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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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I Ponti

19/11/2011 - 0:16

 
Continuiamo la storia postale del comune, o meglio della sua frazione Migliarino, con una serie di cartoline del ponte e dei ponti.
Nella pubblicazione, già evidenziata in alcuni almanacchi fa, eravamo partiti  dal 1900 e dalla Villa Salviati, cioè da quel Migliarino DI LA’, parte integrante del Migliarino DI QUA, quello oltre la via Aurelia.


Il gruppo primitivo di questo borgo, come l’altro lo era al bosco, era logicamente vicino al fiume e da esso riceveva cibo e lavoro, tanto da essere chiamato “La Barca”.
Eravamo un piccolo agglomerato di case, troppo piccolo per essere chiamato pomposamente Nave, come quello vicino a  Lucca, ma più gentile per non somigliare neanche  a Navacchio, quello vicino a Pisa; eravamo nel mezzo e “Barca” bastava e avanzava.
 
Ma avanzava anche il progresso e fu deciso di costituire una "Società anonima per la costruzione di un ponte", società voluta dal migliarinese duca Scipione Salviati, ma stranamente chiamando l’opera “presso Albavola”, come se contassimo poco o nulla!


Mi sono domandato molte volte dove fosse esattamente il passo di barca e finalmente ho trovato la carta giusta.
Nella foto 1, tratta da una mappa del Catasto Leopoldino della fine del ‘700, si nota la zona adibita alla salita o discesa delle merci e dei viaggiatori che si servivano della barca traiettizia: quel triangolo giallo ocra di fronte alla chiesa vecchia, dove poi fu fatto lo scalo della rena e ora lo scivolo per le barche, con il segno premonitore di quello schizzo a matita di una chiatta nel mezzo al fiume.
Il ponte fu costruito di fronte alla zona segnata come viottolo fra la particella  141 e 149, mentre la 144 sarà riempita da palazzo delle poste, della radio, teatro del popolo, scuole.

Come dicevamo “La Barca” era un piccolissimo nucleo di pescatori e traghettatori.  Interessanti sono gli edifici  segnati alla 127, le case dei Franceschi a fianco della farmacia, e la 128 ora Piazza della Libertà.
Ritorneremo a breve sulla storia del ponte e per ora osserviamolo nelle cartoline:

 

3 - I Ponti sul Serchio.
 
Una delle bellissime cartoline edite e numerate “Esclusiva proprietà Oreste Scarlatti, Pisa”, la. n° 370.
Viaggiata (forse) da Migliarino con il vecchissimo timbro quadrato su 2 centesimi rosso aquila sabauda. Non si distingue l’anno ma il tipo della foto, la strada in costruzione (mucchi di ghiaia) e il bollo, fanno pensare a non più tardi del 1904-5.
Il ponte è stato voluto (anch’esso) dal duca Scipione che, insieme alla strada, doveva far aumentare traffico e commercio. Fu costituita una “Società anonima per la costruzione di un ponte presso Arbavola e una strada Pisa- Viareggio” e fu stabilito di ripagare debito e utili con un pedaggio centennale. Fu abolita l’antica “barca traiettizzia” indennizzando i barcaioli traghettatori e il ponte fu aperto il 12 dicembre 1895  (foto2) ma, pochi decenni dopo, fu consegnato alla provincia.
Per un po’di tempo sul primo ponte “di muro” furono fatti passare i treni finché non fu costruito il secondo ferroviario “di ferro”, per non deteriorare troppo l’opera. Il ponte fu distrutto dai bombardamenti americani nel 1944 e ricostruito negli anni successivi.
 
 4- Il Ponte sul Serchio.
 
Stessa cartolina “Scarlatti” n°. 369, scattata con diversa angolazione. Qui è ripreso un solo ponte.
Viaggiata con lo stesso 2 centesimi timbro quadrato e, stranamente, spedita a Firenze come la precedente.
Il ponte aveva due pigne con, a filo carreggiata, quattro lunette, due per lato, dove i pedoni potevano rifugiarsi quando passava il treno o vi era parecchio traffico o, come ora Aldo e il Bertelli,  per vedere se ci siano pesci in Serchio!
 
5 - Ugo sul ponte.
 
Cartolina “Scarlatti” n° 371 , viaggiata da Pisa il 17 ottobre 1922 con 10 cent. rosso V. Emanuele III°. (destinazione Belgio)
Questa dovremmo dedicarla ad Albavola, ma non voglio assolutamente perdere una delle più belle cartoline della raccolta.
Il comune di là dal Serchio sappiamo che è San Giuliano e allora perché “Da Ugo” è sull’elenco di Vecchiano, addirittura sotto Migliarino?
Allora siamo tranquilli!
Questo della foto è l’antenato dell’attuale famosissimo ristorante, nato come “Caffè e vino”, ritrovo di barrocciai e viandanti, trattoria di pesce e caccia, tavoli sotto il noce.
La bimba ritratta dovrebbe essere la Bianca, mamma di Cesare e Piero Lunardelli, che ha tenuto il ristorante per 50 anni.
Mio nonno paterno aveva la casa sotto questa baracca, a pelo Serchio, dove sono nato ventanni dopo.

Forse ora capirete il perché della mia serchite!
(allevato a latte allungato con acqua di  Serchio!)                                                                                                                                             
6 - Ancora il Ponte.
 
Cartolina viaggiata da Migliarino il 14 settembre 1921, affrancata con 2 cinque cent. verde V. Emanuele III°.
Colore nocciola pallido. Edita per conto  A. Baroncini-Migliarino.
La massiccia costruzione in mattoni e pietra di San Giuliano fu consegnata alla Società committente, cinque mesi prima della data fissata nel contratto.
La base delle pigne si è popolata di erbe, è stata ampliata la discesa al fiume, che si intravedeva sulla scarpata della stazione nella cartolina precedente, con un’altra bella rampa e sopra una stanzetta di legno.
Con un groppo alla gola ed una stretta forte al cuore ho cercato mio padre in quell’erba o fra le pietre. Al tempo della foto aveva sei anni, abbastanza per stare sul fiume a pescare o a prendere l’acqua per la famiglia che abitava in golena esattamente alla base del ponte lato Pisa (alle spalle di chi guarda). Tramite i suoi racconti ho conosciuto la storia di questo ponte, la sua fattezza, le sue pietre, già molto prima di vedere (ovviamente) queste testimonianze e questa mia ricerca non sarebbe potuta finire in un modo più strabiliante.
Tutto questo, Acqua Serchio e Ponte, è quello che mio padre e mio nonno hanno vissuto intensamente.
Ed io con loro.
 
7 - Il ponte.

Foto di Giuseppe Petri (anni 30).
Si intravedono il palazzo delle poste e la chiesa di S Pietro di Malaventre (entrambe distrutte dai bombardamenti) e un “gran traffico” sul ponte.
Un barroccio va a Pisa e due pedoni a Migliarino.
 
8 - Il nuovo ponte.
 
Cartolina viaggiata da Migliarino il 22 luglio 1949 con 4 lire rosso fiaccola accesa più 6 lire grigio mano e ramoscello di ulivo.
Edita per conto Baroncini, color seppia, serie dentellata.
Il ponte è stato appena ricostruito dopo i bombardamenti americani che avevano avuto come primario obbiettivo la linea ferroviaria.
Le pietre non usano più, il cemento armato è più solido e veloce, le ringhiere in ferro sono più pratiche e ariose e Ugo ha costruito una bella casa.
L’E.R.P. (ovvero il Piano Marshall) aveva reso possibile la ricostruzione in brevissimo tempo.

 

(segue)

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