietrasanta e alla “Rocca” conobbi Alessandro, Suor Irene, Italo e gli altri obiettori. Lì ho imparato una cosa semplice ma difficile a farsi: mettersi in ascolto delle persone. In particolare ci occupammo dei giovani e organizzammo un doposcuola educativo basato sul gioco, la cura della relazione e il dialogo. La “Rocca” era una comunità accogliente e aperta ai giovani, ai poveri, alle persone in cerca… Qualche volta ebbi la fortuna di rimanere a pranzo alla “Rocca”. A tavola, prima di cominciare, in piedi c’era il momento della preghiera, per me era un momento di raccoglimento. Quando Italo, un ragazzo che condivideva l’esperienza della comunità, si sposò, ci furono canti e balli davanti alla chiesa e la sera una bella festa in quella splendida casa. Alessandro suonava la chitarra e cantavamo “La buona novella” di De André:
 
“Il quinto dice non devi rubare
e forse io l'ho rispettato
vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato:


ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri nel nome di Dio.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri nel nome di Dio”.
 
Intanto il doposcuola con i ragazzi proseguiva. E arrivavano anche le boccate d’aria fresca con i momenti di riflessione, aggiornamento, educazione alla pace e alle differenze proposte dal mio amico Massimo Ceccanti, che già allora sembrava avanti vent’anni. La mia rifondazione credo sia cominciata lì. Poi ho saputo che le suore chiamano Rifondazione la loro esperienza spirituale della “Rocca”.
Alessandro mi ha abbracciato, ha detto che lavora nella cooperativa sociale “Il Simbolo” che, insieme alle cooperative “Il Cerchio" e "Il Melograno", hanno promosso il "Progetto Homeless" e costituito la rete organizzativa della notte dei “senza tetto”. Ho sentito un’aria fresca, un’aria che gonfia i polmoni e ti mette la voglia di andare avanti con la ricchezza delle relazioni che costruisci. E via col vento, in buona compagnia.
 
E intanto il mondo gira a più di 100 km/h e anche noi giriamo.  Mia figlia ha detto che vuole andare via dall’Italia così come io dico: “Vado alla serata della legalità”. Per questo mia figlia mi piace molto, anche perché ha detto: “Ho voglia di rivedere I cento passi”.  Io come lei sto dalla parte dei morti ammazzati dalla mafia. Dalla parte di Peppino Impastato, di cui fu detto che era un terrorista. Di cui ora è detto, a bassa voce, che fu ucciso dalla mafia in un casolare che ora fa vergogna che sia ridotto a discarica. E allora io sono andato davvero al dibattito e alla cena della legalità al “Circolo Arci di Pisanova” a sentire Gabriele Santoni e Don Armando Zappolini. Gabriele ha dato una notizia allarmante: lo stato vuole vendere i beni confiscati ai mafiosi invece di assegnarli agli enti locali e alle cooperative sociali dell’antimafia. Poi ha catturato una boccata di ossigeno e ha detto: “La legalità è uno strumento, il fine è la giustizia sociale”.
 
Dalla cucina veniva un profumino… Ho mangiato la pasta con la passata di pomodoro e ho bevuto il vino delle cooperative di Libera, le cooperative dei ragazzi che lavorano sui terreni confiscati ai mafiosi. La pasta piccante, il vino buonissimo. A tavola eravamo Massimo, Francesco, Gabriele, Giovanna, Susanna e io, poco più in là c’erano gli occhiali che vedono lontano del carissimo Fabrizio Tognoni, legami antichi e nuovi. Tra un piatto qualche intervento: quello di un prete di Firenze: “Siamo una rete di sognatori, per questo non ci sconfiggeranno mai”; quello di Armando che ha spiegato il senso delle carovane antimafia; e quello di Maurizio Pascucci dell’Arci che ha presentato i prodotti delle cooperative.

