Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Autorità di Bacino
Bacino pilota del fiume Serchio
Il complesso immobiliare “ex fattoria Gambini”, che consta di quattro fabbricati abbandonati da anni e in stato di rudere, è ubicato a sud del lago di Massaciuccoli in una vasta zona agricola di bonifica che si trova tre metri sotto il livello del mare, zona che in passato era parte del lago stesso.
Tale area, inclusa nel perimetro del Parco Regionale Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, è soggetta a pericolosità idraulica molto elevata e come tale classificata dal vigente Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dell’Autorità di bacino del fiume Serchio, in quanto soggetta a possibilità di allagamento, come verificatosi in occasione di eventi passati, sia da parte del fiume Serchio (1922, 1940, 1952, 1982, 2009) sia da parte del lago stesso (1949, 1966, 1970).
In particolare, durante l’alluvione del 1940 e del Natale 2009, l’area e l’intero complesso sono stati sommersi dalle acque per alcuni mesi, come dimostrato dalle foto allegate.
I proprietari intendono trasformarlo in una struttura turistico-ricettiva con camere e appartamenti per 105 posti letto, locali ristorazione e sala conferenze, intervento non compatibile con il livello di pericolosità accertato e sul quale sia nel 2007 che nel 2008 l’Autorità di bacino, a fianco del Comune di Vecchiano e del Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, ha espresso parere contrario.
Il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, al quale la proprietà ha promosso due ricorsi contro i suddetti pareri, ha annullato i provvedimenti degli enti, l’ultimo dei quali con una recente sentenza comunicata alla fine di ottobre scorso, affermando che le prescrizioni del Piano di bacino sono subordinate alle destinazioni urbanistiche dei piani regolatori preesistenti e concedendo di fatto la possibilità di riproporre un intervento che, se realizzato, esporrebbe i cittadini ad un rischio idraulico molto elevato.