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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Spettacolo di gala...

25/10/2011 - 17:15


La Donna è magnifica nell’età di mezzo, quando la sua pienezza di forme,  di conoscenze e di personalità, è formata sviluppatasi dalla Natura come la parte più importante dell’Universo.
Mi spingo in questa descrizione della Donna attribuendole un appellativo come non avevan fatto prima né scrittori né poeti, ma come un amante di una Natura vicina a Noi del comune, una Natura però “fuori dal comune”: Essa è come una folta Pineta!


Non me ne vogliano le interessate, non vi sono riferimenti nascosti o attribuibili ad aguglioli (in pisano) o pinugliori (in lucchese), ma solo alla bellezza che una Pineta offre in tutte le stagioni come una Donna arrivata ai magnifici “anta”.


Ma sentite un po’ dove mi porta il discorso: a 150 anni fa, senza pensare all’Unità d’Italia, ma alla nascita di quella Pineta che tutti noi conosciamo come la Macchia della tenuta Salviati di Migliarino.


Intorno agli anni della formazione del nostro Stato anche la nostra Pineta andava nascendo ad opera del lungimirante duca Scipione e di un solerte agronomo tedesco che tutti i testi dicono: “certo Keller”!
I lavori cominciarono appena dopo gli anni 50 dell’800 e, dopo una quarantina di anni la nostra Pineta era florida, opulenta e ricca come una gran Dama, pronta e degna di offrire i suoi frutti tanto voluti e desiderati come quelli di una gran Signora.


 Io giro e rigiro intorno ad un argomento per arrivare a dove voglio facendo tortuosi percorsi fra storia e divagazioni personali ed eccomi in prossimità dell’arrivo col fiato grosso e il chiodo fisso della canzone da adattare.


Guardate la maestosità della nostra Pineta, vecchia ora di 150 anni ma sempre rinnovatasi tanto che potrebbe essere quella quarantenne del ’93, (800) vestita come una gran dama in decolleté per uno spettacolo di gala, una gran soirè, in una gran stagion con ricco cartellon di musiche e cantanti e che tenori e soprani… e qui mi fermo perché gli overanta avranno già capito quale sia la canzone anche se ambientata più a nord, ma con lo stesso scenario che, oltre Lei, solo la Scala può offrire.
 

 

(1952, Kramer-Garinei-Giovannini)

 

In un vecchio palco della Scala

nel gennaio del novantatre

spettacolo di gala

signore in decolleté

discese da un romantico coupé

Quanta e quanta gente nella sala

c'e' tutta Milano in gran soiré

per ascoltar Tamagno

la Bellincioni Stagno

in un vecchio palco della Scala

Che splendida stagion

che ricco cartellon

che elenco di tenori e di soprani

Manon di Massenet

la Carmen di Bizet

Fra Diavolo l'Ernani

i Puritani i Vespri Siciliani

Poi dal vecchio palco della Scala

c'e' l'appuntamento nel buffet

un sorso di marsala

due tre marrons glacé

e all'uscita la fioraia della Scala

offre un mazzolino di pansé

In un vecchio palco della Scala

nel gennaio del novantatre

spettacolo di gala

signore in decolleté

discese da un moderno cabriolet

Quanta e quanta gente nella sala

c'e' tutta Milano in gran soiré

per ascoltar gli autori

audaci e innovatori

Ma torna sempre al palco della Scala

Ma fra le novità

ancora vola e va

la musica dei tempi più' lontani

Manon di Massenet

la Carmen di Bizet

Fra Diavolo l'Ernani

i Puritani i Vespri Siciliani

Lentamente poi il sipario

cala scendono le luci nel foyer

E' vuota già la sala

e non rimane

che questo vecchio palco della vecchia Scala

del gennaio del novantatre

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Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
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Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

26/10/2011 - 8:57

AUTORE:
autore

Buongiorno, toh!, un commento!
Piacevole, chiaro e veritiero, ma io volevo solo far vedere una parte del nostro Bosco (lo chiamo così ora, al maschile, e non Pineta), una visione che credo non sia possibile vedere se non da un aereo, come ho fatto io...tutto qui.
La canzone "svenevole" era solo perché l'unica trovata dove vi si diceva di acconci orpelli come le chiome rosse dei cipressi o il bianco dei pioppi nel verde dei pini (svenevole?).
A proposito di bastimenti, (la foto d.g. precedente lo dimostrava ampiamente vero?), cosa ne dici della presa di culo dei miliardi spesi per il salone della nautica, dei milioni per missitalia e oltre all'infinito?
Ciao e alla prossima che non sia "Balocchi e profumi" perchè mi ricorda un triste passato.
chiube.
p.s. non so se si capisce che non sono infastidito, ma felice che si parli anche di foto e c. oltre che di politickea.

25/10/2011 - 23:33

AUTORE:
Antisvenevole

Giulio Cesare conquistò la Gallia. Non aveva con sé neanche un cuoco?
Scipione Salviati piantò la pineta di Migliarino. Non ce lo vedo col cavicchio in mano.
Generosi signori in frac e signore in pelliccia comprano pansé dalla piccola fioraia fuori al freddo e l'uomo col cappello in mano corre accanto al romantico coupé dei due signori incappottati cilindrati fumanti.
Per forza partivano i bastimenti.
Poi si è provato a non essere più romantici.
-Capitano che hai negli occhi
il tuo splendido destino,
pensi mai al marinaio
a cui manca pane e vino?
Capitano che hai trovato
una donna in ogni porto,
pensi mai al rematore
che sua moglie crede morto?-
Ma non è servito, qualcuno lo è rimasto e regala una dentiera alla vecchietta terremotata o milioni a poveri faccendieri in disgrazia e a povere emigrate egiziane, qualcun altro appartamenti agli scasati.
E i bastimenti, più piccoli e precari e mortali, partono ancora, non per, ma da, terre assai lontane, e a bordo non cantano, non sono napoletani, e nessuno gli regala niente.
E' ancora esteticamente presentabile una canzone come Vecchio palco della Scala?