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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
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. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Circolo ARCI Migliarino-6 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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L'Albero Tricolore

17/11/2011 - 8:15



È ancora nell’aria la festa dell’Unità d’Italia, presa  in prestito per una bella serata a cura della “Associazione la Voce del Serchio” e svoltasi nei locali del Teatro del Popolo di Migliarino, dove aleggiano ancora le parole del professor Banti e la sua personale visione della data di tale inizio.

Nel bel video trasmesso, goduto insieme alle scenette dei ragazzi dell’Attiesse tratte dal loro successone “Gran bailamme dell’Unità d’Italia”, si rivede il grande il toccante tributo che Benigni da all’Italia con le sue eroine ed eroi, la sua storia e la sua bandiera.

Il suo amore per Dante lo porta a far nascere il simbolo della Nazione dai versi della Divina Commedia che suggeriscono i colori nazionali (XXX del Purgatorio, l'apparizione di Beatrice): sovra candido vel cinta d'uliva donna m'apparve, sotto verde manto vestita di color di fiamma viva"

 anche se poi passa l’attribuzione a Mazzini.

Ma Dante, nel VI del Paradiso, fa pensare ad un altro Grande poeta, un’altra cosa:

«Vedi quanta virtù l'ha fatto degno / Di riverenzia; e cominciò dall'ora, / Che Pallante morì per dargli il regno».

Perché ora Pallante in campo?

Pallante è il giovane eroe,  primo in terra "italiana" a morire a favore di Enea e dei suoi, destinati a essere i progenitori di Roma.
Ucciso da Turno, re dei Rutuli, Pallante fu sepolto  dal padre Evandro sul colle che poi divenne il Palatino,  coprendone la testa con verdi foglie di albatro, gli occhi con i suoi bianchi fiori e la bocca con i rossi frutti, mille dell'esercito accompagnano il feretro che è tessuto di rami di corbezzolo o albatro (Eneide).

Una leggenda racconta che dopo secoli venne riscoperta la bara e all’interno fu trovata la lampada accesa, il corpo intatto e il corbezzolo ancora fresco.

Giovanni Pascoli non solo vide Pallante come il primo morto per la causa nazionale, ma anche vide nel corbezzolo sui cui rami fu adagiato il corpo una prefigurazione del tricolore italiano, come canta nella sua ode Al corbezzolo:

«i bianchi fiori metti quando rosse

hai già le bacche, e ricominci eterno,

quasi per gli altri ma per te non fosse

l'ozio del verno;

o verde albero italico,

il tuo maggio

è nella bruma: s'anche tutto muora,

tu il giovanile gonfalon selvaggio

spieghi alla bora.

Volgean la testa al feretro le vacche,

verde, che al morto su la fronte i fiocchi

ponea dei fiori candidi, e le bacche

rosse su gli occhi.

Il tricolore!… E il vecchio Fauno irsuto

del Palatino lo chiamava a nome,

alto piangendo, il primo eroe caduto

delle tre Rome.»

«L’eroe Pallante era caduto. Offerse

l’àlbatro il bianco de’ suoi fiori, il rosso

delle sue bacche e le immortali frondi.

Gli fu tessuto il letto di quei rami

de’ tre colori, e furono compagni

mille al fanciullo nel ritorno a casa.

E fisi in quella bara tricolore i mille

eroi con le possenti mani

premean le spade; ed era in esse il fato.»

 

Io non porto nessun serio contributo, ma solo vedo nella Natura ciò che voglio vedere, senza bisogno di date.

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18/11/2011 - 9:50

AUTORE:
Bruno della Baldinacca

...il latinorumme e nel 1961 quando arrivai vicino al mare con altri giovani contadini della Bandita di Migliarino durante una battuta di caccia per conto dei duchi Salviati, vidi quelle belle palline rosse, che erano arbatri lo seppi dopo che ne ebbi mangiato una sportina e che facevano mpopò male a mangiarne dopo una sportata anche una fagottata me ne accorsi la sera al Cinema Aurora (quello dei frati a Migliarino)

C'era un film di Tarzan e quando vedevo Cita la sua scimmietta mangiare quei corbezzoli ni gridai: fermati!!! unni mangiaaaaaa!!! 'nsennò cai ll'occhi anche te! ma...lei ummi sentì e continuava a sgranocchià quer giulebbe ed il poi non lo so se anch'a'llei...

