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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
FINALMENTE DOMENICA!
di Ovidio Della Croce
Don Andrea Gallo a Vecchiano

20/11/2011 - 12:01

A mezzanotte, dopo l’incontro con don Andrea Gallo alla Festa democratica al Circolo Arci di Vecchiano sulla Resistenza, mentre torno a casa, ripenso ad alcune frasi pronunciate da questo “cappellano feriale e festivo della Parrocchia di San Benedetto al porto” come si è presentato lui, che ne ha fatta tanta di strada ma è rimasto sempre accanto agli ultimi.
 
Dopo le belle parole di accoglienza di Cristiano Meciani e Massimo Marianetti, introdotto da Francesco Auletta di Pisanotizie, don Gallo si alza in piedi e parla a braccio per più di un’ora muovendosi da una parte all’altra della sala gremita, attenta, commossa che gli fa gli auguri per i suoi 83 anni con un caldo applauso; don Gallo sorride e riprende a girare nella sala con il microfono in mano senza fare prediche e senza salire sul pulpito, la sua è una rappresentazione scenica di un prete da marciapiede sempre in movimento.
 
“Non vengo per un partito, non vengo per farvi cristiani, vengo per mettermi in discussione e continuare il cammino insieme”.
 
Guardo i miei appunti, il suo è un discorso semplice ma difficile da riassumere, non è sistematico, perché don Gallo è fedele a una moltitudine di ricordi e di esperienze emozionanti. Ordinato presbitero il 1° luglio 1959 ricorda quel giorno con queste parole:
 
“Mia mamma mi ha detto: guarda, ho trovato cosa disse la mamma Margherita a don Bosco: Giovanni se diventi ricco non ti riconosco più come figlio. La Chiesa o è povera o non è, la Chiesa rinunci ai privilegi e recuperi la sobrietà”.
 
Don Gallo ringrazia i vecchianesi  per la calda accoglienza e dice : “Sono contento di essere qui”, agita una sciarpa rossa e inizia la serata cantando “Bella ciao” seguito in coro e con affetto dai presenti. Il suo discorso, "La Costituzione e giustizia sociale: un impegno per tutti", è un compendio delle idee a cui don Gallo è sempre rimasto fedele e coerente, che hanno come bussola la Resitenza, la Costituzione e il Vangelo.
 
“A 15 anni ero partigiano, a 16 marinaio, ho incontrato Gesù a 20 anni, mi ha dato il suo biglietto da visita e mi sono imbarcato in un mare burrascoso”.
 
Difficile dargli torto quando don Gallo afferma ruvido: “La crisi è di sistema e la bufera di lunga durata, il naufrago è sacro e gli si butta sempre la ciambella, il 10% degli italiani possiede il 55% della ricchezza nazionale, chi deve fare sacrifici?”.
 
L’attenzione è alta quando Don Gallo spiega con allegria da dove ricomincia la politica, ricorda cosa gli disse Don Milani: “La politica è uscire tutti insieme dai problemi”, e cita Gramsci: “Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo; organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra forza; studiate, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza”.
 
I chiodi fissi di don Gallo sono gli ultimi, le donne, i giovani: “La donna è ancora in uno stato inferiorità, Gesù ha detto io amo tutti i miei fratelli e sorelle e non ha detto le donne un po’ meno”, e poi rivolge il pensiero ai ragazzi e alle ragazze del G8 di Genova “se li avessimo ascoltati” e ricorda le due parole lasciate da Vittorio Arrigoni: “Restiamo umani”.
Parla della scelta non violenta e alla fine alza la bandiera della pace e dice: “Chi porta la democrazia con le armi è pazzo”.


Ma il suo discorso ritorna sui fratelli Cervi, sulla Resistenza e la Costituzione repubblicana, ricorda Dossetti: “non è un fiore pungente”, e dice: "i primi dodici articoli della Costituzione sono una preghiera".
 
