Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Lucio Magri (Ferrara, 19 agosto 1932 – Zurigo, 28 novembre 2011) è stato un giornalista e politico italiano.
Magri entra nel PCI negli anni Cinquanta, dopo un'esperienza nella gioventù democristiana a Bergamo. Viene accolto nella segreteria del partito di Bergamo, poi nel direttivo regionale lombardo, e di là passa poi a Botteghe Oscure.
Nel 1969, dopo lo shock dell'invasione sovietica della Cecoslovacchia, in dissenso con la posizione del Pci è tra gli animatori del gruppo (con Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Aldo Natoli, Valentino Parlato, Luciana Castellina, ed altri) che da vita alla rivista "il manifesto", da lui diretta, e che successivamente viene radiato dal partito.
Nel 1971 partecipa insieme agli altri alla trasformazione della rivista nel quotidiano ancora esistente. Successivamente si distanzia dal gruppo, fondando nel 1974 il Partito di Unità Proletaria per il comunismo, di cui è segretario.
Confluisce successivamente con tutto il partito nel PCI nel 1984. Al momento della trasformazione del PCI in PDS nel 1991, decide di aderire al Partito della Rifondazione Comunista, fondando una corrente interna la cui struttura ricorda il gruppo dirigente del vecchio PdUP per il comunismo.
Il 14 giugno 1995 la sua corrente lascia il partito per costituire il Movimento dei Comunisti Unitari, su una posizione di appoggio del governo Dini.
Successivamente il Movimento appare tra le forze fondatrici dei Democratici di Sinistra, svolta alla quale Magri non aderisce, preferendo tornare a scrivere per Il Manifesto.
Nel 2009 ha pubblicato Il sarto di Ulm. Una possibile storia del PCI (il Saggiatore, Milano), un tentativo di ripercorrere la storia del Partito comunista in Italia e nel mondo nella seconda metà del Novecento, mettendo in evidenza i tanti punti di biforcazione che, se attraversati diversamente avrebbero potuto far approdare a un esito ben diverso dall'attuale movimento comunista italiano.
Nel novembre 2011, depresso per la scomparsa della moglie, si reca in Svizzera, sordo ai tentativi degli amici di dissuaderlo, per cercare un suicidio assistito che lo ha portato a morire all'età di 79 anni.
Prima di partire per la clinica svizzera che lo avrebbe aiutato a morire, Lucio Magri ha provveduto personalmente alle pompe funebri: feretro e luogo di sepoltura, a Recanati, a fianco della moglie recentemente scomparsa e molto amata.
Non ha voluto funerali né commemorazioni.
È rimasto lucido fino all’ultimo giorno, così lucido da condividere con gli amici la sua scelta e decidere, dopo il fallimento degli ideali cui aveva creduto e la morte della consorte, che la vita era diventata insopportabile, un peso troppo grande per un uomo di 79 anni che aveva visto sbriciolarsi tutto quello che aveva di più caro.
Quella di Magri, fondatore de Il Manifesto, è stata una scelta consavole e intima, contro la quale un dirigente politico, in nome di una cristianità senza pietas, chiede oggi di «stendere un pietoso velo fatto di silenzio» dopo aver naturalmente bollato di «viltà» la decisione di un uomo rimasto tale fino all’ultimo istante.