18/11/2011 - 9:22

AUTORE:
Sonia

Caro autore che il miele viene prodotto dalle api e in minor misura dalle vespe che suggono il nettare o la melata dai fiori credo di averlo sempre saputo. Mentre si scrive sfuggono delle inesattezze...e tu hai fatto bene a rimarcarlo. Comunque quello di corbezzolo si produce principalmente in Toscana e in Sardegna dove questo arbusto è diffusissimo. Nel periodo che va da settembre a dicembre inoltrato i fiori dell'albatro sono in piana fioritura e fanno bella mostra insieme ai frutti maturi, infatti
il miele di corbezzolo è un miele autunnale piuttosto amarognolo, utile alla nostra salute perché combatte l'asma, il mal di gola, le bronchiti ecc.
La pianta è medicinale e officinale e molte delle sue proprietà vengo estratte anche dalle foglie e dalle radici.
Provare per verificare...certo è che non è miracoloso!

17/11/2011 - 22:32

AUTORE:
autore

o: "capperi!", sono esclamazioni di meraviglia per l'interesse destato dall'arbatro.
Pensando al commento di Sonia mi è venuto in mente un altro anagramma che, per far digerire la scemenza, merita una nuova immagine della Bandiera vegetale.

Quando ti vedo
o corbezzolo,
ci "cozzo l'orbe"!

17/11/2011 - 19:43

AUTORE:
W il corbezzolo

Il corbezzolo ce l'avevo nel giardino di una casa dove abitavo un bel po' di tempo fa. Allora mi divertivo con un'arte eminentemente linguistica come l'anagramma. Stasera ci ho riprovato spinto dalla foto del giorno, ma non sono riuscito a fare meglio di quello che leggete qui sotto e soprattuttto mi aspettavo un anagramma con più speranza.


Amato corbezzolo, caro,
anagrammato fai:
"loco brezzo".

Luogo freddo.
Nella terra
dove il sì tuona.

17/11/2011 - 18:13

AUTORE:
Unus tantum edo

Mi sono documentato sul corbezzolo. Fra le tante cose che si possono fare col corbezzolo escludo il miele perchè quello lo possono fare solo le api. Credo che dopo l'entusiasmo di Sonia ci sia bisogno di un avvertimento facendo presente che col corbezzolo ci vuole attenzione perchè se se ne mangia troppo può creare seri problemi allo stomaco e all'intestino. I romani lo chiamavano unus tantum edo che vuol dire ne mangio uno soltanto, quindi occhio.

17/11/2011 - 16:53

AUTORE:
Sonia

Il corbezzolo o albatro l'ho visto salire alla ribalta da quando gli architetti, sempre in cerca di novità, l'hanno usato a scopo decorativo nelle piazzette in del Forte dei Marmi o per decorare i giardini delle ville o le aiole spartitraffico dei piazzali dei supermercati versiliesi o addirittura all'ingresso degli stabilimenti balneari insieme agli olivi. Sicuramente di bell'effetto ma anche impegnativi dal punto di vista della pulizia perché producono frutti che nessuno mangia o raccoglie...almeno in quei luoghi dove sono stati messi a dimora.
Le palline rosse e mature invece hanno proprietà astringente, antinfiammatoria, antispasmodica, antisettica...e se ne può fare miele gelatine sciroppi creme salse canditi e distillati che facilitano la digestione.
La cosa più curiosa di questo arbusto è che si adatta facilmente
ai terreni devastati dagli incendi, sul monte Serra ho percorso un sentiero che scendeva a valle contornato di pianticelle cariche di frutti così carine che sembravano alberi di Natale. Da non sottovalutare neanche i fiori a campanella che sono deliziosi.
Elogiato durante il Risorgimento perché tricolore, è un vegetale che soddisfa l'occhio e onora la flora.