A notte fonda si perde il filo del discorso e si perde anche il sonno. Ma non si perde la speranza per la giustizia e la verità. “Giustizia e verità” che hanno mosso, per esempio, i Comuni di San Giuliano e Vecchiano a costituirsi parte civile per non far archiviare dalla Procura militare il caso dell’eccidio nazifascista della Romagna a Molina di Quosa. E intanto l'Anpi il  20 novembre lancia una grande campagna nazionale di tesseramento, nel segno della "memoria" e delle "radici" (la sezione di Pisa organizzerà una cena per il tesseramento 2012).

 
Don Gallo dorme poco la notte: “mi si aprono gli occhi, perché voglio veder rinascere la democrazia”. Si aprono gli occhi anche a me e sogno un governo speciale: Don Gallo potrebbe essere un ottimo Presidente di un governo tecnico di rigenerazione, composto dai suoi direttori spirituali Dario Fo e Franca Rame, dal suo insegnante di teologia Paolo Rossi, padre Alex Zanotelli ai Beni comuni, Don Luigi Ciotti alla legalità, Rossana Rossanda agli Interni, Gino Strada alla Sanità, Maurizio Landini al Lavoro, Ascanio Celestini al Welfare, Laura Boldrini, portavoce Alto commissariato Onu per i rifugiati, all’Immigrazione, Stefano Rodotà alla Giustizia… Un governo espressione dei "poteri deboli".
 
Don Gallo ha lasciato in fondo il suo quinto Vangelo. Invece è quello che fa da colonna sonora alla sua vita, il Vangelo secondo De André, e a Vecchiano ha ripetuto il suo omaggio a Faber.
 
“Caro Faber, da tanti anni cantiamo con te, per dare voce agli ultimi, ai vinti, ai fragili ai perdenti…. Quanti Geordie o Miché, Marinella o Bocca di Rosa vivono accanto a me in questa città di mare che è anche la tua… Abbiamo scoperto con te camminando in via del Campo che dai diamanti non nasce niente, dal letame sbocciano i fiori… La tua morte ci ha migliorati, Faber, come sa fare l’intelligenza… Caro Faber, tu non ci sei più. Restano i migranti, gli emarginati, i pregiudizi, i diversi, i rom, restano l’ignoranza, l’arroganza, il potere, l’indifferenza… Ti sentiamo così vicino, Faber. Così stretto a noi... Stringi la mano al cuore e svegli il dubbio che Dio esiste. Grazie!

Le ragazze e i ragazzi, Andrea Gallo, prete da marciapiede".
 


 
 

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22/11/2011 - 20:11

AUTORE:
LUIGI

MOLTO INTERESSANTE

GIGI

21/11/2011 - 11:49

AUTORE:
antonietta timpano

Dovremmo tutti quanti interrogarci sul perchè ogni paola pronunciata da Andrea Gallo arrivi a tangere le nostre sensibilità , così profondamente. Eppure è un soffio!
Don Gallo ,Andrea , commuove e tocca il cuore poichè narra ciò che sente e ciò che ha sperimentato , senza nessuna retorica. Quando racconta di aver raccolto l'invito di sua madre a non diventare mai ricco, ad esempio , e di aver fatto di questo richiamo il suo vangelo, Don Gallo si fa portatore di speranza.
E' suo il concetto di "amore a perdere". Il vero amore , la capacità di amare, si basa sulla fluidità dell'affetto che nulla si aspetta in cambio. L'amore a perdere, come il 'vuoto a perdere ' delle bottiglie , dovrebbe circolare tra gli umani , senza pretese di restituzioni. Bello e difficile l'amore a perdere potrebbe redimerci e restiturci alla nostra natura.
Freud sosteneva che un essere umano è da considerarsi sano quando si mostra capace di lavorare e di amare. Quanta malattia allora ci affligge e ci devasta!
Buona settimana .....io son qui e attendo , come il Prodi di Corrado Guzzanti, che immobile alla stazione di Bologna, attende che ripassi il suo treno. .Io attendo , in modo attivo, che passi il treno giusto per tutti . Caratterialmente, io, non sono paziente. Ma attendo pazientemente di imparare a lavorare sempre meglio e ad amare di un amore 'a perdere'.Antoni

21/11/2011 - 7:10

AUTORE:
laura

C'è davvero poco da dire: un grande uomo, coerente con la sua idea e la sua fede, uno dei pochi uomini di chiesa per cui ho una stima profonda.