 

Non basterà una passata di pomodoro a rifondare la politica, ma mi è sembrato di vedere uno spiraglio per tornare a dare un senso alla politica. Mentre parlava, Pascucci teneva le mani sui prodotti: la pasta, la passata, le bottiglie di vino… Io ho sentito il sapore della pasta, il gusto del vino. Abbiamo mangiato con appetito e col pensiero che dovevamo mangiarla la pasta e dovevamo berlo il vino, perché ci facevano bene. Al bar ho ingaggiato una gara con Gabriele a chi pagava il corretto a tutti. Ha vinto lui. Poi l’ho accompagnato allo scooter e l’ho salutato. Intanto è arrivata un po’ d’aria fresca. Erano le undici passate, a quest’ora di una sera di fine ottobre le persone per strada pensano a ripararsi dal freddo. Eh sì: “Tanto l’aria sadda cagna’”.

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27/10/2011 - 12:47

AUTORE:
Francesco

Segnalo l'incontro con Gianni Solino, autore del libro “La buona terra - Storie dalle terre di don Peppe Diana” alla Bottega dei saperi e dei sapori della legalità di Ghezzano venerdì 28 ottobre alle 21:30.

25/10/2011 - 15:25

AUTORE:
antonietta timpano

"Siamo una rete di sognatori, per questo nessuno ci sconfiggerà!"

Il sogno. Letteralmente è una delle voci dell'inconscio , per traslato ha assunto il significato di desiderio. 'I sogni son desideri di felicità' cantava la fatina della favola di Cenerentola.
I sogni non si possono alienare, nè sconfiggere, nè distruggere poichè sono privati , sono nostri e , quando diventano collettivi, condivisi, sono una grande forza.

Un altro tema che estrapolo dall'articolo di Ovidio è quello che ruota attorno al concetto di giustizia, alla sua relatività. Quello che per me è giusto ,è sbagliato per un altro. Ma tutti dovremmo essere concordi nel considerare ingiusto ogni sopruso, ogni esercizio di potere ai danni di altri, sia esso politico, religioso, morale, etico, psicologico. Homo Homini lupus, sintetizzavano i Latini. Le cene sociali o le disposizioni delle persone in cerchio , dove non ci siano scrivanie o poltrone più comode ripetto ad altre, mi ricordano che possiamo essere tutti quanti lupi o tutti quanti agnelli, a seconda delle circostanze. Avremmo bisogno di guide, non di tiranni.

Chiudo con l'immagine negli occhi e con la eco nelle orecchie della voce di Dario Fo, che ho visto e ascoltato sabato scorso a "Che tempo che fà" di Fazio. Dario ha presentato il suo ultimo spettacolo , di cui non ricordo il titolo ma ricordo bene il messaggio: TORNIAMO PRIMITIVI" per salvarci .

Mangiare cibo e bere vino dal sapore 'di giusto' perchè si sa da dove provengono , insieme ad amici , famosi o senza nome , che odorano di animale umano, è forse un modo per tornare primitivi. Semplificare i sapori e gli odori aiuta a semplificare le idee. Eliminare il superfluo nel linguaggio è tornare primitivi. Dire a Edy , a Gabriele : grazie perchè la vostra esigenza di condivisione scuote da certi torpori stagionali, senza temere di cadere nel patetico , è tornare primitivi. E' grazie anche a voi se , seppur apparentemente ferma , son mossa dentro. Primitiva e futura.Mai priva di progetti. Genitrice di sogni, generatrice di idee.
Baci...Antonietta

24/10/2011 - 19:42

AUTORE:
LUIGI

QUESTA GRANDE UMANITA' FA BENE DENTRO,BISOGNEREBBE RIFLETTERE MOLTISSIMO E AGIRE DI PIU'...

CIAO
GIGI

24/10/2011 - 18:12

AUTORE:
FRANCO

BELLE INIZIATIVE
vorrei organizzare una cena della legalità

23/10/2011 - 15:21

AUTORE:
Gabriele

Amico mio, la tua "scrittura leggera", è la bellezza del futuro che vogliamo.